Crisi agrumicola: "Troppe le insidie tra importazioni selvagge, crollo dei prezzi, rischi ambientali"
La denuncia del presidente Coldiretti Puglia Savino Muraglia
lunedì 21 gennaio 2019
22.53
Il dossier sulla crisi agrumicola già presentato a novembre alla Provincia di Taranto, con una lunga lettera è stato esposto dal presidente della Coldiretti regionale, Savino Muraglia, ai presidenti del Consiglio regionale Loizzo e della Giunta Emiliano "perché sono troppe le insidie tra importazioni selvagge, crollo dei prezzi, rischi ambientali che le imprese agricole joniche stanno subendo quotidianamente, un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni". Venerdì 25 gennaio 2019, a partire dalle ore 18,00, si terrà in Via Mignogna al Mercato di Campagna Amica un evento di promozione degli agrumi tarantini, per valorizzare le arance e le clementine IGP, anche con spremute in diretta. "Mentre sono ridotti ai minimi storici i prezzi degli agrumi tarantini che hanno difficoltà a trovare mercato, negli ultimi anni sono cresciuti gli approvvigionamenti diretti dell'Italia da Africa e Sud America – ha denunciato il presidente Muraglia – e in soli 2 mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine per non parlare delle triangolazioni che avvengono attraverso la Spagna, per far diventare il prodotto comunitario. Al danno si aggiunge la beffa. Stanno importando clementine con foglia, senza che siano accompagnate da regolare passaporto verde. Ciò espone il nostro territorio agli attacchi da parte di virus alieni, come la 'tristeza' degli agrumi, che arrivano da noi a causa delle 'barriere colabrodo' dell'UE che non controlla il materiale vegetale in entrata".
Coldiretti ha chiesto una stretta sui controlli degli agrumi importati dall'estero che invadono il mercato interno e avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l'origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100.000 quintali di agrumi e stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti. Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l'altro, un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegni il Governo regionale ad adottare tutte le iniziative utili a sostenere il comparto agrumicolo. "Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale – insiste il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo - che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto". Gli agricoltori dell'area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari - precisa Coldiretti Puglia - solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. "Le regole non valgono evidentemente – aggiunge Cavallo - per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di agricoltori, cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, una volta che si trasmette perché vengono importate piante infette o prodotti con le foglie infette. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell'arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l'agrumeto risulta ormai compromesso". Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell'imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.
Coldiretti ha chiesto una stretta sui controlli degli agrumi importati dall'estero che invadono il mercato interno e avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sai indicata chiaramente l'origine del prodotto, oltre ad accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione di 100.000 quintali di agrumi e stanziamento delle risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti. Coldiretti Puglia ha chiesto, tra l'altro, un ordine del giorno del Consiglio regionale che impegni il Governo regionale ad adottare tutte le iniziative utili a sostenere il comparto agrumicolo. "Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale – insiste il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo - che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto". Gli agricoltori dell'area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari - precisa Coldiretti Puglia - solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. "Le regole non valgono evidentemente – aggiunge Cavallo - per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di agricoltori, cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, una volta che si trasmette perché vengono importate piante infette o prodotti con le foglie infette. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell'arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l'agrumeto risulta ormai compromesso". Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell'imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.