Dedichiamo in Canosa l’11 febbraio di Lourdes all’Ospedale
Dignità della salute e della vita nella storia dell’Ospedale di Canosa. L'Ospedale Civile di Canosa è una risorsa che ha radici storiche
lunedì 28 gennaio 2013
9.04
Lettera aperta a Diomede, al Sig. Sindaco di Canosa, al sig. Presidente della Regione Puglia
Approssimandoci alla ricorrenza dell'11 febbraio, Giornata mondiale del Malato e memoria della prima apparizione di Lourdes, emerge il messaggio della comunità civile e religiosa della processione aux flambeaux, che dalla Chiesa del Carmine termina tra fede e condivisione umana proprio nell'atrio dell'Ospedale Civile di Canosa, ai piedi della Grotta di Lourdes, che conosce tante volte il segno della Croce entrando o uscendo dall'Ospedale…ma forse vogliono chiudere anche la Grotta di Lourdes a Canosa, patrimonio della nostra città!
L'Ospedale Civile di Canosa, di una città, non di un villaggio di periferia, ma di un presidio sanitario nel territorio, è una risorsa che ha radici storiche, anche per quanti non vogliano ignorare la cultura socio-sanitaria.
Salendo sul Campanile dell'antica Chiesa del Carmine e scendendo nelle pagine dell'Archivio delle Confraternite, ho potuto riscoprire le origini dell'Ospedale di Canosa, quando un Regio Decreto del 1909, nell'ex-Convento dei Carmelitani istituì tra medici e mendici, il "RICOVERO DI MENDICITÀ UMBERTO I°", a noi noto poi come "Ospedale Vecchio".
Poi abbiamo meritato il grande Ospedale Nuovo, che, dopo frequenti erosioni sanitarie, si vuole chiudere!
Ma Canosa di Puglia, terra di Principi, Imperatori e Vescovi conta qualcosa politicamente, anche in seno alla nuova Provincia o è terra di periferia, nonostante il flusso turistico che dà lustro alla città?
Fu proprio un viaggiatore del 1981 a ricoverarsi, dopo un incidente, presso l'Ospedale Civile di Canosa, a guarire, a scoprire la figura di San Sabino, donando un busto ligneo da Ortisei all'Ospedale: anche lui, Franz Schmalzl, oggi farebbe sentire la sua voce in difesa dell'Ospedale.
Di certo ogni risorsa sociale viene contestualizzata nel tessuto cittadino e siamo convinti che, se non fosse avvenuto l'indegno scippo del Museo Nazionale per l'Anno 2011 dell'Unità d'Italia, oggi sarebbe molto difficile strappare un Presidio Ospedaliero ad una città polo museale nazionale, anche per il flusso turistico, che viene attestato a livello europeo e trascritto nei registri di San Leucio e della Cattedrale S. Sabino.
Nel silenzio passivo impoverito del Museo Nazionale, oggi emerge la voce dignitosa di quanti dalla Città alla Provincia, difendono l'Ospedale, di fronte alle scelte politiche impopolari della Regione Puglia.
E siamo fieri moralmente che tra le voci, a Canosa, come nella città di Lucera, e altrove, figura anche la voce della Chiesa locale, nella persona dell'emerito mons. Felice Bacco, presente sempre accanto ai diritti fondamentali della persona umana, dall'ambiente, alla salute, dalla cultura ai bambini canosini che non potrebbero nascere più a Canosa di Puglia. È il segno di coesione tra cittadini, Istituzioni civili e Comunità ecclesiali.
Nella storia dei presidi sanitari, Canosa ha avuto negli anni della Guerra del 1942-43 due Ospedali e due Cappellani, avendo avuto il valore sociale di accogliere l'Ospedale militare nell'edificio scolastico Giovanni Bovio, con il Cappellano Tenente don Ciccio Tessa, come ci racconta il novantenne maestro Tommaso Greco. Oggi rischiamo di non avere più neanche un Cappellano o un Ospedale!
