Arrestate 8 persone per traffico e gestione illecita di rifiuti

Sequestrata una cava in disuso a Minervino Murge, principale destinazione dei rifiuti smaltiti illecitamente

venerdì 18 ottobre 2024 21.53
Quest'oggi i Carabinieri per la Tutela ambientale e sicurezza energetica del Gruppo di Napoli unitamente ai militari dei Comandi Provinciali dell'Arma territorialmente competenti di Foggia, BAT, Bari e Salerno hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di n.8 soggetti resisi responsabili a vario titolo di attività organizzate per il traffico e la gestione illecita di rifiuti. Dalle attività investigative è emerso che avrebbero messo in atto una serie di condotte illecite dai primi mesi del 2020 protrattesi nel tempo e che hanno interessato diverse regioni del territorio nazionale. L'ordinanza cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari in totale accoglimento della richiesta depositata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, fa riferimento ad una serie di condotte illecite riscontrate nel corso di una complessa attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Bari, che ha avuto inizio nel marzo del 2020 e si è protratta per diversi mesi, interessando diverse regioni del territorio nazionale.

Le indagini, condotte con l'ausilio di attività tecniche, quali intercettazioni di conversazioni, video riprese e pedinamenti, e che hanno consentito di disarticolare un pericoloso sodalizio criminale dedito al compimento di reiterate azioni finalizzate a porre in essere illecite attività di smaltimento rifiuti anche speciali di svariate tonnellate. Nei dettagli :
– in data 10.02.2020, in località Stornara (FG), veniva rinvenuto un capannone stracolmo di rifiuti in balle;
– in data 21.02.2020, in località Stornarella (FG), venivano rinvenute, in aperta campagna, almeno 50 tonnellate di rifiuti indifferenziati;
– in data 06.03.2020 in località Contessa di Stornara (FG), alcune tonnellate di rifiuti indifferenziati venivano dati alle fiamme, dopo essere stati abbandonati;
– in data 03.04.2020 in agro di San Martino in Pensilis (CB) venivano rinvenuti circa 80 tonnellate di rifiuti indifferenziati;
– in data 16 aprile 2020, il località "Passo Beccioso" di Foggia, venivano rinvenute almeno 50 tonnellate di rifiuti indifferenziati;
– in data 24.04.2020 in località di Stornara (FG) – Contrada Frangipane, venivano scaricate e date alle fiamme 20 tonnellate di rifiuti della stessa tipologia dei precedenti scarichi.

Dall'analisi delle modalità di tali sversamenti, gli investigatori del NOE, coordinati dalla DDA barese, hanno focalizzato l'attenzione su una ben strutturata organizzazione criminale, dedita allo smaltimento di rifiuti speciali di origine campana. Infatti, sin dall'inizio delle investigazioni, è stato appurato che i rifiuti speciali, organizzati in balle reggiate, composte prevalentemente da scarti provenienti dal trattamento dei rifiuti speciali/industriali e frazione indifferenziata di RSU, nonché scarti tessili, dopo essere stati raccolti e trasportati, invece di essere conferiti in siti di smaltimento e/o recupero autorizzati, al fine di conseguire un ingiusto profitto, rappresentato dal risparmio di spesa, derivante dalla mancata attivazione delle corrette procedure di gestione dei rifiuti prescritte dalla legge, venivano smaltiti abusivamente presso cave in disuso, nonché aree agricole (vigneti e uliveti) e capannoni dismessi, ubicati nelle province di Foggia e della BAT ed, occasionalmente, in un area in provincia di Campobasso, sul confine con la provincia di Foggia, con conseguente, imponente deturpamento e danneggiamento delle aree interessate.

Le indagini eseguite hanno permesso di analizzare i meccanismi illeciti di tali traffici, realizzatisi secondo procedure collaudate, fondate sulla classificazione fittizia dei rifiuti da parte degli impianti di produzione, con redazione di falsa documentazione indicante siti di destino inesistenti, che consentisse di giustificare il trasporto dei rifiuti ed il successivo illecito abbandono in siti abusivi, di volta in volta individuati. La vicinanza con la Campania, principale area di provenienza dei rifiuti, e la castità e l'orografia del territorio pugliese hanno contribuito notevolmente al perpetrarsi di tali traffici illeciti.
Gli automezzi, provenienti dalle aree di produzione dei rifiuti, dopo aver raggiunto i caselli autostradali di Candela (FG) e Cerignola (FG), si dirigevano verso il luogo preventivamente individuato dall'associazione criminale, ove, durante le ore notturne, venivano abbandonati. Le aree interessate, alcune di particolare pregio naturalistico. affacciate su strade comunali e provinciali a ridosso delle aree rurali più isolate, sono divenute autentiche discariche abusive a cielo aperto, ove i rifiuti una volta scaricati, in alcune circostanze venivano dati alle fiamme, rendendo l'aria irrespirabile.

L'attività criminale ha consentito agli indagati di introitare un illecito profitto pari all'incirca a 1.200.000 (un milione duecentomila) euro, somma di denaro di cui è stato disposto il sequestro per equivalente. Nel corso di questa operazione, sono state inoltre sequestrate una società di trasporti di Cerignola (FG), con i relativi beni immobili e mobili, fra cui 35 mezzi, e una cava in disuso sita a Minervino Murge(BT), principale destinazione dei rifiuti smaltiti illecitamente.

L'applicazione della misura cautelare nei confronti degli indagati, autisti, organizzatori dei trasporti, intermediari e gestori formali e di fatto delle società responsabili, è finalizzata ad impedire il reiterarsi dell'attività criminale, attraverso ulteriori illeciti abbandoni di rifiuti e ad evitare l'alterazione delle fonti di prova attraverso la predisposizione di documentazione volta a dimostrare il preteso regolare smaltimento dei rifiuti. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare , disposta in sede di indagini preliminari,, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. Il relativo procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che l'eventuale colpevolezza, in ordine al reato contestato, dovrà essere accertata in sede di processo del contradditorio tra le parti.
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