Agricoltura : "Sì ai controlli, ma con buon senso"
La nota del consigliere Gianni Stea
mercoledì 7 settembre 2016
17.19
Con una nota, il consigliere della Regione Puglia (Gruppo Ap), Gianni Stea , riferisce in merito ai controlli in agricoltura di quest'ultimo periodo."Arrivano un po' da tutta la Puglia, ma particolarmente dal Barese, dal Salento e fino al territorio della BAT, le denunce degli imprenditori dell'agroalimentare: i controlli, pur giusti nell'ottica delle prevenzione e repressione del lavoro nero e dello sfruttamento, stanno paralizzando il lavoro nelle aziende, creando danni e disagi - beninteso, tanto agli imprenditori, quanto ai dipendenti - che si aggiungono a quelli causati dagli eventi meteorologici e dalle azioni delle criminalità organizzata. Le regole ci sono, per fortuna, e nella maggior parte dei casi, vengono pure applicate nei limiti di quanto è umanamente ed economicamente possibile fare in presenza di una macchina burocratica elefantiaca e sovente assurda". È quanto denuncia il consigliere Stea : "Per questo presenterò al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e all'assessore all'Agricoltura, Leonardo Di Gioia, un'interrogazione urgente per conoscere come intendano procedere, facendo conciliare i pur giusti controlli con un abbondante uso di buon senso in modo da non rischiare la perdita di quintali di prodotti agricoli. In questi giorni in una serie di incontri con i rappresentanti delle associazioni, in particolare modo dell'Apeo (associazione produttori ed esportatori ortofrutticoli) ho avuto modo di inquadrare a fondo una questione che rischia di degenerare trascinando l'intero settore - fiore all'occhiello dell'economia pugliese - in una gravissima crisi: tra blocchi e controlli serrati, i prodotti partono in ritardo con la conseguenza di pesantissime multe a carico delle aziende. Ma c'è anche un'altra questione che andrebbe approfondita e per cui chiedo alla giunta regionale di fare da tramite con il governo nazionale: la nuova legge contro il caporalato, nata su presupposti del tutto condivisibili, bolla quasi a livello dei peggiori boss mafiosi - con tanto di confisca dei beni - chi non rispetta puntigliosamente una legislazione farraginosa e sovente lontana anni luce dalla realtà che si vive nelle aziende agroalimentari. L'unico reale risultato che si potrà ottenere - e di tanto sono ben consapevoli tanto le associazioni datoriali, quanto le organizzazioni sindacali - sarà quello di distruggere completamente il comparto, già vittima delle vera mafia dei furti nei campi e delle intimidazioni a scopo estorsivo (vedi taglio dei tendoni)