A Savino Silecchia la Medaglia d'Onore in Memoria del padre Giovanni
Ricevuta dal Prefetto Valiante a Barletta
sabato 30 gennaio 2021
19.46
Sentita e partecipata commozione alla cerimonia svoltasi il 27 gennaio scorso a Barletta in occasione del Giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Per la ricorrenza è stata effettuata anche la consegna delle medaglie d'onore conferite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai familiari di 6 cittadini del territorio della Provincia Barletta Andria Trani, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra.
A riceverla anche il Cavaliere della Repubblica Savino Silecchia, Comandante della Stazione Carabinieri di Canosa di Puglia, per 22 anni fino al 13 settembre 2019, ora in quiescenza:"""La cerimonia in Prefettura sia pure in forma ridotta, senza la presenza di altri familiari, nel rispetto dell'osservanza delle norme di contenimento del contagio da Covid, è stata comunque emozionante, in quanto avvenuta davanti alle autorità, il Prefetto Maurizio Valiante, il Sindaco del mio paese, Emanuele Losapio di Trinitapoli e di Canosa Roberto Morra oltre che ripresa dagli organi di informazione e stampa.Tale Onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica, riconosce e premia le sofferenze patite da mio padre durante la guerra, soprattuutto nel periodo di prigionia in mano ai tedeschi. Finalmente è stata ottenuta da noi familiari a 76 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e se ancora oggi mio padre viveva essendo classe1921 doveva avere 100 anni. E'' una gratificazione per noi figli, ricordare sempre e per tutti, almeno il 27 gennaio la Giornata della Memoria, quanto sofferto dai nostri padri, affinché i giovani di oggi sappiano che simili atrocità non devono più accadere in futuro""" Ha dichiarato il luogotenente carica speciale dell'Arma in congedo Savino Silecchia a margine della cerimonia dedicata alla memoria del padre Silecchia Giovanni, nato a Trinitapoli il 17 marzo del 1921, chiamato alle armi l'11 gennaio 1941. Successivamente promosso al grado di caporale, radiotelegrafista ed autista di autoblindo, ha partecipato durante la seconda guerra mondiale alle operazioni di guerra nei Balcani, in territorio Greco Albanese, con il 4* Gruppo Corazzato Nizza di Cavalleria. In Albania veniva catturato e fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania. Durante la prigionia dal 14 settembre 1943 all'8 maggio 1944, nel corso di un bombardamento aereo sul luogo di lavoro, benché ferito alla testa, riuscì a salvarsi da morte certa, uscendo dal rifugio tramite il varco causato da una bomba, strisciando sui morti e feriti." Come riportano i cenni biografici di Silecchia Giovanni, padre di Savino e Isabella di Trinitapoli, resi noti nel Giorno della Memoria, ricorrenza istituita dalla Legge n.211 del 20 luglio 2000 al fine di ricordare la Shoah, ma anche "le leggi razziali approvate sotto il fascismo, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, tutti gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte. E tutti coloro che si opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati". Momenti significativi di narrazione dei fatti e di riflessione, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
A riceverla anche il Cavaliere della Repubblica Savino Silecchia, Comandante della Stazione Carabinieri di Canosa di Puglia, per 22 anni fino al 13 settembre 2019, ora in quiescenza:"""La cerimonia in Prefettura sia pure in forma ridotta, senza la presenza di altri familiari, nel rispetto dell'osservanza delle norme di contenimento del contagio da Covid, è stata comunque emozionante, in quanto avvenuta davanti alle autorità, il Prefetto Maurizio Valiante, il Sindaco del mio paese, Emanuele Losapio di Trinitapoli e di Canosa Roberto Morra oltre che ripresa dagli organi di informazione e stampa.Tale Onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica, riconosce e premia le sofferenze patite da mio padre durante la guerra, soprattuutto nel periodo di prigionia in mano ai tedeschi. Finalmente è stata ottenuta da noi familiari a 76 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e se ancora oggi mio padre viveva essendo classe1921 doveva avere 100 anni. E'' una gratificazione per noi figli, ricordare sempre e per tutti, almeno il 27 gennaio la Giornata della Memoria, quanto sofferto dai nostri padri, affinché i giovani di oggi sappiano che simili atrocità non devono più accadere in futuro""" Ha dichiarato il luogotenente carica speciale dell'Arma in congedo Savino Silecchia a margine della cerimonia dedicata alla memoria del padre Silecchia Giovanni, nato a Trinitapoli il 17 marzo del 1921, chiamato alle armi l'11 gennaio 1941. Successivamente promosso al grado di caporale, radiotelegrafista ed autista di autoblindo, ha partecipato durante la seconda guerra mondiale alle operazioni di guerra nei Balcani, in territorio Greco Albanese, con il 4* Gruppo Corazzato Nizza di Cavalleria. In Albania veniva catturato e fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania. Durante la prigionia dal 14 settembre 1943 all'8 maggio 1944, nel corso di un bombardamento aereo sul luogo di lavoro, benché ferito alla testa, riuscì a salvarsi da morte certa, uscendo dal rifugio tramite il varco causato da una bomba, strisciando sui morti e feriti." Come riportano i cenni biografici di Silecchia Giovanni, padre di Savino e Isabella di Trinitapoli, resi noti nel Giorno della Memoria, ricorrenza istituita dalla Legge n.211 del 20 luglio 2000 al fine di ricordare la Shoah, ma anche "le leggi razziali approvate sotto il fascismo, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, tutti gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte. E tutti coloro che si opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati". Momenti significativi di narrazione dei fatti e di riflessione, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia affinchè simili eventi non possano mai più accadere.