Aumenti di prezzi di verdure e primizie
Analisi di Coldiretti Puglia
lunedì 4 maggio 2020
16.52
In aumento i prezzi al consumo per la verdura e le primizie di stagione come fave fresche e piselli verdi, con una forbice dei prezzi dal campo alla tavola che registra percentuali a due cifre fino al 600%. E' quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia sulla base dei prezzi riconosciuti in campagna agli agricoltori, a cui corrispondono prezzi stellari sui banchi della vendita al dettaglio. "Mentre l'inflazione ad aprile su base tendenziale si è azzerata, in controtendenza si sono invece registrate tensioni sui prezzi dei beni alimentari che hanno fatto segnare un aumento medio del 2,8%, ma con punte più elevate per i prodotti freschi. A pesare è il persistere della chiusura di ristoranti, bar, agriturismi e anche dei mercati rionali e dei mercati degli agricoltori che moltiplicando gli sbocchi di mercato e ampliando la concorrenza aumentano le possibilità di scelta dei consumatori e svolgono una funzione calmieratrice sui prezzi", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Ai pochi centesimi riconosciuti agli agricoltori la forbice si allarga a dismisura al consumo – denuncia Coldiretti Puglia - come per esempio per i caroselli che da 1,20 euro al chilo nei campi il prezzo schizza a 3,80 euro al dettaglio con una forbice che segna il +217%, le fave novelle che da 0,40 euro pagati agli agricoltori vengono vendute a 2,80 euro al chilo con +600%, i carciofi con prezzi al dettaglio del + 591% rispetto ai campi, i piselli verdi che da 1 euro in campagna sono venduti al consumo a 4,50 euro al chilo, fino ai broccoli con una forbice del 400%. Con l'emergenza Coronavirus i consumatori – sottolinea la Coldiretti - vanno a caccia di vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus con balzi della spesa che variano dal +14% della frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati nazionali nel periodo compreso tra il 16 marzo e il 12 aprile 2020 secondo Ismea/Nielsen. Una crescita trainata dalla voglia di avere in casa una riserva naturale di vitamine consigliata anche dall'ISS che sul sito, nei consigli sull'alimentazione durante l'emergenza COVID-19, invita proprio ad "aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta" con "più frutta e verdura e più legumi in ogni pasto della giornata".
Soprattutto tra i giovani la maggiore attenzione al benessere a tavola si esprime con smoothies, frullati e centrifugati con frutta e verdura consumati spesso fuori casa che – sottolinea la Coldiretti - è venuta a mancare con chiusura obbligatoria di bar, pub e locali. Una situazione aggravata dai problemi nei trasporti per le difficoltà dei camion a viaggiare a pieno carico all'andata e al ritorno in conseguenza del blocco di molte attività produttive, con la conseguenza che quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà secondo l'analisi Coldiretti/Ixe' che evidenzia anche la frenata nelle esportazioni Made in Italy. La chiusura forzata del canale della ristorazione ha infatti un effetto a valanga sull'agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prolungato al primo giugno, secondo una stima della Coldiretti. Il lungo periodo di chiusura – sottolinea la Coldiretti – sta pesando su molte imprese dell'agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all'esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione.
Ai pochi centesimi riconosciuti agli agricoltori la forbice si allarga a dismisura al consumo – denuncia Coldiretti Puglia - come per esempio per i caroselli che da 1,20 euro al chilo nei campi il prezzo schizza a 3,80 euro al dettaglio con una forbice che segna il +217%, le fave novelle che da 0,40 euro pagati agli agricoltori vengono vendute a 2,80 euro al chilo con +600%, i carciofi con prezzi al dettaglio del + 591% rispetto ai campi, i piselli verdi che da 1 euro in campagna sono venduti al consumo a 4,50 euro al chilo, fino ai broccoli con una forbice del 400%. Con l'emergenza Coronavirus i consumatori – sottolinea la Coldiretti - vanno a caccia di vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus con balzi della spesa che variano dal +14% della frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati nazionali nel periodo compreso tra il 16 marzo e il 12 aprile 2020 secondo Ismea/Nielsen. Una crescita trainata dalla voglia di avere in casa una riserva naturale di vitamine consigliata anche dall'ISS che sul sito, nei consigli sull'alimentazione durante l'emergenza COVID-19, invita proprio ad "aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta" con "più frutta e verdura e più legumi in ogni pasto della giornata".
Soprattutto tra i giovani la maggiore attenzione al benessere a tavola si esprime con smoothies, frullati e centrifugati con frutta e verdura consumati spesso fuori casa che – sottolinea la Coldiretti - è venuta a mancare con chiusura obbligatoria di bar, pub e locali. Una situazione aggravata dai problemi nei trasporti per le difficoltà dei camion a viaggiare a pieno carico all'andata e al ritorno in conseguenza del blocco di molte attività produttive, con la conseguenza che quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà secondo l'analisi Coldiretti/Ixe' che evidenzia anche la frenata nelle esportazioni Made in Italy. La chiusura forzata del canale della ristorazione ha infatti un effetto a valanga sull'agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prolungato al primo giugno, secondo una stima della Coldiretti. Il lungo periodo di chiusura – sottolinea la Coldiretti – sta pesando su molte imprese dell'agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all'esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione.