Discarica di COBEMA di Canosa : plurime ed eterogenee condotte delittuose, commesse dai Pubblici Ufficiali
Un'ordinanza cautelare nei confronti di 14 persone nell'ambito di un procedimento per reati contro la Pubblica Amministrazione
giovedì 11 luglio 2024
15.09
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani ha adottato, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un'ordinanza cautelare nei confronti di 14 persone nell'ambito di un procedimento per reati contro la Pubblica Amministrazione che vede indagati 17 soggetti tra persone fisiche ed enti. Questa mattina i finanzieri di tutti i reparti Comando Provinciale B.A.T. stanno eseguendo i provvedimenti. In particolare, sono state disposte 4 misure di custodia cautelare in carcere, 5 degli arresti domiciliari, 1 di obbligo di dimora, 3 di divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione e 1 provvedimento di sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio e di interdizione dalla funzione pubblica per 6 mesi. Sono state altresì disposte diverse tipologie di sequestro preventivo nei confronti di 13 indagati, residenti nelle Province di Bat, Bari, Salerno e di un'impresa esercente l'attività di studi di ingegneria di Barletta.
Il Giudice ha dato atto che l'accettazione di utilità e/o denaro da parte dei pubblici ufficiali costituisce un vulnus nel sistema della pubblica amministrazione poiché piega l'esercizio della discrezionalità amministrativa all'interesse privato in modo difforme da quello che sarebbe stato o dovrebbe essere suggerito dall'equilibrata e disinteressata valutazione della situazione. Le indagini hanno dunque tratteggiato, con riferimento alla particolare gravità dei fatti per cui si procede, avuto riguardo al numero ed alla sequenza temporale di commissione degli stessi, un autentico sistema, in grado di riprodursi illimitatamente nel tempo, grazie anche alle collaudate modalità esecutive delle condotte criminose. Oltre alla gravità, serialità e sistematicità dei fatti stessi, il giudice ha enfatizzato la commissione dei reati da parte di dirigenti pubblici con funzioni apicali, ravvisando gli estremi di un meccanismo oliato pronto a funzionare in una pluralità di casi, già noto e sperimentato da più appaltatori.
I provvedimenti giudiziari scaturiscono dall'esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria, protrattasi per oltre due anni, delegata in prima battuta al Gruppo Barletta e successivamente approfondita dagli investigatori del Nucleo PEF, reparto investigativo competente sull'intera provincia, che ha permesso di accertare l'esistenza di ripetuti meccanismi fraudolenti perpetrati da pubblici ufficiali con ruoli apicali dell'Ente Provincia BAT e dalle imprese fornitrici di beni e servizi nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Le indagini sulla discarica di rifiuti speciali non pericolosi COBEMA di Canosa di Puglia hanno consentito di far emergere plurime ed eterogenee condotte delittuose, commesse dai PP.UU. del citato Ente locale, in diversi settori. Con la redazione di atti viziati da falsità materiale ed ideologica, infatti, è stata ripetutamente turbata, secondo quanto ritenuto dal GIP, la libertà degli incanti, facendo convergere la scelta della P.A. su taluni liberi professionisti, destinatari di affidamenti diretti di commesse di importo "sotto soglia", omettendo altresì di far emergere l'esistenza di palesi conflitti di interesse in cambio di plurime utilità: somme di denaro, consulenze private rese dai citati professionisti, lavori edilizi in abitazioni private, promessi di posti di lavoro, percorsi benessere, noleggio gratuito di mezzi, pranzi e cene ecc.
Le dazioni di denaro, erogate dai professionisti che beneficiavano delle commesse pubbliche, sono state drenate, in più occasioni, da una Società tra Professionisti (STP) riconducibile ad uno dei PP.UU. indagati; in altri casi, è stato documentato il trasferimento brevi manu.
Tutti i reati sono stati commessi in violazione della funzione pubblica e delle regole imposte dalle normative anticorruzione, in quanto, nella maggior parte dei casi, sarebbero stati taciuti i rapporti tra i PP.UU. con i beneficiari delle commesse, dichiarando falsamente l'inesistenza di conflitti di interesse, anche meramente potenziali.
L'incipit dell'intera operazione riguarda una ipotesi di frode processuale nell'ambito delle attività relative all'incidente probatorio afferente ad un distinto procedimento penale per reati ambientali già oggetto di procedura di Infrazione Comunitaria. I lavori di chiusura definitiva e delle attività di post-gestione della discarica in argomento, venivano affidati dall'ente Provincia BAT, con gara ad evidenza pubblica, senza comunicare l'inizio dei lavori al Comune di Canosa di Puglia, alla proprietà del sito e/o all'amministratore giudiziario, nonostante fosse nota la pendenza del citato procedimento penale per reati ambientali. I lavori erano stati preceduti da preliminari indagini ambientali ad opera di un professionista, il quale ha retrocesso parte dei compensi corrispostigli dall'ente verso l'impresa del coniuge del dirigente competente all'affidamento dell'incarico. Il patto corruttivo si è consumato con il silenzio del dirigente sull'affidamento fraudolento e sulla parziale indagine conoscitiva afferente allo stato dell'impianto e alle matrici ambientali. La condotta del dirigente (tra l'altro presidente del Comitato Tecnico Provinciale per le Materie Ambientali della Provincia BAT) è risultata, tra l'altro, strumentale alla soluzione di una vertenza del medesimo Ente pubblico con la Corte dei Conti, per una omessa fideiussione dovuta dai gestori "storici" della discarica COBEMA, già indagati in altro Procedimento Penale per inquinamento ambientale.
