Ernesto La Salvia: L’Ospedale di Canosa è in prognosi riservata ma ancora vivo

Viene negata l’assistenza persino alle emergenze. I cittadini sono in attesa di risposta

giovedì 21 febbraio 2013 10.44

Ospedale, sindaco La Salvia "Il nostro nosocomio è in prognosi riservata, ma ancora vivo!"

"L'Ospedale di Canosa è in prognosi riservata, ma ancora vivo". È questa l'amara considerazione del sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, in merito alla difficile situazione in cui versa il nosocomio di Canosa, alla luce della delibera n. 160 pubblicata il 14 febbraio dalla Asl Bat e in seguito agli articoli pubblicati oggi da "La Gazzetta del Mezzogiorno" dal titolo "Unità coronariche addio a Canosa e Barletta" e "Viene negata l'assistenza persino alle emergenze" . La delibera n. 160 attesta la chiusura del reparto di Chirurgia e Pediatria e l'attivazione di un servizio di Cardiologia, di un reparto di Ortogeriatria protesica (4 posti letto), e la permanenza dei servizi di Patologia clinica, Radiodiagnostica, Anestesia e Rianimazione, Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza, Farmacia Ospedaliera, nonché la Direzione Medica del presidio, che tuttavia, pur rimanendo attivi e funzionanti nell'ospedale di Canosa, diventano a tutti gli effetti articolazioni delle rispettive Unità Ospedaliere del presidio di Andria. Inoltre, la delibera prevede il rinvio dell'attivazione delle Unità Ospedaliere di Recupero e Riabilitazione funzionale e di Lungodegenza, successivo agli interventi di ristrutturazione edilizia e rifunzionalizzazione necessari. "Sulla questione "ospedale" è necessario fare chiarezza – prosegue il primo cittadino di Canosa -. Non abbiamo mai nascosto nulla, e continueremo a non farlo, tanto è vero che abbiamo sempre pubblicato le decisioni comunicateci da Regione e Asl". (Segue in allegato uno stralcio della delibera n. 160 della Asl Bat, nella parte relativa ai provvedimenti da adottare nei presidi ospedalieri di Andria e di Barletta e nell'ospedale di Canosa che fa parte del plesso di Andria).

Sempre alta è stata l'attenzione dell'Amministrazione comunale nei confronti della questione del nosocomio di Canosa. "Bisogna quindi chiarire definitivamente – ha sottolineato Ernesto La Salvia - che l'Amministrazione comunale ha sempre reso palese ogni cosa che avveniva, senza dare adito a nessuno di comprendere una cosa per un'altra, nel tentativo di non creare false speranze e di certificare tutto ciò che nel bene e nel male sta accadendo. Abbiamo pubblicato per intero la lettera che il direttore generale dell'Asl, Giovanni Gorgoni ha inviato al Comune il 30 gennaio scorso; successivamente abbiamo comunicato di essere preoccupati per la situazione tanto da coinvolgere le Procure; abbiamo lottato per far comprendere che una visione così striminzita della Sanità pubblica, rasenta il pericolo per la salute di cittadini. Ciononostante c'è ancora chi di fronte alla gravità dell'argomento continua puerilmente a strumentalizzare i dati forniti dagli organi competenti. Il Piano di Riordino ospedaliero, varato dalla Regione Puglia, prevede che nell'ospedale di Canosa sarebbero rimasti attivi i reparti di Medicina, Geriatria, Pronto Soccorso, Radiologia, Laboratorio di Analisi. E che si sarebbe realizzato, ex novo, il reparto di Lungodegenza e Riabilitazione. Ad oggi sono attivi i reparti di Medicina, Geriatria, Ostetricia, Pronto Soccorso, Radiologia e Laboratorio di Analisi. Inoltre sono stati richiesti i subcodici per l'attivazione di una Ortopedia protesica per l'anziano e per il servizio di Cardiologia, i codici per la conferma del reparto di Ostetricia e ci siamo permessi di suggerire la richiesta di codici per un reparto di Cardiologia (in allegato la lettera che contiene tale richiesta, inviata dal sindaco sabato 16 febbraio, alla Regione e alla Asl, ndr), mentre è stato istituito il servizio di Cardiologia, ma senza posti letto, con un cardiologo che lavora dalle 8 alle 20, con la reperibilità notturna. Farà seguito, così come dice la Regione per bocca della Asl Bat, la realizzazione di un reparto di Lungodegenza ed è stata confermata la disponibilità a perseguire l'istituzione del Centro Risvegli presso l'ospedale di Canosa".

