A Canosa il "Natale di Greccio"
Con la comunità delle Parrocchie del Centro Storico, lungo la suggestiva Salita Purgatorio
venerdì 30 dicembre 2022
16.38
Lungo la suggestiva Salita Purgatorio a Canosa di Puglia è stato ideato ed organizzato un percorso tra i mestieri di una volta e le antiche botteghe, prima di raggiungere la grotta della Natività. Una location tra la storia e l'attualità per le due rappresentazioni del "Natale di Greccio" che lo scorso 23 dicembre ha visto in scena da protagonisti: i bambini, i ragazzi, gli educatori della comunità delle Parrocchie del Centro Storico guidate dal parroco Don Carmine Catalano e dal vice Don Antonio Turturro. Tra suoni, mestieri, dialoghi e scenografie, "ci siamo immersi" nel contesto in cui Gesù è nato ed è entrato nella storia dell'umanità. Il "primo presepe" risale al 1223 e l'anno prossimo ricorreranno gli 800 anni dalla prima rappresentazione in cui Francesco d'Assisi contemplava il Mistero dell'Incarnazione e volle renderlo visibile nel borgo di Greccio, uno dei luoghi più importanti del francescanesimo.
Nella cavità di una grotta, il 25 dicembre 1223, il poverello di Assisi realizzò il primo presepe della storia. Quella notte di Natale, con dei personaggi viventi, San Francesco d'Assisi, dava vita ad uno dei suoi sogni: rievocare la nascita di Gesù. Il "Natale di Greccio" rivissuto dai bambini, dai ragazzi, dagli educatori della comunità delle Parrocchie del Centro Storico di Canosa con quella semplicità e quella povertà di San Francesco D'Assisi, da esempio per uno stile di vita sobrio. Nell'essenzialità delle cose e nella ricchezza di esser lì insieme per la rappresentazione del "Natale di Greccio" , come San Francesco che volle "vedere dal vivo" la povertà, la condizione reale in cui Gesù volle nascere. La rievocazione di questo momento storico evidenzia "l'umiltà dell'incarnazione" come la definiva San Francesco. Un Dio onnipotente che si è fatto uomo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria ed è venuto al mondo indifeso come un bambino e povero come l'ultimo degli ultimi nella grotta di Betlemme, conosciuta come la "grotta della Natività".
Riproduzione@riservata
Foto a cura di Savino Mazzarella
Nella cavità di una grotta, il 25 dicembre 1223, il poverello di Assisi realizzò il primo presepe della storia. Quella notte di Natale, con dei personaggi viventi, San Francesco d'Assisi, dava vita ad uno dei suoi sogni: rievocare la nascita di Gesù. Il "Natale di Greccio" rivissuto dai bambini, dai ragazzi, dagli educatori della comunità delle Parrocchie del Centro Storico di Canosa con quella semplicità e quella povertà di San Francesco D'Assisi, da esempio per uno stile di vita sobrio. Nell'essenzialità delle cose e nella ricchezza di esser lì insieme per la rappresentazione del "Natale di Greccio" , come San Francesco che volle "vedere dal vivo" la povertà, la condizione reale in cui Gesù volle nascere. La rievocazione di questo momento storico evidenzia "l'umiltà dell'incarnazione" come la definiva San Francesco. Un Dio onnipotente che si è fatto uomo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria ed è venuto al mondo indifeso come un bambino e povero come l'ultimo degli ultimi nella grotta di Betlemme, conosciuta come la "grotta della Natività".
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Foto a cura di Savino Mazzarella