25 Aprile ANPI
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Il 25 APRILE si commemora la Liberazione dal nazifascismo. Non altro.

La nota dell'ANPI Canosa

Come ANPI Canosa partecipiamo al corteo istituzionale in occasione delle ricorrenza del 25 APRILE. Come ormai da tempo, ma con una ulteriore accelerazione negli ultimi due anni, la commemorazione della Liberazione cade in un quadro segnato da speculari strumentalizzazioni di natura solo apparentemente diversa, ma in realtà complementari. Da una parte, infatti, assistiamo a un aperto disprezzo, se non un malcelato senso di rivalsa, nei confronti della Resistenza da parte di esponenti della destra al governo e persino della seconda carica dello Stato, circostanza che non può che rimarcare l'esito di un lungo processo involutivo che corre lungo gli ultimi tre decenni; dall'altra, anche quanti si richiamano all'antifascismo lo fanno con scarsissima credibilità e sulla base di presupposti, scelte politiche e comportamenti privi di coerenza. Gli uni e gli altri, del resto, hanno le stesse posizioni sul tema dirimente della guerra in Ucraina.

La Costituzione del '48 poggia sul ripudio del fascismo della guerra. Sebbene i due elementi siano strutturalmente legati, oggi si assiste alla disinvolta pretesa di separarli, abbracciando l'antifascismo a parole proprio mentre si assecondano le peggiori pulsioni bellicistiche che continuano a ingrossare il conflitto e che sempre più hanno normalizzato la realtà e le presunte ragioni di una guerra che ci sta portando vicini al baratro. Questo uso strabico e strumentale è fatto proprio dal maggior partito della sinistra di sistema, il PD, e da quasi tutti i suoi satelliti, compresi i detriti del sedicente ex-terzo polo. In ogni caso, questa pretesa poggia su una narrazione unilaterale e fuorviante, in definitiva propagandistica, del conflitto in corso, che rimuove completamente una parte del quadro misconoscendo le responsabilità dell'occidente e il ruolo della Nato a guida Usa nella lunga crisi russo-ucraino-euro-americana. Le cause strutturali del conflitto che sta dilaniando l'Ucraina e mettendo a durissima prova le classi lavoratrici europee sono aperte alla ricostruzione e accessibili a chi voglia darsi la pena di analizzare a mente fredda dapprima il periodo compreso tra il 1990 ed oggi, quindi la più recente fase che va dal 2014 al 2022.

Quanti, invece, si sono lasciati convincere che tutto sia iniziato con l'invasione russa del 24 febbraio 2022, cioè con l'evento che rappresenta in realtà la causa occasionale della guerra, non potranno che aderire al racconto manicheistico funzionale a tenere alto il momento dell'impeto bellicistico. Per questa via si arriva ad accostare impropriamente la Liberazione dal nazi-fascismo nel 1945 alla "resistenza ucraina", omettendo per altro di dire che l'occidente ultra-atlantista ha eletto i nazisti del battaglione Azov a ultimo baluardo difensivo della sua presunta crociata di libertà, un cortocircuito che dovrebbe indurre, anche da solo, a scegliere con molta più cautela le analogie da utilizzare. Insomma non manca chi ritiene di commemorare il 25 APRILE sotto le insegne belligeranti della Nato. Sentiamo, pertanto, l'esigenza di ribadire che il 25 APRILE è momento fondativo e non negoziabile della Repubblica nata dalla Resistenza perché si ricorda la Liberazione dal nazifascismo. Non altro.
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