Art.117, sanità: basta con le speculazioni!

Le precisazioni del Comitato per il NO

giovedì 1 dicembre 2016 22.37
Ci risiamo... La Sanità, questa eterna incompresa, tirata in ballo ogni volta che è necessario, un pret a porter quasi potremmo dire.. "Votare SI al diritto alla salute", articolo pubblicato il 30 novembre scorso. su "La Gazzetta del Mezzogiorno". Cosa c'entra Sua Santita "La Sanità" con il referendum costituzionale alle porte? Bella domanda. Bella domanda perché l'art. 117 Cost. comma II° sarà oggetto di riforma nel caso di esito positivo del referendum. Bella domanda perché con questo articolo lo Stato Italiano ha decentralizzato, in attuazione dell'art. 5 Cost (che prevede il più ampio decentramento amministrativo dei servizi che dipendono dallo Stato) e dell'art. 3 L. Cost. 18 ottobre 2001, n. 3, "la tutela della salute" (art. 117 II° comma Cost.). Cosa significa tutto ciò? Attualmente, l'art. 117 comma II° prevede, un'elenco di materie in cui la competenza dello Stato concorre con quella delle Regioni, cioè lo Stato si sostituisce alle Regioni solo nel caso in cui queste non riescano autonomamente a regolamentare queste materie di competenza concorrente. Il nuovo art. 117 comma II°, nel caso di esito positivo del referendum del 4 dicembre, non prevederà più "la tutela della salute" come competenza regionale, bensì esclusivamente la "programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali", riportando in capo allo Stato la potestà di emanare "disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare".

Da una prima lettura della norma si potrebbe dedurne la volontà dello Stato di uniformare il Sistema Sanitario Nazionale, riprendendosi ciò che in precedenza ha delegato alle Regioni. Tuttavia è necessario comprendere come viene finanziato il Sistema Sanitario Nazionale, per valutare se effettivamente le diversità a livello regionale sono da addebitarsi esclusivamente alle Regioni (e pertanto andrebbe favorita una modifica legislativa) o sono da addebitarsi anche allo Stato. La legge statale determina l'ammontare globale delle risorse che lo Stato deve destinare al Sistema Sanitario Nazionale. Ciò avviene perché il SSN viene finanziato da entrate proprie delle Aziende del SSN (Ticket e ricavi da attività delle stesse aziende), dalla fiscalità generale delle regioni (IRAP e IRPEF), dalla compartecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano (con un tetto per la regione Sicilia), e da bilancio dello Stato. Ma lo Stato come distribuisce queste somme? Nella ripartizione prevista per l'anno 2015 la regione Lombardia ha ricevuto 17.583.828,361 € mentre la Puglia 7.111.500,413 € , la Basilicata 1.038.289,617 €, la Calabria 3.456.113,311 €.. e se qualcuno ci fa' notare che la Campania ha ricevuto 10.082.624,587 €, ricordiamo a tutti la triste sorte della "terra dei fuochi"! Quindi, a ben vedere, vi è una disparità di fondi ricevuti! E se i fondi vanno ad aggiungersi al resto del denaro che la Regione utilizza per finanziare il SSN di sua competenza, queste cifre non appaiono strane? Ma v'è di più!

E sempre molto facile tirare in ballo la sanità, settore con gravi deficit soprattutto al Sud; settore che colpisce nel profondo i cittadini, a partire dalla soppressione di molti "Presidi Ospedalieri locali". E questo continuo richiamo alla Sanità appare ormai strumentale, l'ultima spiaggia a cui attraccare per difendere un indifendibile SI. Tuttavia la campagna a favore del Si non si ferma qui, informando il lettore del fatto che l'aspettativa di vita prima della riforma del Titolo V della Costituzione (Art. 117 compreso) era più omogenea rispetto ad ora... Quindi.. un SI porterebbe la popolazione di alcune Regioni del Sud ad ottenere un'aspettativa di vita più alta? Direi di no! Piuttosto potrebbe accadere attraverso interventi mirati sul territorio, come nel caso dei quartieri colpiti dalla produzione dell'ILVA di Taranto o dai veleni della terra dei fuochi in Campania. Appare quindi indifendibile questo SI perché non risolverà alcuno di questi problemi appena citati; perché conferisce più poteri al parlamento, che sarà composto da Deputati in parte eletti dal popolo attraverso un'imbarazzante legge elettorale; e da un Senato non eletto dal popolo ma composto da amministratori locali, che godranno delle stesse immunità dei Deputati. Indifendibile perché sottopone l'Italia "ai vincoli derivanti dall'Unione Europea", legandoci alle sorti dell'Unione senza possibilità di veto alcuno. Indifendibile per tanti altri motivi che il Comitato per il No ha illustrato in giro per l'Italia, che non enuncerò per non stancare il lettore. Al lettore rivolgo ora una domanda: perché quando si tratta di tagliare gli stipendi dei parlamentari, o gestire meglio lo Stato in sé, nessuno ne parla o la nostra classe politica vota contro questi provvedimenti? Immaginando già la risposta ricordo a tutti che una riforma dell'art. 117 comma II° della Costituzione non servirà a ridarci un più efficace Sistema Sanitario Nazionale. Perché? Perché una riforma costituzionale non darà più fondi allo Stato da destinare al SSN. Al contrario, un SSN più efficiente lo otterremo soltanto attraverso una gestione migliore dello Stato in primis, questione che coinvolge direttamente la classe politica, e non una Carta Costituzionale apartitica, che invece questa classe politica l'ha vista nascere!.
Comitato per il NO CANOSA - Giuseppe Lattanzio