Vanno anzi apprezzati il Sindaco La Salvia e il Vice Sindaco, che insieme a tanti si espongono pure verso amministratori dello stesso schieramento politico, dando l'esempio che la Politica appartiene ai diritti e non ai Partiti, che invece gestiscono i Diritti.
So che è doloroso divergere dai colleghi di Partito, ma avendolo vissuto in prima persona negli anni 80 e 90, so che è dignitoso.
Auspichiamo che ci sia coesione in tutte le forze politiche per il Bene Comune della Salute, evitando speculazioni e contribuendo tutti a Salvare l'Ospedale: ognuno si renda interprete non di parole e giudizi, ma di opere e convergenze.
Io come cittadino ho fatto qualche passo modesto provato dalle umane fragilità fisiche per cause di servizio, e, prima del Natale scorso, personalmente ho sollecitato con dignità la Direzione Sanitaria Generale presso Andria per conservare quello che c'era, come il rinoscopio presso l'ambulatorio Otorino, affidato sulle spalle generose della dott.sa Di Luiso e conservare l'ambulatorio di gastroscopia, che è andato in chiusura con il pensionamento del dott. Sciannamea, valido operatore sanitario in una valida apparecchiatura. Il potenziamento degli ambulatori è legato anche ad un Ospedale: ma aspettiamo ancora risposte e soluzioni che meritano i tanti ammalati di Canosa e del territorio!
Sig. Sindaco dott. La Salvia, voglia la S.V. indirizzare questa lettera aperta a Lino Banfi; che venga a parlare della canosinità degli ammalati, come ha fatto nella cultura del Teatro Lembo.
Voglia il Presidente Francesco Ventola, presente nella problematica, assumere iniziative efficaci a tutti i livelli.
Indirizzate questo appello ai Personaggi , cui è stato conferito il Premio Diomede, perché rivolgano per iscritto un messaggio alla Regione Puglia nel salvare l'ospedale di Canosa: la canonisità non è solo un premio, ma una testimonianza nella storia della città, dal Museo all'Ospedale.
La salute fa parte dell'educazione alla vita e noi facciamo appello all'Assessore Regionale alla Sanità, al Presidente della Regione Puglia, che con diligenza si professa paladino degli ultimi e dichiara di salvare le risorse socio-sanitarie e che pertanto ascolterà e accoglierà la legittima domanda di Canosa, che non merita questa ulteriore povertà.
Sig. Presidente della Regione Puglia,
ascolti la voce di una città che non deve veder chiudere l'Ospedale, mentre si aprono altre Scuole, come il Liceo Classico.
Noi accogliamo e crediamo alle sue parole recenti di accogliere "l'orizzonte della fraternità", che speriamo comprenda anche Canosa di Puglia, senza scivolare solo come fiume d'inchiostro presso le Colline storiche di Canosa.
Lei sig. Presidente, ha dichiarato meritevolmente di essere "un credente" e nel prendere atto ed apprezzare questo comune fondamento spirituale, La invitiamo dinanzi all'Ospedale di Canosa, ai piedi della Grotta di Lordes, la sera dell'11 Febbraio nella processione dell'ammalato, quando dai reparti si affacciano tanti fratelli ammalati ricoverati. Venga a visitare e salutare i nostri ammalati in Ospedale: noi vogliamo continuare a seguire il messaggio evangelico: "ero ammalato e mi avete visitato", senza far emigrare i reparti essenziali.
Non trattiamo Canosa come è successo anche per il Museo Nazionale, come una "C "di Cenerentola, ma come la "C" dei Caduti in Guerra, l'Ospedale di memoria storica di Canosa.
Sig. Presidente della Regione Puglia, non vogliamo che Lei passi alla storia nella fine di una storia di un secolo dell'Ospedale Civile di Canosa di Puglia.
