Caduto il Governo !
Abbiamo due strade davanti: andare a casa oppure rilanciare con forza. Non possiamo non dedicare due righe alla politica nazionale
mercoledì 21 febbraio 2007
10.14
Non possiamo non dedicare due righe alla politica nazionale, anche se ci eravamo ripromessi di parlare solo della nostra città. Gli accadimenti policitici nazionali ci coinvolgono emotivamente e crediamo che si ripercuoteranno anche a livello locale. Che sia l'inizio di una nuova stagione di alleanze tra la maggioranza nazionale e le compagini locali di sinistra? Urge un passo avanti sulla costituzione del nuovo "Partito Democratico" a cominciare dalle prossime elezioni amministrative?
Quaresima, giornata di penitenza. Ma alla penitenza il Professore ancora non pensa. Con i suoi, prima di salire al Colle, ragiona così: «Abbiamo due strade davanti: andare a casa oppure rilanciare con forza. L'unica cosa che non possiamo permetterci, perché il Paese non lo merita, è continuare a subire questo stillicidio». La tentazione di mollare c'è: come nel '98, quando pochi giorni dopo la caduta del suo primo governo, prese Flavia e qualche amico e se ne andò in crociera sul Nilo, lontano da Rifondazione, da tutto. Oggi no, oggi non siamo ancora all'ultima frontiera. «Non tutto è perduto», Prodi non ci sta a mandare tutto all'aria, «adesso che si cominciavano a vedere i risultati ». «Coraggio, coraggio, Prodi è di passaggio » cantano i giovani di An e Forza Italia.
Il Professore si affaccia, non se la prende, sa che fa parte del gioco. Come le parole criptate di Casini e Cesa, che vengono volutamente lasciate cadere. Prodi si chiude nel suo appartamento con il capo negoziatore dell'Iran, Ali Larijani: «Gli impegni internazionali vanno rispettati». Poi esce. Sale da Napolitano e si dimette. Dall'Argentina, un ulivista gli scrive: «Presidente, non sei solo!».