Greenpeace: La rivoluzione energetica

Diminuire le emissioni di CO2 del 50 per cento entro il 2050. Potremo contenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi

mercoledì 7 dicembre 2011 12.33

La temperatura globale media è aumentata di 0,8 gradi centigradi dall'inizio della Rivoluzione industriale. Non sembra molto, ma le conseguenze sono enormi. Le calotte glaciali si stanno riducendo anno dopo anno. Situazioni climatiche estreme e cicloni sono in aumento. I cambiamenti climatici stanno già provocando danni all'ecosistema e mettendo in pericolo la vita di milioni di persone. Ed è solo l'inizio.
Ma non è una minaccia che proviene dallo spazio. Sono gli esseri umani ad aver causato i cambiamenti climatici immettendo nell'atmosfera quantità eccessive di gas serra. In questo siamo fortunati. Se abbiamo iniziato noi tutto questo, siamo anche in grado di fermarlo. Le tecnologie necessarie già esistono.

Possiamo – e dobbiamo – diminuire le emissioni di CO2 del 50 per cento entro il 2050. I paesi industrializzati dovranno diminuire le loro ancora di più, fino all'80 per cento. Se lo faremo, potremo contenere l'aumento della temperatura globale sotto i 2 gradi. Gli scienziati concordano che si tratta di una condizione essenziale per evitare che il clima vada del tutto fuori controllo.
Le forme di energia rinnovabile – energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomasse – possono soddisfare la metà dei consumi di energia del mondo entro la metà di questo secolo. Ma solo se smettiamo di sprecare energia e facciamo qualcosa per usarla in maniera più efficiente. Questo è possibile senza mettere in pericolo l'economia globale e dando la possibilità anche ai paesi più poveri di svilupparsi, com'è illustrato nella serie di studi di Greenpeace, Energy Revolution.

Abbiamo bisogno di una rivoluzione energetica per raggiungere questo obiettivo. Questo significa cambiamenti fondamentali nei modi di generare l'energia, in cui viviamo e viaggiamo e nelle nostre abitudini in genere. Noi, nei paesi industrializzati, dobbiamo indicare la via. E i paesi in via di sviluppo dovranno fare attenzione a non ripetere i nostri stessi errori. Non c'è tempo da perdere. Iniziamo subito a vivere una vita più rispettosa del clima!
Nota di redazione importante:
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