Confidiamo nel dialogo in atto e nella Sua mano tesa all'Ospedale canosino.
Abbiamo fiducia e stima in Lei.
maestro Peppino Di Nunno
Canosa, 27 gennaio 2013
Approssimandoci alla ricorrenza dell'11 febbraio, Giornata mondiale del Malato e memoria della prima apparizione di Lourdes, emerge il messaggio della comunità civile e religiosa della processione aux flambeaux, che dalla Chiesa del Carmine termina tra fede e condivisione umana proprio nell'atrio dell'Ospedale Civile di Canosa, ai piedi della Grotta di Lourdes, che conosce tante volte il segno della Croce entrando o uscendo dall'Ospedale…ma forse vogliono chiudere anche la Grotta di Lourdes a Canosa, patrimonio della nostra città!
L'Ospedale Civile di Canosa, di una città, non di un villaggio di periferia, ma di un presidio sanitario nel territorio, è una risorsa che ha radici storiche, anche per quanti non vogliano ignorare la cultura socio-sanitaria.
Salendo sul Campanile dell'antica Chiesa del Carmine e scendendo nelle pagine dell'Archivio delle Confraternite, ho potuto riscoprire le origini dell'Ospedale di Canosa, quando un Regio Decreto del 1909, nell'ex-Convento dei Carmelitani istituì tra medici e mendici, il "RICOVERO DI MENDICITÀ UMBERTO I°", a noi noto poi come "Ospedale Vecchio".
Poi abbiamo meritato il grande Ospedale Nuovo, che, dopo frequenti erosioni sanitarie, si vuole chiudere!
Ma Canosa di Puglia, terra di Principi, Imperatori e Vescovi conta qualcosa politicamente, anche in seno alla nuova Provincia o è terra di periferia, nonostante il flusso turistico che dà lustro alla città?
Fu proprio un viaggiatore del 1981 a ricoverarsi, dopo un incidente, presso l'Ospedale Civile di Canosa, a guarire, a scoprire la figura di San Sabino, donando un busto ligneo da Ortisei all'Ospedale: anche lui, Franz Schmalzl, oggi farebbe sentire la sua voce in difesa dell'Ospedale.
Di certo ogni risorsa sociale viene contestualizzata nel tessuto cittadino e siamo convinti che, se non fosse avvenuto l'indegno scippo del Museo Nazionale per l'Anno 2011 dell'Unità d'Italia, oggi sarebbe molto difficile strappare un Presidio Ospedaliero ad una città polo museale nazionale, anche per il flusso turistico, che viene attestato a livello europeo e trascritto nei registri di San Leucio e della Cattedrale S. Sabino.
Nel silenzio passivo impoverito del Museo Nazionale, oggi emerge la voce dignitosa di quanti dalla Città alla Provincia, difendono l'Ospedale, di fronte alle scelte politiche impopolari della Regione Puglia.
E siamo fieri moralmente che tra le voci, a Canosa, come nella città di Lucera, e altrove, figura anche la voce della Chiesa locale, nella persona dell'emerito mons. Felice Bacco, presente sempre accanto ai diritti fondamentali della persona umana, dall'ambiente, alla salute, dalla cultura ai bambini canosini che non potrebbero nascere più a Canosa di Puglia. È il segno di coesione tra cittadini, Istituzioni civili e Comunità ecclesiali.
Nella storia dei presidi sanitari, Canosa ha avuto negli anni della Guerra del 1942-43 due Ospedali e due Cappellani, avendo avuto il valore sociale di accogliere l'Ospedale militare nell'edificio scolastico Giovanni Bovio, con il Cappellano Tenente don Ciccio Tessa, come ci racconta il novantenne maestro Tommaso Greco. Oggi rischiamo di non avere più neanche un Cappellano o un Ospedale!
