Furti di uva nelle campagne
Michele Laporta, presidente del Consorzio uva di Puglia IGP: "Abbiamo bisogno di aiuto, non possiamo aggiungere anche questo ai tanti problemi che già affliggono le nostre aziende”
lunedì 15 luglio 2024
16.02
La stagione dell'uva da tavola è alle porte, qualcuno ha già iniziato a raccogliere, altri lo faranno nei prossimi giorni, ma ancor prima di cominciare si sta presentando un problema certo non nuovo, ma che sommato ad altri rischia di diventare devastante, ossia quello dei furti nelle campagne. "Hanno cominciato ancor prima che i frutti diventassero maturi per la raccolta", denuncia Michele Laporta, presidente del Consorzio Uva di Puglia IGP. "Molti colleghi mi hanno sollecitato un intervento dopo aver subito episodi già da alcuni giorni e in qualche caso si è anche rischiato grosso, con i ladri che, fuggendo una volta scoperti, hanno rischiato di investire il figlio di un produttore. Non è accettabile, non possiamo essere lasciati soli". Sarà un'annata complicata: la siccità, la manodopera che è quasi impossibile da trovare, un mercato che finora non ha lanciato grandi segnali positivi, la contrazione dei consumi. Ci sono una serie di fattori che non rendono l'inizio della stagione particolarmente incoraggiate, se poi si aggiungono i furti il rischio di tracollo è dietro l'angolo. Bisogna denunciare, questo lo sappiamo, come sappiamo che in tanti non lo fanno per paura di ritorsioni", aggiunge Laporta. "E' lo Stato che deve darci una mano. Si dice sempre che l'economia è un pilastro dell'economia regionale e l'uva da tavola è certamente tra le produzioni maggiori. C'è bisogno dunque che questa parte di economia venga tutelata. Va bene annunciare rinforzi e uno sforzo investigativo per prendere i rapinatori dei portavalori, ma l'economia che ogni giorno viene colpita dai predoni delle campagne vale anche di più, quindi meritiamo la stessa attenzione. Mi auguro che questo appello venga preso nella doverosa considerazione da chi ha gli strumenti per chiedere una maggiore tutela per chi opera nei campi. In caso contrario non ci sarà da meravigliarsi se altri ancora decideranno di abbandonare i terreni per occuparsi altro, con grave danno non solo per l'economia, ma anche per l'ambiente, per il paesaggio e per il turismo della nostra regione".