Discarica di Grottelline: duro scontro politico
Marmo: «Non si può accusare il Comune di Spinazzola». Nicastro: «Realtà distorta»
martedì 17 giugno 2014
7.36
«Il comune di Spinazzola non ha mai avuto nella sua disponibilità la discarica, inserita invece dall'Assessore Nicastro nel Piano Regionale dei rifiuti nonostante le proteste di tutta la comunità». Sono le parole del Vice Presidente del Consiglio Regionale, Nino Marmo, sulla questione discarica di Grottelline. «Oggi, l'assessore accusa il Comune di non aver vigilato sulle cave dopo averle individuate come discarica, ma così non è. Basti pensare che il sito è stato inserito nel Piano Regionale nel 2007 da Vendola, ma che già nel 2008 la Procura di Trani disponeva il sequestro e in quell'occasione 'spuntò' una montagna di rifiuti solidi urbani. Ricordiamo la filosofia pubblicizzata da Vendola e Nicastro in campagna elettorale, quella dei 'rifiuti zero' portando al massimo la raccolta differenziata. Un altro slogan rimasto lettera morta e che certifica l'ennesimo fallimento di questo governo regionale, visto che si è continuato a perseverare nella direzione opposta, con questi risultati».
La polemica sta tutta nel controllo di quel sito: la Regione dice che, essendo di proprietà comunale, il controllo spetta alla Città di Spinazzola, mentre in tanti rilanciano la necessità di rivedere il Piano regionale dei Rifiuti per non includere Grottelline già al centro di numerosi ritrovamenti di rifiuti mediamente pericolosi. E l'intervento di Marmo ha trovato immediata reazione proprio nell'Assessore Nicastro, che racconta un'altra verità: «La realtà raccontata da Marmo è completamente distorta - dice Nicastro - Che la località di Grottelline non sia mai stata nelle disponibilità del comune di Spinazzola è un falso storico: in quel sito, in virtù di ordinanze contingibili ed urgenti, quel comune ha conferito nella località ormai divenuta famosa a partire dall'ordinanza datata 11 dicembre 1995 almeno fino al maggio del 1996. Altro dato storico è quello legato al fenomeno dei siti individuati ex art. 12 del DPR 915/82 dalle amministrazioni locali che in molti casi sono diventate aree di illecito smaltimento da parte di incivili. L'inserimento di quel sito nel Piano rappresenta una continuità amministrativa di un percorso già avviato e sul quale il comitato Via regionale non ha ancora dato il proprio ok definitivo. Quanto emerso dalle recenti indagini racconta una storia diversa da quello che si tenta di proporre all'opinione pubblica in maniera forzata: i rilievi del Corpo Forestale dello Stato parlano, stando ad una nota ufficiale ricevuta, di inerti, pneumatici, batterie usate, materiale di risulta da bitumazioni; il che farebbe presumibilmente rientrare il sito – prosegue Nicastro - nella casistica cui facevo riferimento dei comportamenti incivili di taluni. Salvo che il consigliere Marmo o altri non vogliano attribuire alla Regione, se non a me direttamente, gli illeciti smaltimenti».
La polemica sta tutta nel controllo di quel sito: la Regione dice che, essendo di proprietà comunale, il controllo spetta alla Città di Spinazzola, mentre in tanti rilanciano la necessità di rivedere il Piano regionale dei Rifiuti per non includere Grottelline già al centro di numerosi ritrovamenti di rifiuti mediamente pericolosi. E l'intervento di Marmo ha trovato immediata reazione proprio nell'Assessore Nicastro, che racconta un'altra verità: «La realtà raccontata da Marmo è completamente distorta - dice Nicastro - Che la località di Grottelline non sia mai stata nelle disponibilità del comune di Spinazzola è un falso storico: in quel sito, in virtù di ordinanze contingibili ed urgenti, quel comune ha conferito nella località ormai divenuta famosa a partire dall'ordinanza datata 11 dicembre 1995 almeno fino al maggio del 1996. Altro dato storico è quello legato al fenomeno dei siti individuati ex art. 12 del DPR 915/82 dalle amministrazioni locali che in molti casi sono diventate aree di illecito smaltimento da parte di incivili. L'inserimento di quel sito nel Piano rappresenta una continuità amministrativa di un percorso già avviato e sul quale il comitato Via regionale non ha ancora dato il proprio ok definitivo. Quanto emerso dalle recenti indagini racconta una storia diversa da quello che si tenta di proporre all'opinione pubblica in maniera forzata: i rilievi del Corpo Forestale dello Stato parlano, stando ad una nota ufficiale ricevuta, di inerti, pneumatici, batterie usate, materiale di risulta da bitumazioni; il che farebbe presumibilmente rientrare il sito – prosegue Nicastro - nella casistica cui facevo riferimento dei comportamenti incivili di taluni. Salvo che il consigliere Marmo o altri non vogliano attribuire alla Regione, se non a me direttamente, gli illeciti smaltimenti».