Stilus Magistri

La “Sacra Spina” nel Giubileo della Misericordia

In preghiera nella Cattedrale di Andria

Accostiamoci nella Settimana Santa dell'Anno Giubilare della Misericordia al prodigio della Sacra Spina del prossimo Vernerdì Santo in concomitanza all'Annunziazione del Signore. La corona di spine di Gesù fu portata, come la Sindone, da Gerusalemme a Costantinopoli e dai Crociati fu consegnata al re Luigi IX di Francia, custodita nella gotica Sainte Chapelle di Parigi. In seguto Carlo d'Angiò portò alcune spine in Italia. Beatrice d'Angiò, novella sposa di Bertrando del Balzo, duca di Andria, nel 1308 donò la sacra spina al Capitolo Cattedrale di Andria. La specie vegetale della spina di Andria si identifica con la Robinia pseudoacacia, presente in Palestina.Dal Venerdì Santo del 1633 si ritrova la prima testimonianza del prodigio della Sacra Spina nella coincidenza del Venerdì Santo (morte di Gesù) con l'Annunciazione del Signore (concepimento di Gesù). Nel '900 ci sono documenti del prodigio nel 26 marzo del 1910 (Sabato Santo) e nel 25 marzo del 1932, per giungere al 25 marzo 2005. Dopo il 25 marzo del 2016 il prodigio ricorrerà il 25 marzo del 2157. Dedichiamo questi semplici versi come itinerario conoscitivo e preghiera alla Sacra Spina. È stato stampato un pieghevole fronte retro del seguente testo con immagini allegate, disponibile nella Cattedrale di San Sabino a canosa di Puglia(BT).

La sacra spina
"Venuto mezzogiorno si fece buio su tutta…" l'umanità, (1)
ma fu il giorno eterno di salvezza per tutta l'umanità.
A Gerusalemme posero scritto nella storia il Nazareno,
"Ecce Homo", Figlio di Dio nel segno di un arcobaleno, (2)
apparso sulla terra come sigillo dell'Alleanza
per educarci col Vangelo alla fratellanza,
Figlio di Maria nel giorno dell'Annunciazione
con il mistero divino nel giorno della Passione.

Gesù in preghiera da solo nell'Orto degli Ulivi
preparandosi alle frustate e agli insulti cattivi,
" virgulto spuntato dal tronco di Iesse" (3)
con le nude spalle dal flagello oppresse,
viene accusato di essere un re di potere,
ma è solo l'Amore la potenza del potere.
Non aveva infatti né scettro, né soldati,
e gli posero sul capo dei rami spinati,
così fu deriso come "Re dei Giudei"
e Crocifisso anche per i peccati miei.
"Egli si è addossato i nostri dolori"
per redimere tutti noi peccatori,
"Uomo dei dolori che ben conosce il patire…" (4)
disposto per noi tutti anche a morire,
"schiacciato per le nostre iniquità",
Nostro Redentore per l'eternità.

Aspri aculei della Terra Santa
da un'aspra e selvatica pianta,
a casco furono poi intrecciati
sul suo capo furono conficcati. (5)
Aculei che non gli hanno creduto
ora lacerano la fronte del Signore muto,
penetrano violenti sui suoi occhi lividi
attraversando il corpo con gelidi brividi.

Così porta la Croce sulla sua Via
e Gesù invoca nel cuore… "Madre mia!"
E tu Sacra Spina scritta nella profezia (6)
hai trafitto anche il cuore di Maria,
avvolta dalle lacrime mute ai piedi della Croce,
Addolorata e protesa al Figlio senza più voce.

Fronte di spine di divina regalità
intrisa di sangue nella Trinità,
sigillo indelebile del Venerdì Santo
"nel nome del Padre e dello Spirito Santo",
in un segno di Croce che inizia dalla fronte,
per ogni uomo che di Cristo ha le impronte.

"Ecco l'Agnello di Dio che porta i peccati del mondo", (7)
ferito di sangue discende sugli altari del mondo,
tra le sacre mani dei sacerdoti elevate d'Eucarestìa,
Comunione di Dio sulla Terra e sulla nostra via.

Quella corona di spine stagliata sull' altare del Calvario
diventò nel sepolcro di Gesù il Suo corredo funerario,
su una pietra tombale che non è solo memoria
perché la Luce del Risorto risuonò di gloria.

