Medici- Dottori  in camice bianco
Medici- Dottori in camice bianco

Due angeli con il camice bianco

La storia che racconta il vissuto di vita a Canosa di Puglia

Mia mamma di nome Anna è deceduta all'età di 83 anni dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato il suo fisico. Il carcinoma mammario fulminante, la sofferenza indicibile che scorreva nelle sue vene, non le aveva spento quella forza inarrestabile. Durante il suo personale calvario, prima di incontrare il fisiatra Dott. Giovanni Lamanuzzi e il fisioterapista Daniele Valentino, pilastri, colonne portanti per l'ultima fase di vita, Anna, fu oggetto di discussione tra i medici, gli stessi sostennero la grave invalidità. Nel corso degli accertamenti, per individuare la posizione del suo aggressivo tumore, vi furono degli avvenimenti che hanno dell'incredibile.

Riavvolgendo il nastro, l'anno 2020, è stato un anno segnato da tanto dolore. L'impatto pandemico SARS-COV-2 sulle attività ospedaliere dei reparti di oncologia medica del nostro paese, scatenò un importante battaglia contro le regole imposte dai reparti. Le misure emergenziali e governative, fecero in modo che anche la medicina andasse in "lockdown", mettendo in crisi tanta gente malata di cancro, impedendo di recarsi presso le strutture sanitarie. A seguito del lutto generalizzato che l'Italia stava vivendo per la perdita dei propri cari, per il blocco delle attività commerciali, per il disastro dell'economia, causa (COVID) si percepiva nei mesi seguenti il disagio, il mal contento perché tutto sembrava che nulla potesse ritornare alla normalità, ma la speranza riusciva ad accendere una fiamma in questo periodo così strano. La vita di Anna, pur non avendo un finale felice, ha avuto negli ultimi mesi di vita un immaginario quasi surreale.

Quando possiamo parlare di elevata professionalità? Dopo quanti anni di esperienza? Che prezzo deve pagare un paziente per incontrare una persona competente? Prima che la malattia se la portasse via, Anna veniva alimentata con la parenterale, caratterizzata e contemporaneamente vi fu un abbattimento delle attività motorie e cognitivo concausa i farmaci somministratole per la patologia in corso. La sua disabilità, fu attenzionata dall'ASL Distretto (assistenza domiciliare integrata di Canosa di Puglia) sotto la sorveglianza del medico chirurgo fisiatra Giovanni Lamanuzzi, il quale inviò a seguito della visita effettuata presso il domicilio di Anna, un giovane fisioterapista di soli 27 anni, Daniele Valentino, che mette in atto sin da subito la determinazione, la bravura e la sua elevata professionalità. Daniele Valentino, già dalla tenera età maturava la vocazione di studiare e approfondire le scienze motorie. Dopo il liceo scientifico Enrico Fermi, frequenta l'Università degli di Foggia C.D.L in scienze delle attività motorie e sportive. Si laurea, con un unico obiettivo di mettere in campo la sua passione per la fisioterapia. Daniele Valentino, lungimirante, prendendo visione delle diagnosi prima di cominciare, non diede credito a quanto riportato, fu un deterrente di chi dissentiva e di chi sosteneva il contrario. Mette fuori le sue competenze lavorative, e nell'arco temporale di pochi giorni, Anna recupera 89% delle attività motorie e cognitive, non lasciando nulla al caso, ma soprattutto rischiando la propria incolumità nel periodo che la Città di Canosa di Puglia era di zona rossa. Daniele Valentino, oggi è una testimonianza importante che va messa sotto i riflettori, è stato in grado di portare la stessa verso una realtà di vita contrariamente riportato nella cartella clinica. La scomparsa di qualcuno ci fa riflettere su come può cambiare il percorso terreno di ogni uno di noi, in un periodo tortuoso di rabbia e tristezza. Ma c'è sempre un nuova luce.... La rinascita con il coraggio di ricominciare.
Daniela Diaferio
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