I gelsi e la frutta in via di estinzione

Le nuove forme di agricoltura. Il gelso è un frutto prelibato

lunedì 4 giugno 2012 11.37
A cura di Bartolo Carbone
Ormai si contano sulle dita di una mano, forse esagero, ma fonti attendibili, per lo più addetti ai lavori hanno confermato che i gelsi nell'agro di Canosa di Puglia(BT) sono in via di estinzione. Una pianta duttile che fino alla metà del novecento ha avuto un'enorme diffusione, ma poi, con l'avvento delle fibre sintetiche, è andata scemando parallelamente all'allevamento del baco da seta. Le due specie più diffuse dei gelsi che appartengono alla Famiglia delle Moraceae, genere Morus, sono : il gelso bianco (alba) e il gelso nero (nigra).

Il gelso bianco è originario dell'Asia centrale e orientale, introdotto in Europa dal baco da seta che si nutre delle sue foglie mentre il gelso nero proviene dall'Asia Minore e dall'Iran. Un'antica leggenda di origine Babilonese, tramandata nella mitologia Greca e Romana, collega il colore del gelso alla morte degli amanti Piramo e Tisbe. I gelsi bianchi vengono raccolti stendendo prima un telo per terra e dopo si scuotono i rami della pianta per farli cascare mentre i gelsi neri sono più difficili da selezionare a causa delle bacche che sono compresse e non vengono via facilmente, anche perchè tendono a schiacciarsi e a macchiare di rosso le mani. I frutti maturi del gelso contengono zuccheri, acido malico e citrico che stimolano la digestione e fungono da lassativi.

Il gelso è un frutto prelibato sia per il profumo di fiorito che emana sia per la sua dolcezza utilizzata per preparare marmellate, torte, pudding, salse. Inoltre, può essere trasformato in vino, particolarmente indicate le varietà nere, che in alcuni processi produttivi successivi alla macerazione, sono impiegate per ottenere grappe e liquori. L'albero di gelso, robusto e longevo, dal portamento incantevole per la sua maestosità, regala ombra in campagna e nelle immediate adiacenze delle case nelle giornate torride ed afose della canicola estiva come saggiamente descritto anche nel primo romanzo dal titolo "Il segreto del gelso bianco" scritto a quattro mani da Antonella e Franco Caprio di origini pugliesi. Purtroppo i gelsi, come altre piante da frutto: la carruba, le mandorle, le azzeruole, tanto per citarne alcune sono diventate introvabili, a causa della concorrenza di prodotti più belli da vedere ma spesso scipiti e di provenienza estera, molto facili da commercializzare in un mercato sempre più globalizzato e complesso.

In un contesto mondiale di recessione e di profonda crisi economica si stanno proponendo nuove forme di agricoltura per recuperare un rapporto diretto ed attivo con la terra e la natura, improntato alla difesa del verde e all'aggregazione sociale: dall'orto di prossimità all'orticoltura urbana in continuo contatto con il contado. L'orto di prossimità congiunge le radici popolari legate al territorio alla creatività dei cuochi promuovendo e valorizzando nel contempo i saperi contadini e la tipicità delle tradizioni culinarie. Un bell'esempio di filiera corta, orto-ristorante a km zero, che favorisce il mantenimento e la tutela delle produzioni locali nell'ottica di calmierare i prezzi al consumo, garantendo origine e qualità. L'orticoltura urbana proposta come pratica individuale del "contadino per hobby" sui balconi o sui terrazzi delle case, o collettiva per recuperare le aree urbane abbandonate tutte orientate a favorire l'impiego costruttivo del tempo libero nel coltivare prodotti agricoli genuini ed economici, auspicando al ritorno in auge del concetto "contatto con il contado". La sedia o il cesto all'angolo della strada o davanti al portone dell'abitazione stanno ad indicare l'arrivo della frutta e verdura fresca appena raccolta esposta a prezzi contenuti come mi è capitato nel recente acquisto di gelsi bianchi e neri, da tempo assenti sulla tavola e che ho gustato con piacere, in quanto non trattati stante a quanto riferito dalla moglie del contadino all'atto della vendita. Le abitudini, le tradizioni, i valori che in passato hanno caratterizzato il mondo rurale vanno recuperate quanto prima, riproponendo l'allevamento di piante in via di estinzione, come appunto il gelso, esteso ad altri tipi di piante da frutto e specie autoctone, per far rifiorire l'agricoltura nostrana che negli anni scorsi si distingueva per la variegata offerta di occasioni conviviali, di scambio reciproco di prodotti agricoli tipici, ma anche di sviluppo economico. Valorizzazione dei saperi e dei sapori della nostra tradizione contadina rilette secondo le nuove esigenze ambientali e sociali, puntando anche sulla coltivazione e produzione di frutta tipica non andando a modificare i suoi caratteri distintivi e preservando le pratiche rurali che costituiscono la vera essenza del nostro vasto agro e farlo così tornare agli antichi splendori. Più frutta per tutti!

Bartolo Carbone

P.S.: Colgo l'occasione per esprimere i miei auguri di proficuo lavoro alla neo eletta giunta comunale retta dal primo cittadino dott. Ernesto La Salvia e all'assessore all'agricoltura Leonardo Piscitelli propongo un'idea significativa concernente la richiesta di certificazione per la percoca di Canosa da inoltrare alla "Guinness World Records Limited" di London (www.guinnessworldrecords.com) per valorizzare nel migliore dei modi il nostro prodotto tipico dalle dimensioni notevoli alla luce degli ultimi concorsi svoltisi .

Gelsi bianchi
Gelsi neri