Comunicare ripartendo dall’ascolto…
Le riflessioni di don Antonio Turturro
sabato 4 giugno 2022
0.50
Una comunicazione che non parte da un ascolto attento è già falsata in partenza. Questo è uno dei tanti mantra dei giornalisti di "una volta", di quei segugi che rincorrevano la notizia, senza inventarla, che erano capaci di narrare sfumature ed emozioni di coloro che vi erano coinvolti. L'attenzione a raccontare la verità, la necessità di seguire criteri di notiziabilità senza snaturare il concetto di diritto all'informazione è un equilibrio sottile sul quale oggi è diventato ancora più difficile restare. Il digitale ha sicuramente inserito nuove logiche nelle modalità comunicative, giornalistiche e "social(i)". Assistiamo innanzitutto ad una dinamica di demediazione della prassi comunicativa e informativa, in quanto ciascuno di noi è contemporaneamente consumatore e produttore di informazioni, e questo ha delle rilevanti ricadute nella vita sociale e comunitaria oggi. Basti pensare a tutti quei fenomeni di sharing e di caccia al like che costituiscono oggi una regola non trascurabile nel marketing della comunicazione social (youtubers, influencer). Tutto questo ha provocato una situazione di obesità informativa (infodemia) che ci vede quotidianamente travolti da informazioni che molte volte non sappiamo neanche decifrare e che provocano effetti a lungo termine nelle nostre scelte quotidiane di cui a volte siamo inconsapevoli.
Al netto di questo quadro che non vuole sottolineare una situazione apocalittica orwelliana, ma al contrario rappresenta una sfida che come operatori della comunicazione non possiamo trascurare, si pone e risuona forte l'appello di Papa Francesco a recuperare la dimensione dell'ascolto. Ascoltare con l'orecchio del cuore, questo lo slogan e il tema del messaggio per la 56 ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebrata il 29 maggio scorso, come da consuetudine, nella Solennità dell'Ascensione. Una dimensione, quella dell'ascolto che può sembrare paradossale considerando le molteplici teorie e innovative tecniche di comunicazione. Paradossale perché purtroppo quando si parla di comunicare si è più sbilanciati su cosa bisogna dire e trasmettere piuttosto che su come ascoltare.
Papa Francesco ci esorta a ripartire da un ascolto autentico, fatto col cuore, che abbatta i muri della divisione e dell'indifferenza e ci porti a rimettere al centro la persona nella sua totalità. Attraverso questa prospettiva la comunicazione recupera cosi la sua dimensione relazionale, fatta di incontro, dialogo e scambio. L'ascolto riempie di senso il dilagare di tante parole vuote e permette cosi il recupero della dimensione performativa (non persuasiva) della comunicazione per troppo tempo spostata e vista solo da una prospettiva di carattere in-formativo. Solo recuperando un ascolto autentico la comunicazione, le sue pratiche e i suoi formati possono realmente essere a servizio di una crescita integrale della persona, della società e della comunità.
Don Antonio Turturro- Vice direttore Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Andria
Al netto di questo quadro che non vuole sottolineare una situazione apocalittica orwelliana, ma al contrario rappresenta una sfida che come operatori della comunicazione non possiamo trascurare, si pone e risuona forte l'appello di Papa Francesco a recuperare la dimensione dell'ascolto. Ascoltare con l'orecchio del cuore, questo lo slogan e il tema del messaggio per la 56 ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebrata il 29 maggio scorso, come da consuetudine, nella Solennità dell'Ascensione. Una dimensione, quella dell'ascolto che può sembrare paradossale considerando le molteplici teorie e innovative tecniche di comunicazione. Paradossale perché purtroppo quando si parla di comunicare si è più sbilanciati su cosa bisogna dire e trasmettere piuttosto che su come ascoltare.
Papa Francesco ci esorta a ripartire da un ascolto autentico, fatto col cuore, che abbatta i muri della divisione e dell'indifferenza e ci porti a rimettere al centro la persona nella sua totalità. Attraverso questa prospettiva la comunicazione recupera cosi la sua dimensione relazionale, fatta di incontro, dialogo e scambio. L'ascolto riempie di senso il dilagare di tante parole vuote e permette cosi il recupero della dimensione performativa (non persuasiva) della comunicazione per troppo tempo spostata e vista solo da una prospettiva di carattere in-formativo. Solo recuperando un ascolto autentico la comunicazione, le sue pratiche e i suoi formati possono realmente essere a servizio di una crescita integrale della persona, della società e della comunità.
Don Antonio Turturro- Vice direttore Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Andria