Chi si comporta in modo violento difficilmente cambierà
Focus sulla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
giovedì 29 novembre 2018
23.09
Nell'ambito delle attività svoltesi dal 24 e il 27 novembre scorso per celebrare la Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle donne a Canosa di Puglia (BT) è stato inaugurato il Centro di Ascolto CAV che offrirà supporto e assistenza a tutte coloro che decideranno di "fermare il bastardo", come recitava uno slogan di qualche anno fa. Interessante è stato l'incontro organizzato dal Club per l'Unesco di Canosa di Puglia, di lunedì scorso, tenutosi con le scuole che ha visto l'attiva partecipazione delle classi IV e V del Liceo "E.Fermi", dell'IISS "L.Einaudi" e dell'IISS "N. Garrone" che ha realizzato un video molto toccante sul tema della giornata. Quest'anno il Club per l'Unesco di Canosa, presieduto da Patrizia Minerva ha voluto porre l'attenzione su un aspetto poco trattato: la violenza esercitata dalle mafie sulle donne. A parlarne sono state invitate le curatrici di 2 antologie: Daniela Marcone che con NON A CASO ha approfondito il tema sulle vittime di mafia in Puglia e Anna Copertino che con UN GIORNO PER LA MEMORIA si è occupata delle vittime campane e calabresi. Con loro, sono intervenuti al convegno Lucia Montanaro autrice di un racconto contenuto nell'antologia Un giorno per la memoria, il vice questore del Commissariato di Polizia di Canosa di Puglia, Raffaele Fiantanese e Luciana Fredella, in veste di moderatrice. La presidente nazionale di Libera, Daniela Marcone ha chiarito un aspetto agghiacciante della società (l'unione delle 3 potenze malavitose foggiane) ovvero la presenza delle donne ai vertici della malavita, donne mandanti di omicidi efferati anche nei confronti di altre donne e bambini, "donne che anzichè proteggere la vita, ordinano la morte". La Marcone ha anche sottolineato come spesso il silenzio non voglia dire necessariamente "omertà" ma il più delle volte ignoranza. Mantenere viva la memoria, informarsi e chiedere aiuto forse non salverà il mondo ma può salvare una vita. Di forte impatto è stato l'intervento della giornalista Anna Copertino, familiare di una vittima di femminicidio, che ha posto in evidenza quanto il sistema giudiziario sia ancora troppo legato ad una farraginosa burocrazia che spesso ha portato molte donne a sentirsi ulteriormente umiliate piuttosto che tutelate. Interessante dal punto di vista delle forze dell'ordine, l'intervento del vice questore Fiantanese che ha sottolineato quanto a volte sia importante leggere dietro una richiesta apparentemente futile, una vera e propria richiesta di aiuto. Purtroppo, una donna che subisce violenza troppo spesso si vergogna e colpevolizza se stessa, quasi giustificando il carnefice, adducendo la scusa che forse in qualche modo meritava "quello schiaffetto". È importante comprendere che chi si comporta in modo violento difficilmente cambierà, anzi può solo peggiorare giungendo ad un epilogo fin troppo noto. A poco servono i centri di assistenza psicologica per uomini violenti se loro per primi non riconoscono di avere un problema. Riportando l'attenzione sulle donne vittime di tutte le mafie non si possono ignorare le donne costrette a subire violenze inenarrabili volte a "far comprendere chi è che comanda" quando vengono obbligate alla prostituzione. Le cronache riportano che la violenza non si ferma alle percosse e agli stupri di gruppo ma anche alla separazione dai figli destinati a traffici umani o peggio a traffici di organi. La prostituzione costituisce, con il traffico di droga, una delle maggiori fonti di guadagno della malavita. Tuttavia, come per la droga, non ci sarebbe tanta offerta se non ci fosse tanta domanda, sorge spontaneo il quesito : con tante donne libere, disponibili, ma anche con tante escort che si prostituiscono per scelta, che bisogno c'è di ricorrere a "schiave" che non hanno alcuna speranza di ritornare libere se non con la morte? Se affrontare tematiche così delicate una giornata all'anno servisse a salvare almeno una vita, ben vengano le giornate internazionali, diversamente avremo speso un paio d'ore a fare retorica. A corredo dell'evento, l'esposizione a tema dell''opera intitolata "Luna Rossa", 100x 70 cm, tecnica olio e malte su tela gallery, realizzata dall'artista Kataos(Caterina Cannati) che rappresenta il volto di una fanciulla dolce e leggermente malinconica e serena nello stesso tempo, immerso in un universo di colori forti e contrastanti che avvolgono interamente il viso, come il blu cobalto del cielo a contrastare la folta chioma rossa dei suoi capelli mentre in basso a destra un cuore intriso di sangue che emerge dallo sfondo a simboleggiare l'amore, la passione e al contempo il sacrificio, dell'universo donna madre figlia-vita, dimostrando che si può unire l'arte insieme al sociale, il bello contro il brutto della violenza sulle donne.