Azzerare la Tari alle aziende agricole e agriturismi
L'appello ai Comuni di Coldiretti e Terranostra Puglia
lunedì 11 maggio 2020
17.57
Appello ai Comuni affinché azzerino la Tari per le aziende agricole e soprattutto per gli agriturismi che sono stati chiusi per effetto del lungo lockdown causato dall'emergenza Coronavirus o proroghino i termini di pagamento della tassa dovuta – ancorché in misura ridotta – per l'anno 2020. Con una lettera di Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia, associazione agrituristica e ambientale, è stato chiesto alle Amministrazioni Comunali di deliberare, relativamente alla TARI 2020 ed in aderenza alle indicazioni contenute nella nota dell'IFEL, la Fondazione di ANCI, indirizzata ai Comuni del 24 aprile scorso, misure adeguate in favore delle imprese agricole, in particolare di quelle esercenti attività agrituristica che hanno subito, in conseguenza della crisi epidemiologica e dei provvedimenti atti a contenerla, un azzeramento della domanda e delle presenze, peraltro con una evidente diminuzione della relativa produzione di rifiuti.
"L'attuale situazione di incertezza in ordine alla ripresa delle attività e del turismo non consente infatti a tali imprese di riprogrammare gli impegni e di far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. Per superare la crisi occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre Imprese. L'agricoltura è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi pubblici che consentano alle imprese di ripartire. ", ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. L'emergenza CoViD19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia del Paese – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi dei supermercati.
"L'IFEL ha infatti confermato la facoltà dei Comuni di deliberare riduzioni della TARI – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - per le imprese (utenze non domestiche) che siano state costrette a sospendere l'attività o a esercitarla in forma ridotta a causa della situazione emergenziale. Da quando è cominciata la pandemia in Puglia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell'attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l'agriturismo dove sono chiuse per le misure anti contagio tutte le 876 strutture agrituristiche". L'attività agrituristica è tra le più colpite dall'emergenza Covid–19, è stata la prima a risentire del blocco delle attività – denuncia Terranostra Puglia - e risultata azzerata già da due mesi con un conto salato pari a 300 milioni di euro a carico del sistema turistico pugliese con lo stop agli spostamenti causati dall'emergenza sanitaria.
"Una anticipazione dell'apertura è necessaria per gli agriturismi che, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari – insiste il presidente De Miccolis - con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Ma per riaprire i nostri agriturismi devono essere messi nella condizione di garantire la massima sicurezza con protocolli certi e senza costi insostenibili che si tradurrebbero in un colpo di grazia".
Con l'arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche – concludono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - devono poter ripartire all'inizio di maggio riaprendo i cancelli della masserie, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell'enogastronomia Made in Puglia.
"L'attuale situazione di incertezza in ordine alla ripresa delle attività e del turismo non consente infatti a tali imprese di riprogrammare gli impegni e di far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. Per superare la crisi occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre Imprese. L'agricoltura è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi pubblici che consentano alle imprese di ripartire. ", ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. L'emergenza CoViD19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia del Paese – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi dei supermercati.
"L'IFEL ha infatti confermato la facoltà dei Comuni di deliberare riduzioni della TARI – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - per le imprese (utenze non domestiche) che siano state costrette a sospendere l'attività o a esercitarla in forma ridotta a causa della situazione emergenziale. Da quando è cominciata la pandemia in Puglia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell'attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l'agriturismo dove sono chiuse per le misure anti contagio tutte le 876 strutture agrituristiche". L'attività agrituristica è tra le più colpite dall'emergenza Covid–19, è stata la prima a risentire del blocco delle attività – denuncia Terranostra Puglia - e risultata azzerata già da due mesi con un conto salato pari a 300 milioni di euro a carico del sistema turistico pugliese con lo stop agli spostamenti causati dall'emergenza sanitaria.
"Una anticipazione dell'apertura è necessaria per gli agriturismi che, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari – insiste il presidente De Miccolis - con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Ma per riaprire i nostri agriturismi devono essere messi nella condizione di garantire la massima sicurezza con protocolli certi e senza costi insostenibili che si tradurrebbero in un colpo di grazia".
Con l'arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche – concludono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - devono poter ripartire all'inizio di maggio riaprendo i cancelli della masserie, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell'enogastronomia Made in Puglia.