Chiacchiere pugliesi e Crostoli del Veneto

Dolci di Carnevale nelle radici latine

domenica 11 febbraio 2018 19.25
È tempo di Carnevale tra maschere, coriandoli e dolci tradizionali da gustare in compagnia. Qui nella terra di Puglia, da Canosa, si chiamano "chiacchiere", sfoglie di pasta fritte nell'olio e spolverate con zucchero a velo, come la pasta delle cartellate natalizie. E nella Murgia a Spinazzola li chiamano in dialetto "crùstele". E nei giorni di Carnevale riscopriamo comuni radici dolciarie nei "crostoli" del Veneto, dove sono approdati familiari e figli, nelle comuni radici storiche diomedee. Così mi confermano dalla terra trevigiana: "li chiamiamo crostoli e galàni a Venezia". Sono strisce di pasta spessa, che diventano più sottili nei galàni veneziani, derivati nell'etimo spagnolo "gala (volante)", di strisce di stoffa o di merletto, di nastri increspati e posti come guarnizione sui vestiti eleganti di donna. Nel dialetto veneto li chiamano "grustuli" , come evocano i versi di una bella poesia di Maria Teresa: "odore bon de fritole e de grustuli se mescola ai culuri de i scurianduli", dove i sapori dei crostoli si mescolano ai colori dei coriandoli. I crostoli hanno una storia millenaria nella radice etimologica dal latino "crustulum, i", che significa biscotto, ciambella dolce, presente anche nel Medioevo , come leggiamo nel "biscotellus" del Glossarium Latinitatis del Du Cange. Nel viaggio nel tempo di questi dolcetti, i "crustula" li ritroviamo nei Sermones del poeta Orazio, nel Libro I, 1: " ut pueris olim dant crustula blandi doctores, elementa velint ut discere prima" , (come i maestri carezzevoli a volte offrono crostoli ai bambini, perché vogliano imparare l'alfabeto).

È una tradizione dolciaria dell'Antica Roma presente nell'antica gastronomia, anche nei piatti dei Lupercali di Febbraio, dove il dolcificante era il miele.Oggi li assaggiamo nella gioia di Febbraio di Carnevale con le chiacchiere della Puglia di nonna Elena e i crostoli del Veneto, con identica ricetta di questi ritagli di pasta, fritti nell'olio d'oliva e spolverati con zucchero a velo. Dalla Puglia al Veneto, tra sapori italiani, sento il profumo di una trattoria in Via San Michele del Comune di Pederobba (TV), nel legame di Amicizia con Canosa; sento il sapore di Salvatronda e Castelfranco Veneto; vedo i "galani" su gondole veneziane; gusto le chiacchiere di casa mia. Si impasta con farina bianca e uova fresche, si ritaglia la pasta con la rotella smerlettata, si frigge, si spolvera di zucchero e si gusta tra fratello di Vittorio Veneto e figli nel Veneto. "Crostoli" del Veneto e "crùstele" nel dialetto della Murgia barese: assaggiamo i dolcetti di Carnevale. Qui a Canosa di Puglia(BT) li assaggiamo nella tradizione dei fantocci di pezza di Carnevale e la moglie, seduti a tavola, "Carnevèle e la megghjère assettète a la buffétte", nella gioia in compagnia, prima di girare l'angolo di strada dove inizia la Quaresima. Così scrivo e auguro in una poesia in dialetto canosino su Carnevale e la moglie, condividendo la tavola: "mangiamo le chiacchiere e la ciambella / quando è dolce, la vita è più bella!" Viva le chiacchiere e i crostoli di Carnevale!
maestro Peppino Di Nunno
Canosa: Funerale a Carnevale
Chiacchiere di Carnevale
Chiacchiere di Carnevale
Carnevale: anno scolastico 1999
Carnevale canosino