Discarica CO.BE.MA: attivate procedure di copertura chiusura definitiva
La Regione ha provveduto ad attivare propri canali di finanziamento per sostenere l'autorità competente
sabato 30 marzo 2019
19.55
La Corte di Giustizia Europea condanna l'Italia per il mancato adeguamento alla direttiva comunitaria 1999/31, ma riconosce alla Regione Puglia di aver completato l'iter procedurale nel corso del 2017 e del 2018 per quattro delle cinque discariche finite sotto la lente di ingrandimento dell'organo giurisdizionale comunitario. Si tratta delle discariche afferenti al territorio di Andria (D'Oria G&C e F.lli Acquaviva), una in quello di Bisceglie (CO.GE.SER), e l'altra a Trani (BAT-Igea). I risultati conseguiti con la sentenza della Corte di Giustizia UE – spiegano dal dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio - testimoniano come la Regione Puglia si sia resa parte attiva avviando tutte le procedure, comprese quelle di intervento sostitutivo, per conseguire ed ottenere i risultati richiesti. Con quest'attestazione i quattro siti saranno cancellati dall'infrazione comunitaria e si potranno quindi evitare condanne pecuniarie.
La complessa vicenda amministrativa ha preso il via proprio con la direttiva comunitaria 1999/31/CE, recepita con il D.lgs. 36/2003, che prevedeva misure di adeguamento o di chiusura per tutte le discariche cosiddette 'preesistenti', aperte cioè prima del 2001. Tutti gli Stati membri avrebbero dovuto adeguare i loro impianti alla direttiva entro il 2009. Mancato tale termine, nel 2012, la Commissione Europea ha diffidato l'Italia per 46 discariche preesistenti, operanti in violazione della direttiva stessa. Di queste, cinque erano pugliesi, tutte discariche di inerti: Andria (D'Oria G&C), Bisceglie (CO.GE.SER), Andria (F.lli Acquaviva), Trani (BAT-Igea) e Canosa(CO.BE.MA). A seguito della diffida, il termine ultimo per la chiusura o l'adeguamento è stato ulteriormente posticipato al 19 ottobre 2015, quando la regione Puglia ha avviato l'iter di adeguamento o chiusura delle discariche aperte prima del 2001. Quanto alla discarica Cobema in Canosa di Puglia, la Regione ha provveduto ad attivare propri canali di finanziamento per sostenere l'autorità competente, ovvero la Provincia di Barletta Andria e Trani e, con intervento sostitutivo, sta eseguendo le procedure di copertura chiusura definitiva e post gestione del sito come prevede il Dlgs 36/2003.
La complessa vicenda amministrativa ha preso il via proprio con la direttiva comunitaria 1999/31/CE, recepita con il D.lgs. 36/2003, che prevedeva misure di adeguamento o di chiusura per tutte le discariche cosiddette 'preesistenti', aperte cioè prima del 2001. Tutti gli Stati membri avrebbero dovuto adeguare i loro impianti alla direttiva entro il 2009. Mancato tale termine, nel 2012, la Commissione Europea ha diffidato l'Italia per 46 discariche preesistenti, operanti in violazione della direttiva stessa. Di queste, cinque erano pugliesi, tutte discariche di inerti: Andria (D'Oria G&C), Bisceglie (CO.GE.SER), Andria (F.lli Acquaviva), Trani (BAT-Igea) e Canosa(CO.BE.MA). A seguito della diffida, il termine ultimo per la chiusura o l'adeguamento è stato ulteriormente posticipato al 19 ottobre 2015, quando la regione Puglia ha avviato l'iter di adeguamento o chiusura delle discariche aperte prima del 2001. Quanto alla discarica Cobema in Canosa di Puglia, la Regione ha provveduto ad attivare propri canali di finanziamento per sostenere l'autorità competente, ovvero la Provincia di Barletta Andria e Trani e, con intervento sostitutivo, sta eseguendo le procedure di copertura chiusura definitiva e post gestione del sito come prevede il Dlgs 36/2003.