Aosta S.Stefano
Aosta S.Stefano
Il Pensare tra bellezza e verità

L'amicizia è balsamo di vita

L'autentica verità nell'amicizia

In una società nella quale gli spazi ed i tempi vanno sempre più assottigliandosi, in una tecnologia sempre più avanzata, che lascia poco spazio alla creatività, il tempo per i sentimenti e per la condivisione dei pensieri, trova sempre meno diritto di cittadinanza. I legami che, per la fretta, per la mobilitazione continua, sono sempre più liquidi invocano un appello al silenzio, necessitante per un senso di appartenenza profondo, che preservi, oggi più di ieri, dalla dispersione. Oggi appartenenza profonda è riscoprire l'amicizia. Amico/a parola musicale che richiama la luce del vivere. L'amico è ciò che lega, che ti fa essere e riconoscere. Le migliaia di personalità che l'uomo assume, in una società complessa come la nostra di pirandelliana memoria, trova la sua consolazione per l'armonica identità ritrovata attraverso l'amicizia. Nelle chiese valdostane, per gli abitanti degli scorsi secoli, era più significativo entrare nel silenzio e incontrare anche altri amici, nello spazio liturgico. Colonne a tortiglione che richiamano gli alberi della vita, avvolti da frutti buonissimi. Luci splendide rifrangenti dell'oro da altari che spingevano a guardare oltre. Figure di angeli musici o di cori, rappresentazioni del Padre benedicente con il globo tra le mani, Madonne materne cariche di tenerezza luminosissime, tutte attorniate dagli amici del cielo: i santi. Entrando in una chiesa ci si sentiva a casa, perché i santi, che avevano sperimentato le stesse fatiche dei fedeli, erano lí a consolarti. Il lavoro, il sudore, il sacrificio, la paura li trovavi nella tua chiesa, ma trasformati in Dio, con gli amici del cielo a cui si poteva aprire il proprio cuore. Gli amici li si trovava in chiesa, non solo al bar. Potevi essere sicuro dei santi, loro l'amicizia non la tradivano! Amici, i santi, che come amici di Dio ti facevano intravvedere la luce di Dio e ti davano la gioia che i cari che avevi perso stavano bene, con la Trinità, immersi nell'oro, nei frutti e più ancora in buona compagnia, con angeli musici e con quelle anime beate così tanto invocate in vita. In chiesa si poteva pensare ad alta voce perché gli amici di Dio e dell'uomo, i santi, ti ascoltavano e ti sostenevano, intercedendo per te.

Detto ciò, applicando al nostro oggi, sento che l'amicizia ha il valore dell'oro, di quel nutrimento abbondante che solo chi ha fame può capirne la più vera preziosità. L'amicizia è il legame per comprendere sè stessi e gli altri, come anche il vero amico è sempre un intercessore. Intercedere significa stare in mezzo per generare favori. L'amico non resta chiuso nel suo io, ma intercede perché l'altro cresca, gioisca, sia contento. L'amico non ha solo la bontà, ma soprattutto la benevolenza, il cui volere è che l'altro sia buono. L'amico è paziente, sopporta tutto e sa attendere. In una società dove tutti vanno di fretta, penso che ci sia fretta di avere amici veri, autentici, con i quali sentirsi sempre liberi di pensare ad alta voce, restando sè stessi, annullando il rischio di essere nessuno perché si è diventati centomila, come diceva Pirandello. La Bibbia insegna che l'amicizia è balsamo di vita. Possa questo profumo avvolgere tutti prima di ogni altro odore artificioso."Chi trova un amico trova un tesoro", in questa vita, ma più fortunato chi coltiva anche l'amicizia celeste, specialmente quella di chi si è fatto nostro amico, il beneamato Gesù. L'amicizia, come ricorda la Scrittura, è sempre una protezione potente.
Salvatore Sciannamea
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