Colori, Suoni e Sapori :Oltre le Frontiere

Brasiliani, rumeni, guineensi, nigeriani, marocchini, indiani e gitani nei loro costumi caratteristi. La multiculturalità di "Oltre le Frontiere"

giovedì 4 ottobre 2012 19.24
L' "Estate canosina 2012" non poteva che concludersi con un evento interessante che ha attratto la cittadinanza; un appuntamento insolito dalle nostre parti, ma è stata proprio questa novità ad aver dato il meritato successo alla manifestazione "Oltre le Frontiere".

L'evento è stato organizzato dalla Pro Loco di Canosa, con la collaborazione della Fondazione con il Sud, della Fondazione Archeologica Canosina, della Dromos.it (che contemporaneamente all'evento ha garantito la visita al Museo civico), della Caritas interparrocchiale e dell'Agenzia Puglia Imperiale Turismo; si aggiungono poi i patrocini di Provincia e Comune con i rispettivi assessorati alla Politiche sociali.

Dopo aver ospitato eventi archeologici, o presentazioni di libri, la terrazza di Palazzo Iliceto ha immerso gli spettatori in un'atmosfera inedita e variegata di ritmi e culture diverse, mescolate in un unico contenitore. La terrazza ha permesso questo incontro di culture vicine o lontane con la nostra storia, le nostre tradizioni (ben rappresentati dai reperti archeologici all'esterno e all'interno del Museo civico). Nulla sembrava fuori tema; anzi è stata proprio la diversità ad accomunare ogni singolo elemento, generando "Oltre le Frontiere".

Brasiliani, rumeni, guineensi, nigeriani, marocchini, indiani e gitani nei loro costumi caratteristici, con le loro musiche e i loro movimenti armonici...ci hanno fatto "viaggiare" nei quattro continenti coinvolti (Europa, Africa, Asia, Sud America). Tra i tanti vivacissimi costumi anche gli abiti tradizionali canosini e locali d'inizio '900, realizzati dalla Prof.ssa Elena Di Ruvo.

La multiculturalità di "Oltre le Frontiere" ha anche proposto momenti di riflessione, con la mostra "Esilio e perseveranza: La battaglia dei tibetani per la giustizia", un esposizione fotografica sulle comunità tibetane in India, i cui scatti sono stati realizzati dal foto-reporter indiano del National Geographic Javed Sultan.


Non poteva mancare la degustazione, offerta dal ristorante brasiliano "Aquarela do Brasil", che ha servito al pubblico alcune tra le specialità gastronomiche di uno dei più variegati paesi sudamericani e mondiali.

La breve pioggia ha soltanto scalfito di poco, una felice serata, che in seguito è proseguita all'interno della sede Pro Loco, con i balli ritmici rumeni.

Forse potrebbe sorgere il rammarico di non aver visto presenti gli altri gruppi etnici, che ormai fanno parte della nostra comunità: gli albanesi, gli ucraini, i bulgari, i cinesi ed ecc, che avrebbero arricchito la varietà culturale dell'evento, condividendo con i partecipanti e il pubblico il proprio folklore e la propria cultura.

Con questi eventi, la città ha scoperto di essere multietnica, ma soprattutto multiculturale. Un aspetto che non solo dobbiamo accettare, ma che bisogna assimilare. Prendendo spunto dal pensiero dell'Assessore comunale alla Cultura Sabino Facciolongo, un gruppo etnico che prova ad inserirsi nella comunità locale, più che tollerato, deve essere integrato.

Questo è il segreto per diventare a pieno titolo una città culturale, un luogo che deve trasmettere cultura, irradiarla al di fuori dei propri confini territoriali, ma al tempo stesso deve ricevere altri messaggi da fuori, creando quei felici amalgami che abbiamo visto e che ci siamo immaginati domenica 30 settembre sulla terrazza di Palazzo Iliceto.

Ovviamente, si spera che questi appuntamenti non siano isolati, ma che possano essere l'inizio di una lunga collaborazione per arrivare veramente a una comunità eterogenea e multirazziale, creando, in una città di provincia, quel piccolo melting-pot che siamo abituati a vedere nelle metropoli e megalopoli mondiali.

Non è stato facile realizzare tutto questo, ma il risultato è stato soddisfacente. Fondamentale è stata la collaborazione delle mediatrici culturali che, con professionalità ed entusiasmo, hanno coordinato i vari gruppi etnici, riuscendo in questo progetto.

Un evento, per ben riuscire ed avere il giusto successo, ha bisogno del lavoro di squadra delle varie associazioni e degli enti socio-turistico-culturali, nel rispetto delle proprie competenze. Quando si lavora in queste situazioni si riesce a trovare la giusta armonia e gli eventi hanno esiti felici, lo ha dimostrato proprio "Oltre le Frontiere". La collaborazione, in generale, è il punto di forza per diventare "grandi" e pensare in grande. Da soli non si va da nessuna parte, si è semplicemente dilettanti allo sbaraglio!

Grazie a tutti per questa bella serata!

Francesco Specchio
La multiculturalità di "Oltre le Frontiere"