Stilus Magistri

Le fosse comuni del Camposanto

Preghiere per i nomi perduti

Venti anni fa, nel 1996, con un progetto volontario abbiamo recuperato la memoria delle fosse comuni del Camposanto di Canosa di Puglia(BT). È stata la memoria raccontata da mia nonna Rosinella, nata nel 1900, a tramandarmi questa pagina di storia, non scritta nei libri di storia, ma riportata nel libro "Sulle vie dei ciottoli del dialetto canosino", di cui sono l'autore. Entrando nel Cimiero monumentale, a sinistra della Cappella ci sono 12 botole che chiudono le fosse comuni dell'epidemia virale mondiale detta "Spagnola" e in dialetto chiamata "carnère". Infatti, i morti della Spagnola, senza esequie, venivano gettati con le loro 'carni' in queste fosse comuni, perdendo anche il nome, offuscato a livello nazionale dal clima di omertà per questa guerra virale che si combatteva nei paesi, mentre nelle trincee si combatteva la Grande Guerra con i soldati partiti "sotto le armi". Anche le pagine dell'epoca dell'Ufficio Sanitario erano bianche e vuote, mentre è rimasta l'unica testimonianza orale, ormai svanita, di chi ha vissuto il flagello come raccontava mia nonna di suo fratello maggiore: "tetùcce muróje alla Spagnòle!".

Con la fatica burocratica riuscii ad ottenere il permesso dal Sindaco, dall'Ufficiale Sanitario, dal Pretore Dott. Montedoro, per poter aprire, alla presenza del Custode sig. Sabino Iannuzzi, qualche botola delle fosse comuni della Spagnola e delle fosse comuni situate a destra della Cappella monumentale. Queste otto botole poste in fila coprono le fosse dove venivano un tempo 'gettate' le ossa di quanti non avevano parenti o risorse finanziarie per un loculo. L'artista Totò nella poesia 'A Livella' diceva della povera tomba dello scopatore: "pe' segno, sulamente 'na crucella", ma su queste botole non c'era neanche una piccola Croce, che andrebbe situata e che sono disposto ad offrire in bronzo.

Nacque un progetto volontario, firmato dall'Ing. Tobia Caputo,all'epoca del Commissario Prefettizio Dott. Iaculli Giuseppe, che collocò una lapide sulle fosse comuni della Spagnola, dove oggi con onore e pietà popolare l'Amministrazione comunale posa una corona di alloro alla memoria e dove molti passando posano un fiore e una preghiera. Anche per le fosse comuni della povertà, dove sono stati cancellati nella storia i nomi dei defunti, il Vescovo Mons. Giuseppe Lanave nell'omelia del 2 Novembre del 1998, richiamò davanti alla Cappella la memoria per la dignità umana e cristiana di quanti riposano sotto terra, dove hanno perso il nome. Facendo un segno di Croce, mentre in alto si staglia nell'ingresso monumentale il monogramma di Cristo, posto sulle tombe dei primi cristiani nelle Catacombe, "CHRISTÓS", con le prime due lettere in greco sovrapposte, porgiamo in silenzio una preghiera e un fiore ai nostri defunti, che nelle fosse comuni hanno perso il nome, ma non l'anima che vive in cielo nella preghiera che recita Papa Francesco all'Angelus di ogni domenica:

"Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace. Amen
L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen."
Per la commemorazione di tutti i defunti, quest'oggi, alle ore 16,00, presso il Cimitero Comunale - Cappella Maggiore sarà celebrata la S. Messa presieduta dal vescovo della Diocesi di Andria, monsignor Luigi Mansi con la partecipazione di tutte le comunità parrocchiali e delle autorità cittadine.
Maestro Peppino Di Nunno
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