Canosa: le emozioni del dialetto
I poeti Sante Valentino e Antonio Faretina ospiti della Pro Loco
lunedì 10 agosto 2020
16.36
Non ha tradito le attese, l'happening che si è tenuto sabato scorso a Canosa di Puglia(BT), dedicato al vernacolo, alle tradizioni locali e al meglio della cultura popolare. Le terrazze di Palazzo Iliceto, illuminate di tricolore, hanno ospitato l'incontro intitolato "U Calannarie nuste" organizzato dalla Pro Loco di Canosa di Puglia, presieduta da Elia Marro, un evento che di anno in anno si arricchisce di curiosità e particolari riguardanti il dialetto. Il vernacolo canosino è un patrimonio culturale di straordinario valore che nel passato ha avuto anche "una reputazione negativa", in quanto considerato lingua inferiore che impediva l'apprendimento dell'italiano.
Con savoir faire e garbo i due poeti invitati Sante Valentino e Antonio Faretina si sono presentati al pubblico coinvolgendolo a più riprese con interventi diretti e propositivi. Entrambi cultori del dialetto, delle tradizioni, degli usi e costumi locali, in questi anni di grandi trasformazioni, di profondi cambiamenti, del cosiddetto "passaggio generazionale", stanno contribuendo con le loro opere a promuovere la cultura popolare e a tramandare alle giovani generazioni poesie, proverbi, storie e aneddoti tipici, alcuni andati nel dimenticatoio ma che hanno una loro valenza antropologica e sociale. Componimenti in rime e detti popolari sono stati declamati da Sante Valentino e Antonio Faretina che nel corso della serata hanno evidenziato l'importanza del dialetto quale mezzo di trasmissione linguistica, delle esperienze e sensazioni del passato, vissute e provate da più generazioni e da poeti del recente passato.
Momenti toccanti sono stati raggiunti quando è stata ricordata la memoria di Savino Losmargiasso, poeta dialettale canosino deceduto il 3 maggio scorso. Alla presenza del figlio Leo, Antonio Faretina, commosso più del solito ha declamato "Tatonne mangia crep", il barbone, uno dei tanti protagonisti delle poesie di Losmargiasso che suscitano forti emozioni, per la ricchezza dei suoi versi che sono un patrimonio per Canosa, di fondamentale importanza per mantenere viva la cultura popolare e, contribuire a conservare il senso della storia cittadina, delle classi popolari cui spesso il dialetto ha dato voce. Al termine i due poeti, Sante Valentino e Antonio Faretina, mentre ringraziavano il presidente della Pro Loco Canosa Elia Marro, promotore ed organizzatore dell'evento insieme ai soci del' sodalizio, e tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato alla buona riuscita della manifestazione, hanno rimarcato il tenore letterario, i significati profondi delle poesie dialettali recitate, spaziando in vari ambiti socio-culturali, attraverso un percorso nuovo che si è snodato tra i segreti intrecci dei sentimenti umani con uno sguardo molto appassionato verso i temi campanilistici, legati all'appartenenza, al territorio e all'amore per la propria città.
Foto a cura di Savino Mazzarella
Con savoir faire e garbo i due poeti invitati Sante Valentino e Antonio Faretina si sono presentati al pubblico coinvolgendolo a più riprese con interventi diretti e propositivi. Entrambi cultori del dialetto, delle tradizioni, degli usi e costumi locali, in questi anni di grandi trasformazioni, di profondi cambiamenti, del cosiddetto "passaggio generazionale", stanno contribuendo con le loro opere a promuovere la cultura popolare e a tramandare alle giovani generazioni poesie, proverbi, storie e aneddoti tipici, alcuni andati nel dimenticatoio ma che hanno una loro valenza antropologica e sociale. Componimenti in rime e detti popolari sono stati declamati da Sante Valentino e Antonio Faretina che nel corso della serata hanno evidenziato l'importanza del dialetto quale mezzo di trasmissione linguistica, delle esperienze e sensazioni del passato, vissute e provate da più generazioni e da poeti del recente passato.
Momenti toccanti sono stati raggiunti quando è stata ricordata la memoria di Savino Losmargiasso, poeta dialettale canosino deceduto il 3 maggio scorso. Alla presenza del figlio Leo, Antonio Faretina, commosso più del solito ha declamato "Tatonne mangia crep", il barbone, uno dei tanti protagonisti delle poesie di Losmargiasso che suscitano forti emozioni, per la ricchezza dei suoi versi che sono un patrimonio per Canosa, di fondamentale importanza per mantenere viva la cultura popolare e, contribuire a conservare il senso della storia cittadina, delle classi popolari cui spesso il dialetto ha dato voce. Al termine i due poeti, Sante Valentino e Antonio Faretina, mentre ringraziavano il presidente della Pro Loco Canosa Elia Marro, promotore ed organizzatore dell'evento insieme ai soci del' sodalizio, e tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato alla buona riuscita della manifestazione, hanno rimarcato il tenore letterario, i significati profondi delle poesie dialettali recitate, spaziando in vari ambiti socio-culturali, attraverso un percorso nuovo che si è snodato tra i segreti intrecci dei sentimenti umani con uno sguardo molto appassionato verso i temi campanilistici, legati all'appartenenza, al territorio e all'amore per la propria città.
Foto a cura di Savino Mazzarella