Attentati a Parigi la condanna del Consiglio regionale
Le dichiarazioni di cordoglio del presidente Emiliano
sabato 14 novembre 2015
15.27
Sui gravissimi fatti di Parigi, una dichiarazione del presidente del Consiglio regionale della Puglia Mario Loizzo: "La guerra nel cuore dell'Europa. Il Consiglio regionale della Puglia condanna la violenza insensata ed esprime preoccupazione e dolore per i gravissimi attentati a Parigi. La Puglia guarda al Mediterraneo come a un mare di pace ed è costretta invece ad ascoltare echi di guerre e guardare scene di sangue al di là del mare e nel cuore della Francia. Fermiamo sul nascere questa spirale di odio".
Da questa mattina è esposta sulla facciata della Regione Puglia, sede lungomare Nazario Sauro, la bandiera della Francia in segno di solidarietà e vicinanza dopo la strage terroristica della scorsa notte, su richiesta del console onorario di Francia Stefano Romanazzi. In merito, il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, ha espresso il suo profondo cordoglio per quanto accaduto: "Si tratta di un evento che ci colpisce in maniera diretta perché ha toccato un luogo simbolo dove i concetti di libertà, uguaglianza e fraternità, così come l'utilizzo della ragione opposta alla superstizione, sono stati concepiti e posti alla base della nostra civiltà. Un attacco a Parigi è un attacco a tutti gli europei e alle persone che in questo mondo vogliono vivere secondo la ragione e non secondo la logica della forza bruta. La Puglia, da parte sua, continuerà il dialogo con quella parte dell'Islam che non si riconosce in questa azione di terrore. Bisogna identificare immediatamente tutte quelle persone di buona volontà che non hanno come obiettivo la distruzione dell'Occidente. Bisogna avere la capacità di distinguere gli amici dai nemici, di farlo attraverso i canali della diplomazia e attraverso le informazioni. Il ruolo dei servizi, della magistratura, degli investigatori in questa fase è centrale. I fatti di ieri hanno ricordato a noi tutti che è in atto uno scontro che possiamo definire una guerra, sia pure in termini moderni, dove non c'è una linea del fronte precisa e può arrivare un attacco in qualsiasi momento. Il compito che abbiamo è di non farci prendere dal panico e soprattutto di non cambiare il nostro modello di vita. Piuttosto rafforzare la direzione politica dell'Unione europea, nei rapporti con la Federazione Russa e con gli Stati uniti d'America, dando vita ad indagini interne antiterrorismo realmente coordinate ed efficaci. Esiste poi anche un problema di guerra vera e propria che si sta combattendo sull'altro fronte e che dura da tantissimi anni, rispetto al quale questi eventi ci consentono sì di individuare il nemico, ma anche di riflettere su eventuali nostri errori politici del passato. In una guerra c'è anche un aspetto diplomatico: se gli occidentali hanno commesso degli errori nella relazione con altre popolazioni questo è il momento di ammetterlo, al pari dell'azione di contrasto ai terroristi che va fatta con tutta l'intelligenza e la forza di cui disponiamo".
Da questa mattina è esposta sulla facciata della Regione Puglia, sede lungomare Nazario Sauro, la bandiera della Francia in segno di solidarietà e vicinanza dopo la strage terroristica della scorsa notte, su richiesta del console onorario di Francia Stefano Romanazzi. In merito, il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, ha espresso il suo profondo cordoglio per quanto accaduto: "Si tratta di un evento che ci colpisce in maniera diretta perché ha toccato un luogo simbolo dove i concetti di libertà, uguaglianza e fraternità, così come l'utilizzo della ragione opposta alla superstizione, sono stati concepiti e posti alla base della nostra civiltà. Un attacco a Parigi è un attacco a tutti gli europei e alle persone che in questo mondo vogliono vivere secondo la ragione e non secondo la logica della forza bruta. La Puglia, da parte sua, continuerà il dialogo con quella parte dell'Islam che non si riconosce in questa azione di terrore. Bisogna identificare immediatamente tutte quelle persone di buona volontà che non hanno come obiettivo la distruzione dell'Occidente. Bisogna avere la capacità di distinguere gli amici dai nemici, di farlo attraverso i canali della diplomazia e attraverso le informazioni. Il ruolo dei servizi, della magistratura, degli investigatori in questa fase è centrale. I fatti di ieri hanno ricordato a noi tutti che è in atto uno scontro che possiamo definire una guerra, sia pure in termini moderni, dove non c'è una linea del fronte precisa e può arrivare un attacco in qualsiasi momento. Il compito che abbiamo è di non farci prendere dal panico e soprattutto di non cambiare il nostro modello di vita. Piuttosto rafforzare la direzione politica dell'Unione europea, nei rapporti con la Federazione Russa e con gli Stati uniti d'America, dando vita ad indagini interne antiterrorismo realmente coordinate ed efficaci. Esiste poi anche un problema di guerra vera e propria che si sta combattendo sull'altro fronte e che dura da tantissimi anni, rispetto al quale questi eventi ci consentono sì di individuare il nemico, ma anche di riflettere su eventuali nostri errori politici del passato. In una guerra c'è anche un aspetto diplomatico: se gli occidentali hanno commesso degli errori nella relazione con altre popolazioni questo è il momento di ammetterlo, al pari dell'azione di contrasto ai terroristi che va fatta con tutta l'intelligenza e la forza di cui disponiamo".