A rischio povertà anche gli anziani nelle campagne
Coldiretti Puglia: "Risparmi prosciugati dalla crisi"
lunedì 13 luglio 2020
22.23
Più di 1 pensionato su 3 (37,8%) finirà i soldi e si ritroverà senza risparmi per pagare cibo, riscaldamento e debiti vari entro l'autunno innescando una bomba sociale.. E' quanto emerge da una elaborazione dell'Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Bankitalia in riferimento al crollo del Pil in Italia nel 2020, diffusa nel corso del consiglio direttivo dei pensionati di Coldiretti Puglia, a cui ha partecipato il presidente nazionale Giorgio Grenzi. "Un laboratorio di idee nel settore agricolo che possa attivare, mediante servizi molto innovativi e attraverso la condivisione con le donne e i giovani, attività di welfare rivolte agli anziani e alle famiglie, in modo che le imprese agricole possano rappresentare una risorsa utile per rafforzare la rete di protezione nelle campagne e consentire una migliore qualità della vita nelle aree rurali, anche in un periodo difficile del post Covid. Le pensioni aiutano i bilanci per più di una famiglia su tre con la presenza dei nonni in casa che viene giudicata positivamente per il contributo economico e sociale che sono in grado di offrire in un momento di difficoltà", ha detto Angelo Marseglia, presidente dei pensionati di Coldiretti Puglia.
La presenza degli anziani all'interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi – sostiene Coldiretti Puglia – si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l'impresa familiare è – aggiunge Coldiretti Puglia – un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato.
"In Puglia sono circa 210 mila pensionati dei lavoro autonomo – 63 mila coltivatori diretti, 73 mila artigiani ed altrettanti commercianti – con un'altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che non superano i 515 euro al mese – ha aggiunto il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Secondo i dati dell'analisi territoriale dell'Istat sui trattamenti pensionistici, esiste una disparità di trattamenti nelle aree rurali alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali che rende più complessa la vita degli anziani".
La crisi generata dagli effetti del coronavirus ha peggiorato soprattutto fra gli anziani a basso reddito, con un esercito di nuovi di circa 1/3 è rappresentato da uomini e donne con più di 65 anni – aggiunge Coldiretti - che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento. Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse – è emerso nel corso del Consiglio direttivo di Coldiretti Pensionati – eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza, definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria.
"I continui tagli apportati alla spesa sociale, la notevole riduzione del Fondo per la non autosufficienza – ha concluso il Direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni – stanno scaricando sulle famiglie l'inadeguatezza dei servizi pubblici per gli anziani e per i non autosufficienti e stanno minando la stessa qualità della vita dei nostri pensionati, una risorsa e un patrimonio da salvaguardare". Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E' evidente – aggiunge Coldiretti Puglia – l'insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell'intervento pubblico.
Una situazione di difficoltà che si è allargata progressivamente negli ultimi quindici anni lungo la Penisola: nel Nord la povertà cresce di più che nel resto d'Italia con un aumento del 165% delle famiglie che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, a pagare le bollette o l'affitto, mentre al Centro l'aumento è del +79% e al Sud del +72%. E anche nei primi 6 mesi del 2020 – conclude Coldiretti – sono cresciuti di un milione i nuovi poveri che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati e che hanno bisogno di aiuto per mangiare.
La presenza degli anziani all'interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi – sostiene Coldiretti Puglia – si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l'impresa familiare è – aggiunge Coldiretti Puglia – un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato.
"In Puglia sono circa 210 mila pensionati dei lavoro autonomo – 63 mila coltivatori diretti, 73 mila artigiani ed altrettanti commercianti – con un'altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che non superano i 515 euro al mese – ha aggiunto il Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Secondo i dati dell'analisi territoriale dell'Istat sui trattamenti pensionistici, esiste una disparità di trattamenti nelle aree rurali alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali che rende più complessa la vita degli anziani".
La crisi generata dagli effetti del coronavirus ha peggiorato soprattutto fra gli anziani a basso reddito, con un esercito di nuovi di circa 1/3 è rappresentato da uomini e donne con più di 65 anni – aggiunge Coldiretti - che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento. Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse – è emerso nel corso del Consiglio direttivo di Coldiretti Pensionati – eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza, definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria.
"I continui tagli apportati alla spesa sociale, la notevole riduzione del Fondo per la non autosufficienza – ha concluso il Direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni – stanno scaricando sulle famiglie l'inadeguatezza dei servizi pubblici per gli anziani e per i non autosufficienti e stanno minando la stessa qualità della vita dei nostri pensionati, una risorsa e un patrimonio da salvaguardare". Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E' evidente – aggiunge Coldiretti Puglia – l'insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell'intervento pubblico.
Una situazione di difficoltà che si è allargata progressivamente negli ultimi quindici anni lungo la Penisola: nel Nord la povertà cresce di più che nel resto d'Italia con un aumento del 165% delle famiglie che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, a pagare le bollette o l'affitto, mentre al Centro l'aumento è del +79% e al Sud del +72%. E anche nei primi 6 mesi del 2020 – conclude Coldiretti – sono cresciuti di un milione i nuovi poveri che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati e che hanno bisogno di aiuto per mangiare.