Si rappresenta che vige il principio della "presunzione di innocenza", per cui la colpevolezza della persona sottoposta a giudizio in relazione alla presente vicenda potrà dirsi definitivamente accertata soltanto ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Il provvedimento cautelare è, infatti, stato adottato nel corso delle indagini e non è definitivo. Gli indagati non possono oggi essere considerati colpevoli e il contributo della difesa consentirà di meglio chiarire i fatti e le eventuali responsabilità
Il Giudice ha dato atto che l'accettazione di utilità e/o denaro da parte dei pubblici ufficiali costituisce un vulnus nel sistema della pubblica amministrazione poiché piega l'esercizio della discrezionalità amministrativa all'interesse privato in modo difforme da quello che sarebbe stato o dovrebbe essere suggerito dall'equilibrata e disinteressata valutazione della situazione. Le indagini hanno dunque tratteggiato, con riferimento alla particolare gravità dei fatti per cui si procede, avuto riguardo al numero ed alla sequenza temporale di commissione degli stessi, un autentico sistema, in grado di riprodursi illimitatamente nel tempo, grazie anche alle collaudate modalità esecutive delle condotte criminose. Oltre alla gravità, serialità e sistematicità dei fatti stessi, il giudice ha enfatizzato la commissione dei reati da parte di dirigenti pubblici con funzioni apicali, ravvisando gli estremi di un meccanismo oliato pronto a funzionare in una pluralità di casi, già noto e sperimentato da più appaltatori.
I provvedimenti giudiziari scaturiscono dall'esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria, protrattasi per oltre due anni, delegata in prima battuta al Gruppo Barletta e successivamente approfondita dagli investigatori del Nucleo PEF, reparto investigativo competente sull'intera provincia, che ha permesso di accertare l'esistenza di ripetuti meccanismi fraudolenti perpetrati da pubblici ufficiali con ruoli apicali dell'Ente Provincia BAT e dalle imprese fornitrici di beni e servizi nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Le indagini sulla discarica di rifiuti speciali non pericolosi COBEMA di Canosa di Puglia hanno consentito di far emergere plurime ed eterogenee condotte delittuose, commesse dai PP.UU. del citato Ente locale, in diversi settori. Con la redazione di atti viziati da falsità materiale ed ideologica, infatti, è stata ripetutamente turbata, secondo quanto ritenuto dal GIP, la libertà degli incanti, facendo convergere la scelta della P.A. su taluni liberi professionisti, destinatari di affidamenti diretti di commesse di importo "sotto soglia", omettendo altresì di far emergere l'esistenza di palesi conflitti di interesse in cambio di plurime utilità: somme di denaro, consulenze private rese dai citati professionisti, lavori edilizi in abitazioni private, promessi di posti di lavoro, percorsi benessere, noleggio gratuito di mezzi, pranzi e cene ecc.
Le dazioni di denaro, erogate dai professionisti che beneficiavano delle commesse pubbliche, sono state drenate, in più occasioni, da una Società tra Professionisti (STP) riconducibile ad uno dei PP.UU. indagati; in altri casi, è stato documentato il trasferimento brevi manu.
Tutti i reati sono stati commessi in violazione della funzione pubblica e delle regole imposte dalle normative anticorruzione, in quanto, nella maggior parte dei casi, sarebbero stati taciuti i rapporti tra i PP.UU. con i beneficiari delle commesse, dichiarando falsamente l'inesistenza di conflitti di interesse, anche meramente potenziali.
L'incipit dell'intera operazione riguarda una ipotesi di frode processuale nell'ambito delle attività relative all'incidente probatorio afferente ad un distinto procedimento penale per reati ambientali già oggetto di procedura di Infrazione Comunitaria. I lavori di chiusura definitiva e delle attività di post-gestione della discarica in argomento, venivano affidati dall'ente Provincia BAT, con gara ad evidenza pubblica, senza comunicare l'inizio dei lavori al Comune di Canosa di Puglia, alla proprietà del sito e/o all'amministratore giudiziario, nonostante fosse nota la pendenza del citato procedimento penale per reati ambientali. I lavori erano stati preceduti da preliminari indagini ambientali ad opera di un professionista, il quale ha retrocesso parte dei compensi corrispostigli dall'ente verso l'impresa del coniuge del dirigente competente all'affidamento dell'incarico. Il patto corruttivo si è consumato con il silenzio del dirigente sull'affidamento fraudolento e sulla parziale indagine conoscitiva afferente allo stato dell'impianto e alle matrici ambientali. La condotta del dirigente (tra l'altro presidente del Comitato Tecnico Provinciale per le Materie Ambientali della Provincia BAT) è risultata, tra l'altro, strumentale alla soluzione di una vertenza del medesimo Ente pubblico con la Corte dei Conti, per una omessa fideiussione dovuta dai gestori "storici" della discarica COBEMA, già indagati in altro Procedimento Penale per inquinamento ambientale.
Si rappresenta che vige il principio della "presunzione di innocenza", per cui la colpevolezza della persona sottoposta a giudizio in relazione alla presente vicenda potrà dirsi definitivamente accertata soltanto ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Il provvedimento cautelare è, infatti, stato adottato nel corso delle indagini e non è definitivo. Gli indagati non possono oggi essere considerati colpevoli e il contributo della difesa consentirà di meglio chiarire i fatti e le eventuali responsabilità