Ospedale Canosa
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Riordino, una beffa per la BAT

Il sindaco La Salvia replica all’articolo

Il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, replica all'articolo "Riordino, una beffa per la BAT". "Ogni tanto si ode un tonfo: un altro è caduto dal pero – dichiara il primo cittadino di Canosa -. Ho letto con divertita irritazione gli articoli dell'ottimo direttore di struttura complessa, il consigliere comunale barlettano e membro del Comitato tecnico regionale dell'Emergenza-Urgenza oltre che mio professionale referente (essendo l'unico primario di Pronto Soccorso della Bat), il dottor Cosimo Cannito. Ho la sensazione che, vista la malaparata, sia semplice oggi indicare possibili responsabili pesanti come il "tre di picche" in una situazione complessa e, come egli stesso riferisce, che ha visto partecipi a vari livelli moltissime figure, anche dentro le stanze dei bottoni. Ma vediamo di andare con ordine. Il Piano di riordino rappresenta una necessità imprescindibile: i costi del Servizio sanitario nazionale, ci hanno spiegato, sono insostenibili in rapporto alla qualità dei servizi offerti. Ed è inutile ricordare che la necessità di rientrare nei costi parte da almeno 15 anni or sono: ah, se la politica fosse stata assunzione di responsabilità da allora e non protezione di questo o quel vassallo: forse avremmo risolto prima e meglio, senza emergenze. Abbiamo avuto nel frattempo l'istituzione di un Ente intermedio, la Provincia Bat, che è stata completamente ignorata nelle decisioni importanti come quelle sulla sanità e che è da sempre "tamquam non esset" (come se non ci fosse, ndr), se non per quel che riguarda i contratti di affitto! Ed allora, pur condividendo l'approccio emergenziale del 118, mi interrogo su tutto quello che emergenza non è, e che rappresenta la torta più grossa dell'assistenza sanitaria. Già, perché a Cosimo (perdonatemi ma sono abituato a chiamarlo così quando ci incontriamo) sfugge che la voglia di avere un attico attrezzato confligge con l'assenza dei pilastri portanti. Mi spiego: non ho i posti letto per la rutinaria necessità dei pazienti, tanto sono pochi in questa provincia i letti a disposizione (la metà prevista dalla legge, ma ancor prima dalla decenza!) e penso al complementare reparto di Chirurgia polmonare o quant'altro. Ma ancora: ho la Provincia con responsabili dell'Emergenza che non hanno la centrale operativa e che, anzi, rispondono a 2 diverse CO 118 che si "contendono" il territorio in base al comune dal quale arriva la chiamata. CONTIAMO COME IL 2 (non il 3) DI BRISCOLA e fino ad oggi ci andava bene! La colpa è di questi consiglieri provinciali che hanno difeso parrocchiette in modo miope e forse sordi ai consigli dei "tecnici"? O forse dei sindaci annichiliti dal leggerissimo peso che gli attribuisce la Legge? Almeno in questo caso, per quello che hanno potuto, l'Assemblea dei Sindaci ha deliberato un documento decisamente contrario a quanto era nella previsione regionale. E personalmente: io c'ero alla presentazione in aula consiliare regionale del Piano di riordino tra Direttori Generali, giornalisti e Tecnici leccesi; ed ero l'unico ad aver avuto una esposizione mediatica da "bastian contrario argomentato" nota alla stampa sia su carta che televisiva. Non è tutto: la mia Amministrazione ha deliberato una proposta tecnica che, partendo dalla pericolosa carenza di posti letto, suggeriva in attesa dell'araba fenice, "il nuovo ospedale di Andria", che Canosa fosse considerato ospedale di area disagiata avendo i formali requisiti previsti dalla normativa (come Lucera!). E, perdonami Cosimo, dai tecnici dell'Emergenza o dai Dirigenti dell'ASL (i medici in servizio, te compreso!) non una sola proposta è pervenuta in tal senso.
La politica ha il compito di mediare tra le risorse e le necessità utilizzando tecnici capaci di orientare: ho la sensazione che abbia abdicato delegando alla visione di qualche economista la responsabilità delle scelte ed all'ecumenismo di fatto dell'attuale governo regionale la diluizione della responsabilità etica! Ricordo, infine, la faccia di quel galantuomo del Procuratore della Repubblica, il dottor Carlo Maria Capristo, quando, nel 2012, preoccupato dei tagli dei posti letto per la Ginecologia e la Pediatria mi rivolsi a lui (da solo pure quella volta!) ipotizzando che il venir meno dei posti potesse coincidere con un maggior rischio per la salute delle persone, al netto dell'assenza di qualunque "rinforzo" limitrofo. Se tutto verrà realizzato tornerò in Procura a chiedere chiarimenti: dai Pronto Soccorso di Andria e Barletta ogni giorno vengono ricoverate persone a Canosa: se non sarà più possibile dovremo pensare che i medici siano stati tutti "caproni", incapaci di selezionare in base alle necessità o che, effettivamente, aumenterà il rischio per la salute sia dei pochi che hanno bisogno della Chirurgia vascolare che DEI TANTI con la sepsi e gli scompensi acuti non sono diversamente gestibili".
Ufficio Stampa: Francesca Lombardi
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