Consorzio olio DOP “Terra di Bari” a rischio

La Camera pronta a discutere la risoluzione M5S

mercoledì 8 giugno 2016 23.00
Le problematiche relative al Consorzio dell'Olio Dop "Terra di Bari", che rischia di vedere decadere i suoi complessi requisiti, approdano a Montecitorio. Nell'audizione tenutasi ieri presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati hanno preso parte, infatti, Ascanio Spagnoletti Zeuli (vicepresidente), Francesco Guglielmi (consigliere) e Francesco Matarrese del consorzio olivicolo barese che hanno illustrato come molte aziende agricole sono inserite nel sistema di certificazione della Dop "Terra di Bari" ma non risultano iscritte al relativo consorzio, il tutto per beneficiare del sostegno accoppiato previsto dall'articolo 68 del Regolamento (UE) 73/2009. I consorzi di tutela, difatti, svolgono essenzialmente un ruolo di difesa, promozione e valorizzazione del prodotto oltre a curare gli interessi relativi alle denominazioni ma, ai fini del riconoscimento, devono dimostrare la partecipazione degli organi sociali delle categorie di riferimento individuate all'interno di ciascuna filiera produttiva. Nel caso della filiera dell'olio, la percentuale di partecipazione dei soggetti produttori è pari al 66% mentre il restante 34% è ripartito tra frantoiani ed imbottigliatori, come stabilito dalla vigente normativa scaturita dai decreti dell'allora ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro (PD).

"Abbiamo presentato una interrogazione già nel luglio 2015, ma il Governo nella sua risposta ha fatto intendere di non aver colto la problematicità e le criticità dell'attuale normativa in materia – commenta il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura a Montecitorio – Dopo l'audizione del Consorzio 'Terra di Bari', il nostro auspicio è che la maggioranza guidata dal Partito Democratico, tra le cui fila siedono esponenti che spesso decantano il proprio interesse per il settore olivicolo, comprenda finalmente l'importanza della revisione del decreto ministeriale 61413 del 2000 che, all'articolo 4 – spiega L'Abbate (M5S) – individua nelle filiere produttive le categorie dei produttori ed utilizzatori dei prodotti DOP e IGP ed in particolare, alla lettera d), gli olivicoltori per la filiera degli oli DOP. Calcolare la rappresentatività sul prodotto primario, ovvero sulle olive, senza tenere conto di quanto olio finisce effettivamente a certificazione è una stortura a cui bisogna rimediare nel più breve tempo possibile. Per questo, già ad aprile scorso, ho presentato una risoluzione a mia prima firma in Commissione Agricoltura affinché vengano rivisti i criteri di rappresentatività del decreto De Castro (PD), che mettono a rischio la Dop 'Terra di Bari', - conclude L'Abbate (M5S) – anche in considerazione del nuovo sistema di pagamento unico per superficie previsto dal Regolamento (UE) 1307/2013".

"Non essendoci più il premio accoppiato per l'olio biologico così come avvenuto in passato è facilmente prevedibile che moltissimi di essi possano richiedere l'iscrizione nei sistemi di controllo DOP e IGP oltre ad un ulteriore moltitudine di produttori olivicoli attratti dalla possibilità di ricevere il contributo a superficie – dichiara il prof. Francesco Contò, Presidente del Consorzio Olio Dop "Terra di Bari" – Tale situazione, rimanendo inalterati i decreti succitati, potrebbe determinare quasi certamente la perdita del riconoscimento giuridico per i consorzi.
Pertanto chiediamo che il Ministro disponga la modifica dei decreti e nell'immediato emani una circolare in cui si evidenzi che 'le olive prodotte dagli ulivi che insistono sulle superfici oggetto del nuovo premio previsto dal Reg. UE 1307/13 non saranno ritenute valide ai fine del mantenimento o acquisizione del riconoscimento giuridico da parte dei consorzi, se l'olio ottenuto dalle stesse non sarà certificato'. Solo le olive che diventano olio certificato – prosegue Contò dovranno essere prese in considerazione per l'ottenimento o il mantenimento del riconoscimento giuridico: come più volte chiarito dallo stesso Ministero delle Politiche Agricole, il prodotto tutelato è l'olio e non le olive. Chiediamo, infine, che la circolare disponga contestualmente che siano gli Enti di certificazione a fornire ai Consorzi i dati necessari utili al tal fine".