"Questi sono i fatti - ha rimarcato il primo cittadino -. Avessimo avuto più di un lustro di tempo per costruire una rete di "solidarietà politica ed istituzionale" capace di determinare quello che tutti avremmo voluto, e cioè un ospedale non depotenziato, o magari ancor più grande, lo avremmo fatto. Chi ci ha preceduto al governo della Città, purtroppo non l'ha fatto. Leggiamo sulla delibera n. 160 della Asl Bat, che scompaiono interi reparti anche dagli ospedali vicini, notoriamente più grandi del nostro. Siamo, quindi, preoccupati anche per l'Unità di Otorinolaringoiatra, per la Chirurgia Plastica, per la Pneumologia, per le Utic e le Neonatologie che scompariranno dagli ospedali limitrofi. Siamo angosciati per la necessità di individuare da esangui capitali di spesa, improbabili fondi che finanzino ristrutturazioni in grado di accogliere i previsti nuovi reparti di "Riabilitazione" e di "Lungodegenza". Il bicchiere mezzo vuoto, o vuoto per tre quarti, sarebbe stato completamente vuoto se non ci fosse stato l'interessamento di una parte di questa cittadinanza. Ci fa specie che dal sonno profondo del quale godevano alcuni, adesso si levino voci di falsità su un mancato coinvolgimento dell'Amministrazione comunale: non abbiamo dimenticato a casa tutti i Nobel capaci di determinare "con certezza matematica" scelte diverse".

"A questo punto, abbiamo preferito essere "feriti anziché uccisi", tanto da far dire a Trani che la nostra azione aveva nelle carte dimostrato un risultato soddisfacente: per esempio, che si continuerà a nascere in questa città! Come già detto, siamo veramente preoccupati del fatto che la delibera n. 160 di fatto non attivi i circa 80 posti letto previsti in tutto il territorio provinciale: i letti scendono quindi ad una percentuale dell'1,5 per 1000 abitanti, a fronte del 3,6 previsto dalla legge nazionale. A tal punto, una considerazione andrebbe fatta – ha sottolineato La Salvia -: chiunque abbia governato, governi o governerà questa parte della regione, può rimanere indifferente a questo dato? Se la politica regionale non è capace di dare risposte soddisfacenti o riesce a mala pena a tamponare le falle esistenti, forse, così come è fatta, non serve!".

"L'Amministrazione comunale continuerà a tenere alta l'attenzione e a difendere con le unghia e con i denti il nostro ospedale – ha concluso il sindaco -. Vogliamo che partano i reparti di Riabilitazione e Lungodegenza nei locali dei reparti che Regione e Asl hanno deciso di eliminare, ma che risultano strutturalmente a norma. Siamo nei fatti attenti e pronti a suggerire correttivi; d'altro canto certamente si sente solo la voce dell'Amministratore comunale, mentre tutti gli altri tacciono. Questa invece dovrebbe diventare una battaglia provinciale, perché l'utenza di tutti i comuni sarà destinata a migrare verso le province limitrofe. E la nostra Provincia di Barletta-Andria-Trani a tal proposito, oltre ad uno sterile chiacchiericcio, fin'ora quali risultati ha ottenuto? 390mila cittadini sono in attesa di risposta".


ufficio stampa
Francesca Lombardi