Quella corona di spine rimasta impressa sul Sudario
fu custodita nella storia in un lungo itinerario.
Da Gerusalemme a Costantinopoli, fino a Parigi
una sacra spina mostrò i suoi prodigi,
e la contessa di Francia, Beatrice d'Angiò
alla Cattedrale di Andria la donò. (8)

Le tue macchie di sangue si ravvivano di fede
in un prodigio che pur con gli occhi si vede,
nella storia trasuda il sangue del Venerdì Santo,
mentre risento di Maria l'eco del suo pianto.
Quante volte Maria avrà baciato Gesù Bambino,
ora bacia la gelida fronte del deposto Figlio Divino,
lo adagia sulla pietà del grembo dell'Incarnazione,
sul cordone ombelicale dell'Annunciazione.

O Sacra Spina, reliquia divina,
fiore di Pasqua di un nuovo mattino,
sussulto di vita del Signore e Annunciazione,
ultimo giorno della sua vita e Crocifissione.
Così l'Annunziata si abbraccia al Crocefisso,
il cuore della Madre ai Suoi occhi è infisso
nel giorno 25 marzo di Venerdì Santo,
mistero santo di amore, di dolore, di pianto.

Mi inginocchio davanti a te, o Sacra Spina
e fuori del tempo con fede ti venero vicina,
mi appari troppo aspra, acuminata e dura
in un brivido nella mia fragile natura,
mi appari vera, viva e consacrata,
reliquia del Signore da noi venerata.

Ti chiedo perdono per la Tua fronte ferita
perché anch'io ho peccato nella vita.
Tu, Sacra Spina, continui la tua storia,
nel mistero di fede non sei solo memoria.

Tanti uomini portano le spine nel dolore,
più vicini così alla Croce del Signore,
dall'ammalato che soffre nel suo letto
fino al Santo Padre, per noi eletto.
Nella nostra terra anche un Santo è vissuto,
le spine della Passione Padre Pio ha vissuto,
perché il mistero della Croce è incompiuto
e negli uomini viene sofferto e rivissuto.

Pastore della Chiesa che custodisci la Sacra Spina
eleva questo calice di sofferenza divina,
benedici la nostra vita, la nostra preghiera
perché nel cuore dell'uomo si fà sera,
nella Misericordia dell'Anno Santo.

Rendiamo grazie e gloria a Nostro Signore
che ci mostra sempre il prodigio del Suo Amore,
e così sia.



Note:
(1) Luca, cap. 23, v. 44 : "Venuto mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino
alle tre del pomeriggio".
(2) Genesi, cap. 9, v. 13 : "Il mio arco pongo sulle nubi, ed esso sarà il segno
dell'alleanza tra me e la terra"
(3) Isaia, cap. 11, v. 1 : "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse"
(4) Isaia, cap. 53, vv. 3-4
(5) Si ritiene che su un elmo romano ( pīlěus ) abbiano intrecciato le spine a
raggiera ricavando un casco.
Dalla Sindone si riscontrano 80 punti feriti a raggiera sul capo.
(6) Luca, cap. 2, v. 35: "Nunc dimittis" del profeta Simeone:
" …e anche a te una spada trafiggerà l'anima"
(7) "Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi"
Il Vangelo dell'Apostolo Giovanni (cap. 1, 29) riporta le parole di Giovanni
Battista nel Giordano rivolte a Gesù : "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che
toglie i peccati del mondo".
Le stesse parole in latino sono scritte nel Tractatus XXXV di San Leone
Magno, Papa, dove il verbo latino "tollit" significa "portare" e dove il
Cristo "si è addossato i nostri dolori" (Isaia, 53, 4).
(8) La corona di spine di Gesù fu portata, come la Sindone, da Gerusalemme a Costantinopoli e dai Crociati
fu consegnata al re Luigi IX di Francia, custodita nella gotica Sainte Chapelle di Parigi. In seguto Carlo
d'Angiò portò alcune spine in Italia. Beatrice d'Angiò, novella sposa di Bertrando del Balzo, duca di
Andria, nel 1308 donò la sacra spina al Capitolo Cattedrale di Andria.
La specie vegetale della spina di Andria si identifica con la Robinia pseudoacacia, presente in Palestina.
Dal Venerdì Santo del 1633 si ritrova la prima testimonianza del prodigio della Sacra Spina nella
coincidenza del Venerdì Santo (morte di Gesù) con l'Annunciazione del Signore (concepimento di Gesù).
Nel '900 ci sono documenti del prodigio nel 26 marzo del 1910 (Sabato Santo) e nel 25 marzo del 1932, per
giungere al 25 marzo 2005.
Dopo il 25 marzo del 2016 il prodigio ricorrerà il 25 marzo del 2157.
Cattedrale di Andria, 25 marzo 2005 - 25 Marzo 2016 - Venerdì Santo dell'Annunciazione
Giuseppe Di Nunno - Canosa di Puglia
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