Cristo in Croce
Il pensiero pasquale di Nunzio Di Giulio
sabato 31 marzo 2018
1.30
La poesia occupa certamente un posto fondamentale tra le esperienze letterarie di Giulio Di Nunzio, scrittore per hobby, ora riversate sui social attraverso la sua capacità di comunicare ed imprimere quella valenza culturale, fatta di versi e qualità espressiva. La simbologia quale estrema espressione della realtà. La metafora come palestra di vita. Il "Cristo in croce" e il suo sangue. "Un pensiero essenziale adeguato, ritmato come è ritmata l'eternità nel dolore del grande Paziente Cristo". Sono gli elementi chiave esposti da Nunzio Di Giulio nel suo bellissimo componimento per la Pasqua 2018. Una poesia densa di significati che invita a riflettere sulla quotidianità dell'umano. Gli ultimi al primo posto, il lavoro e il suo significato quale elemento indissolubile per ogni essere umano. Una nuova proposta dell'ex Ispettore Capo di Polizia in quiescenza che anche per questa ricorrenza augura una festività pasquale di serenità e di riflessione per tutti i lettori.
Cristo in Croce
Un fiotto di sangue.
E giù il capo.
Chino.
Sui diseredati,
di tutto il mondo.
Dei presenti e dei futuri.
Dei sempre.
Il primo rosso.
Rosso di sangue.
Rosso nell'idea e nel sacrificio.
Al tramonto il rosso riappare.
Le nubi del suo sangue s'addensano
Sin quando un tramonto ci sarà,
il suo sangue non cesserà…
E quello di tanti altri.
Ignoti.
Sgozzati per la pretesa di vivere.
I chiodi.
Quelli delle officine.
Il legno.
Quello delle torture.
La forma.
Quella della speranza.
La lancia nel costato.
Quella dei violenti genocidi.
Le vesti a sorte con i dadi.
Quelle dei perenni sciacalli.
La corona di spine,
Quella dei potenti.
L'INRI., il suo nome.
Il re di tutti gli innocenti,
di tutti i contestatori,
di tutti quelli che danno fastidio.
Tra due ladroni.
Il posto di chi li ammonisce e perdona.
E la terra tuonò,
E la terra si irrora
e aspetta.
E aspetta.
E aspetta.
Nunzio Di Giulio
Cristo in Croce
Un fiotto di sangue.
E giù il capo.
Chino.
Sui diseredati,
di tutto il mondo.
Dei presenti e dei futuri.
Dei sempre.
Il primo rosso.
Rosso di sangue.
Rosso nell'idea e nel sacrificio.
Al tramonto il rosso riappare.
Le nubi del suo sangue s'addensano
Sin quando un tramonto ci sarà,
il suo sangue non cesserà…
E quello di tanti altri.
Ignoti.
Sgozzati per la pretesa di vivere.
I chiodi.
Quelli delle officine.
Il legno.
Quello delle torture.
La forma.
Quella della speranza.
La lancia nel costato.
Quella dei violenti genocidi.
Le vesti a sorte con i dadi.
Quelle dei perenni sciacalli.
La corona di spine,
Quella dei potenti.
L'INRI., il suo nome.
Il re di tutti gli innocenti,
di tutti i contestatori,
di tutti quelli che danno fastidio.
Tra due ladroni.
Il posto di chi li ammonisce e perdona.
E la terra tuonò,
E la terra si irrora
e aspetta.
E aspetta.
E aspetta.
Nunzio Di Giulio