Ancora incidenti mortali per i cinghiali
Interviene la C.I.A. di Puglia
martedì 16 maggio 2017
15.31
Dopo l'ennesimo incidente mortale accaduto la settimana scorsa a causa dei cinghiali che sono diventati stanziali in zone assolutamente non vocate, perfino su strade a scorrimento veloce come quella nei pressi di Sannicandro Garganico (FG) dove ha perso la vita un giovane di 28 anni impattando contro l'animale con la propria autovettura, interviene anche la CIA Agricoltori Italiani di Puglia con una nota. "La presenza dei cinghiali sul nostro territorio è aumentata in modo considerevole tanto da causare seri rischi all'incolumità di tanti cittadini". L'aumento del numero di animali selvatici, in particolar modo dei cinghiali, sta causando pericoli anche agli agricoltori e danni alle colture. I cinghiali, sempre più spesso, scendono a valle in cerca di cibo e arrivano sui campi. E' un problema ormai comune a molte zone d'Italia. "Deve essere posto un freno all'incremento della fauna selvatica. Occorre un piano che coinvolga organicamente tutti i livelli istituzionali e organizzativi cui compete intervenire su questa problematica". Già nel recente passato, la CIA si è espressa in favore di un primo intervento emergenziale attraverso abbattimenti selettivi. Gli eventi tragici, come quello accaduto lo scorso 10 maggio nel foggiano rischiano di ripetersi con una frequenza sempre maggiore se non si interviene per tempo. Sul problema inerente il proliferare dei cinghiali, si è tenuta un'audizione in Regione Puglia, proprio lo scorso 10 maggio.
La questione sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza nell'Ambito Territoriale Caccia della Provincia di Bari, dove negli anni fra il 2000 e il 2002, per fini venatori, furono introdotti 170 cinghiali. Con la costituzione dell'area protetta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, all'interno della cui area è vietata la caccia, la specie ha avuto modo di riprodursi a dismisura tanto da creare non pochi problemi alle aziende agricole e zootecniche. L'ultimo censimento ha rilevato la presenza di circa 3700 esemplari. Le azioni di contrasto messe in atto con l'introduzione del lupo non hanno portato alcun miglioramento; anzi in diverse circostanze, soprattutto le aziende zootecniche ricevono continuamente danni da attacchi dai lupi ai capi di bestiame. Bisogna porre rimedio per evitare la caccia di frodo ed evitare tragedie come l'omicidio di Don Francesco Cassol, ucciso nel parco durante una battuta di caccia al cinghiale. Le misure di prevenzione come la realizzazione di recinzioni elettrificate possono sicuramente essere un valido strumento per evitare i danni alle colture, ma se non ci sarà una effettiva riduzione della popolazione del cinghiale il problema non sarà mai risolto. Secondo la Cia, per affrontare in maniera concreta il problema, è necessaria una norma che regolamenti un controllo efficace dei cinghiali, anche mediante l'attuazione di strategie venatorie miranti a creare condizioni di equilibrio ambientale, sociale, economico con particolare riferimento alla salvaguardia delle coltivazioni agricole, degli allevamenti zootecnici, delle attività agrituristiche, presenti soprattutto dell'area del Parco e al giusto risarcimento delle aziende danneggiate dai danni provocati dai cinghiali, ma dalla fauna selvatica in generale all'interno delle aree parco, ma anche per le aziende fuori dai confini delle aree protette. "Alle nostre istituzioni regionali chiediamo di essere attente e solerti nell'operare tempestivamente per affrontare la questione". E' la richiesta avanzata dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Puglia pronta a offrire ogni contributo, per quanto le compete, utile a risolvere un problema che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni e caratteristiche sempre più drammatiche. Gli ultimi tragici eventi impongono la necessità di innalzare il livello di allerta e di programmare efficaci attività di contrasto alla fauna degli ungulati che mette a repentaglio l' incolumità stessa delle persone oltre ai danni enormi alle produzioni agroalimentari del territorio.
La questione sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza nell'Ambito Territoriale Caccia della Provincia di Bari, dove negli anni fra il 2000 e il 2002, per fini venatori, furono introdotti 170 cinghiali. Con la costituzione dell'area protetta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, all'interno della cui area è vietata la caccia, la specie ha avuto modo di riprodursi a dismisura tanto da creare non pochi problemi alle aziende agricole e zootecniche. L'ultimo censimento ha rilevato la presenza di circa 3700 esemplari. Le azioni di contrasto messe in atto con l'introduzione del lupo non hanno portato alcun miglioramento; anzi in diverse circostanze, soprattutto le aziende zootecniche ricevono continuamente danni da attacchi dai lupi ai capi di bestiame. Bisogna porre rimedio per evitare la caccia di frodo ed evitare tragedie come l'omicidio di Don Francesco Cassol, ucciso nel parco durante una battuta di caccia al cinghiale. Le misure di prevenzione come la realizzazione di recinzioni elettrificate possono sicuramente essere un valido strumento per evitare i danni alle colture, ma se non ci sarà una effettiva riduzione della popolazione del cinghiale il problema non sarà mai risolto. Secondo la Cia, per affrontare in maniera concreta il problema, è necessaria una norma che regolamenti un controllo efficace dei cinghiali, anche mediante l'attuazione di strategie venatorie miranti a creare condizioni di equilibrio ambientale, sociale, economico con particolare riferimento alla salvaguardia delle coltivazioni agricole, degli allevamenti zootecnici, delle attività agrituristiche, presenti soprattutto dell'area del Parco e al giusto risarcimento delle aziende danneggiate dai danni provocati dai cinghiali, ma dalla fauna selvatica in generale all'interno delle aree parco, ma anche per le aziende fuori dai confini delle aree protette. "Alle nostre istituzioni regionali chiediamo di essere attente e solerti nell'operare tempestivamente per affrontare la questione". E' la richiesta avanzata dalla Confederazione Italiana Agricoltori di Puglia pronta a offrire ogni contributo, per quanto le compete, utile a risolvere un problema che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni e caratteristiche sempre più drammatiche. Gli ultimi tragici eventi impongono la necessità di innalzare il livello di allerta e di programmare efficaci attività di contrasto alla fauna degli ungulati che mette a repentaglio l' incolumità stessa delle persone oltre ai danni enormi alle produzioni agroalimentari del territorio.