Agromafie ed ecomafie in Puglia
La denuncia di Coldiretti Puglia
lunedì 28 ottobre 2019
16.22
Le agromafie fanno il paio con le ecomafie in Puglia, dove si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, sabotaggi ai danni delle aziende agricole e smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile. E' quanto denuncia Coldiretti Puglia che plaude all'operazione dei militari che hanno sorpreso 3 bulgari nelle campagne di Cerignola a bruciare i resti delle coltivazioni di pomodoro insieme con i tubicini di plastica per l'irrigazione. Secondo il rapporto dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti, sulla base degli accertamenti della magistratura, negli ultimi 20 anni in Puglia sono stati sversati, tombati o bruciati rifiuti di ogni genere. "E' inaccettabile che le aree rurali vengano utilizzate come discariche a cielo aperto, depauperando un territorio curato e produttivo, inquinando la terra e il sottosuolo, arrecando un danno ingente all'imprenditore agricolo. Si tratta di un fenomeno grave ed in escalation, con lo sversamento in campagna di rifiuti di ogni genere, da immondizia ad elettrodomestici fino a lamiere di amianto", torna a denunciare Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia. Di pari passo continuano i furti di prodotti agricoli e di chilometri di fili di rame nelle campagne, insiste Coldiretti Puglia, per cui il presidente Muraglia ha chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione Emiliano e con i Prefetti pugliesi..
"E' di qualche ora fa il furto di 2 km di cavi elettrici a Manfredonia in zona Ramatola – insiste Muraglia - mentre sono centinaia i quintali di olive e uva da tavola che si stanno volatizzando nella notte in Puglia ad opera della criminalità, con un boom di fenomeni criminali da oltre 300 milioni di euro di danni stimati in un anno". Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e dell'uva da tavola e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della 'refurtiva' che i ladri non riescono a portare via, aggiunge Coldiretti Puglia. "I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva sono stati all'ordine del giorno anche nel 2019. In questo scenario di strisciante diffusione dell'illegalità e clima di pericolosa incertezza – insiste Muraglia - le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività. C'è preoccupazione anche per i frantoi che tra qualche settimana saranno costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada, eppure questa è stata la condizione negli ultimi anni nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell'olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l'incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne", conclude il presidente Muraglia.
Si assiste alla 'stagionalità' delle attività criminose in campagna – denuncia Coldiretti Puglia – perché squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo e aprile, rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca.I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la "porta di ingresso principale" della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale, conclude Coldiretti Puglia.
"E' di qualche ora fa il furto di 2 km di cavi elettrici a Manfredonia in zona Ramatola – insiste Muraglia - mentre sono centinaia i quintali di olive e uva da tavola che si stanno volatizzando nella notte in Puglia ad opera della criminalità, con un boom di fenomeni criminali da oltre 300 milioni di euro di danni stimati in un anno". Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e dell'uva da tavola e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della 'refurtiva' che i ladri non riescono a portare via, aggiunge Coldiretti Puglia. "I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva sono stati all'ordine del giorno anche nel 2019. In questo scenario di strisciante diffusione dell'illegalità e clima di pericolosa incertezza – insiste Muraglia - le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività. C'è preoccupazione anche per i frantoi che tra qualche settimana saranno costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all'imbocco dell'autostrada, eppure questa è stata la condizione negli ultimi anni nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell'olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l'incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne", conclude il presidente Muraglia.
Si assiste alla 'stagionalità' delle attività criminose in campagna – denuncia Coldiretti Puglia – perché squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell'uva da vino a marzo e aprile, rubano l'uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l'anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati, rubano gli ulivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca.I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la "porta di ingresso principale" della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale, conclude Coldiretti Puglia.