Rotary convegno
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Archeologia

L'epigrafe consegnata a Canosa

In mostra a Palazzo Iliceto

Il 14 maggio 2016 è un'altra importante per la storia dell'archeologia canosina, ha infatti celebrato la consegna alla città dell'epigrafe restaurata, databile alla metà del I sec. d.C. La splendida terrazza dello storico palazzo Iliceto ha ospitato la cerimonia di restituzione dell'epigrafe a cura del Rotary Club Canosa con la collaborazione della Fondazione Archeologica Canosina ed il patrocinio del Comune di Canosa. Per l'occasione erano presenti: il Presidente Marcello Escalona e alcuni soci del Club Rotary Vallo della Lucania-Cilento per rafforzare i vincoli di gemellaggio già avvenuto ufficialmente lo scorso settembre nella loro sede, tra due città che vantano comuni civiltà; Peppino Cardone, Presidente Rotary Club Melfi, Maria Petroni Presidente dell'Inner Wheel Canosa, Saverio Santangelo Presidente del Rotaract Canosa, Patrizia Minerva Presidente del Club per l'UNESCO, Anna Maria Fiore Presidente della Pro Loco. Numerose le autorità: Leonardo Piscitelli Vice Sindaco, Elia Marro Assessore allo Sport e Spettacolo, Sabino Facciolongo Assessore alle Politiche Culturali, Marco Silvestri Assessore alle Politiche Giovanili e per l'Associazionismo, Maddalena Malcangio Assessore alle Politiche della Comunicazione. Erano altresì presenti all'evento numerosi ospiti che con la loro calorosa partecipazione hanno voluto simbolicamente invitare la cittadinanza tutta a collaborare per consegnare alla posterità le testimonianze delle antiche glorie della città. Il Convegno ha avuto inizio con i saluti a tutti i convenuti da parte della Presidente del Club Rotary Maria Teresa Pellegrino che ha sottolineato l'ampia condivisione del service e la necessità di un'azione trasversale per il raggiungimento di obiettivi utili allo sviluppo del territorio. I presidenti Marcello Escalona e Peppino Cardone e il Vice Sindaco Leonardo Piscitelli si sono vivamente compiaciuti per l'atto di magnanimità del Rotary. Ha introdotto i lavori il Presidente della Fondazione Archeologica Sabino Silvestri, che ha messo in evidenza la scommessa vincente da parte del Ministero di affidare a privati la gestione dei "Beni Culturali" e la necessità di intervento comune da parte di tutte le Associazioni.

Ampiamente documentata la relazione del Funzionario Archeologo Soprintendenza Marisa Corrente che si è soffermata sulla riorganizzazione dei Beni e delle Attività Culturali che trae origine, come è noto, dalle politiche di spending review. Seguita dall'ampia trattazione di Marcella Chelotti, docente di Storia Romana ed Epigrafia Latina con cui si è voluto evidenziare l'importanza della stele funeraria e del convegno quale strumento di divulgazione di una civiltà, quella canosina, di cui tutti dobbiamo sentirci orgogliosi. L'Epigrafe è pubblicata nel primo volume delle Epigrafi Romane di Canosa, Bari, 1985, p. 95, nr. 59. La stele proviene dalla località Lamapopoli, sulla via Canosa-Barletta, rinvenuta nel 1954 durante una campagna di scavo seguita da Michele Gervasio; era riutilizzata come lastra di copertura di una tomba terragna.
Il testo dice: P.Poppaedio P(ubli) l(iberto)/Secondo, Aug(ustali)/ Poppaediae Pudori l(ibertae)/ PP(duobus Publiis) Poppaedis filis. E' l'iscrizione sepolcrale dedicata a Poppaedio P(ubli) l(iberto) Secondo, Augustale, a Poppaedia Pudor, liberta (evidentemente di Secundus) e ai figli Publii Poppaedii; manca il dedicante. Si può datare alla metà del I sec. d.C.
Secundus e Pudor erano chiaramente liberti, cioè ex schiavi liberati dalla schiavitù dal loro padrone, del quale, una volta liberati prendono il prenome (nell'onomastica maschile, le donne non hanno prenome) e il gentilizio (che corrisponde al nostro cognome), e conservano il loro nome personale che avevano quando erano ancora in schiavitù, che diventa cognome (che corrisponde al nostro nome di battesimo). I loro figli sono giuridicamente liberi, perché nati, da due liberti; nella loro onomastica viene taciuto il cognome.
Il gentilizio Poppaedius, non è altrimenti documentato nell'onomastica di Canosa; l'origine della famiglia è verosimilmente da porre nella Marsica, conosciamo infatti un Quinto Poppaedio Silo, capo dei ribelli marsi durante la guerra sociale, del 90-88 a.C. Alcuni esponenti della famiglia si trasferirono dopo la guerra sociale in Lucania, a Grumentum (oggi Grumento Nova) a metà del I sec. a.C. e a Volcei (oggi Buccino) in età augustea. Un ramo si stabilì a Canosa, ma come si è detto, il gentilizio non ha altri riscontri a Canosa. Degno di interesse è che Secundo era un Augustale come indica anche la raffigurazione dei fasci senza scure composto da cinque verghe con legatura e avvolgimenti orizzontali. Secundus era un membro del collegio degli Augustali, che si era formato all'inizio dell'età imperiale, e che, tradizionalmente viene visto come un gruppo collegato al culto del imperatore. Nella iscrizione restaurata non è dichiarato il motivo dell'onore dei fasci di cui fu insignito P.Poppaedius Secundus; ma il privilegio ottenuto significa che gli era stato riconosciuto il ruolo di benefattore verso la comunità. Naturalmente, di P. Poppaedius Secundus, della sua famiglia, della sua magnanimità, ma soprattutto dell'onore che ha ricevuto, non avremmo saputo niente, se non avessimo ritrovato la sua iscrizione sepolcrale. L'Assistente della Governatrice distretto Rotary Elisabetta Papagni ha concluso il convegno con le proprie congratulazioni e riportando inoltre quelle della Governatrice per questo service che ancora una volta ha contraddistinto il Rotary Club di Canosa della sua attenzione e dedizione al territorio.
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