Vanno anzi apprezzati il Sindaco La Salvia e il Vice Sindaco, che insieme a tanti si espongono pure verso amministratori dello stesso schieramento politico, dando l'esempio che la Politica appartiene ai diritti e non ai Partiti, che invece gestiscono i Diritti.
So che è doloroso divergere dai colleghi di Partito, ma avendolo vissuto in prima persona negli anni 80 e 90, so che è dignitoso.
Auspichiamo che ci sia coesione in tutte le forze politiche per il Bene Comune della Salute, evitando speculazioni e contribuendo tutti a Salvare l'Ospedale: ognuno si renda interprete non di parole e giudizi, ma di opere e convergenze.
Io come cittadino ho fatto qualche passo modesto provato dalle umane fragilità fisiche per cause di servizio, e, prima del Natale scorso, personalmente ho sollecitato con dignità la Direzione Sanitaria Generale presso Andria per conservare quello che c'era, come il rinoscopio presso l'ambulatorio Otorino, affidato sulle spalle generose della dott.sa Di Luiso e conservare l'ambulatorio di gastroscopia, che è andato in chiusura con il pensionamento del dott. Sciannamea, valido operatore sanitario in una valida apparecchiatura. Il potenziamento degli ambulatori è legato anche ad un Ospedale: ma aspettiamo ancora risposte e soluzioni che meritano i tanti ammalati di Canosa e del territorio!
Sig. Sindaco dott. La Salvia, voglia la S.V. indirizzare questa lettera aperta a Lino Banfi; che venga a parlare della canosinità degli ammalati, come ha fatto nella cultura del Teatro Lembo.
Voglia il Presidente Francesco Ventola, presente nella problematica, assumere iniziative efficaci a tutti i livelli.
Indirizzate questo appello ai Personaggi , cui è stato conferito il Premio Diomede, perché rivolgano per iscritto un messaggio alla Regione Puglia nel salvare l'ospedale di Canosa: la canonisità non è solo un premio, ma una testimonianza nella storia della città, dal Museo all'Ospedale.
La salute fa parte dell'educazione alla vita e noi facciamo appello all'Assessore Regionale alla Sanità, al Presidente della Regione Puglia, che con diligenza si professa paladino degli ultimi e dichiara di salvare le risorse socio-sanitarie e che pertanto ascolterà e accoglierà la legittima domanda di Canosa, che non merita questa ulteriore povertà.
Sig. Presidente della Regione Puglia,
ascolti la voce di una città che non deve veder chiudere l'Ospedale, mentre si aprono altre Scuole, come il Liceo Classico.
Noi accogliamo e crediamo alle sue parole recenti di accogliere "l'orizzonte della fraternità", che speriamo comprenda anche Canosa di Puglia, senza scivolare solo come fiume d'inchiostro presso le Colline storiche di Canosa.
Lei sig. Presidente, ha dichiarato meritevolmente di essere "un credente" e nel prendere atto ed apprezzare questo comune fondamento spirituale, La invitiamo dinanzi all'Ospedale di Canosa, ai piedi della Grotta di Lordes, la sera dell'11 Febbraio nella processione dell'ammalato, quando dai reparti si affacciano tanti fratelli ammalati ricoverati. Venga a visitare e salutare i nostri ammalati in Ospedale: noi vogliamo continuare a seguire il messaggio evangelico: "ero ammalato e mi avete visitato", senza far emigrare i reparti essenziali.
Non trattiamo Canosa come è successo anche per il Museo Nazionale, come una "C "di Cenerentola, ma come la "C" dei Caduti in Guerra, l'Ospedale di memoria storica di Canosa.
Sig. Presidente della Regione Puglia, non vogliamo che Lei passi alla storia nella fine di una storia di un secolo dell'Ospedale Civile di Canosa di Puglia.
Confidiamo nel dialogo in atto e nella Sua mano tesa all'Ospedale canosino.
Abbiamo fiducia e stima in Lei.
maestro Peppino Di Nunno
Canosa, 27 gennaio 2013