I lavori di conservazione del Ponte romano sull’Ofanto: Un’opera incompiuta. Una storia italiana
La nota di Mario Riccardo Limitone-Presidente ITALIA NOSTRA Sezione di Canosa
venerdì 10 luglio 2020
16.18
Da qualche settimana le impalcature montate sul Ponte Romano sull'Ofanto per l'esecuzione dei lavori di conservazione e messa in sicurezza delle strutture murarie sono state rimosse e il ponte è nuovamente accessibile. Abbiamo fatto un sopralluogo in compagnia dell'amico Savino Mazzarella autore delle foto. Solo alcune pile sono state restaurate e precisamente le prime due pile dal lato Cerignola.La pila n.3 è stata imbracata con una rete metallica per impedire lo scivolamento dei conci distaccati nel fiume, mentre sulla pila n.4,la prima dal lato Canosa,si rileva la presenza di vegetazione infestante, tra l'altro si nota la presenza su una testata del Ponte di un rigoglioso fico selvatico. L'opera non è stata completata. Il progetto di conservazione e restauro è stato predisposto dalla Sezione del Lavori Pubblici della Regione Puglia ed è stata autorizzata dalla Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione. Quanto è costato questo restauro parziale? Non abbiamo trovato nessuna notizia in merito sul sito della Regione.
In compenso abbiamo trovato 2 Determinazioni Regionali relative al progetto. Nella prima Determina, la n.144 del 20 agosto 2018 intitolata "Lavori urgenti di sfalcio delle erbe infestanti per la conservazione delle strutture murarie del Ponte Romano", e vi si legge che :" l'intervento consiste nella rimozione della vegetazione che si è insediata sulla struttura del Ponte romano [….] al fine di consentire i successivi interventi di restauro dello stesso, così come richiesti dalla competente Soprintendenza.[…]La vegetazione insediata sulle strutture del manufatto:" inficia la stabilità delle strutture ( avendo già provocato la caduta di numerosi conci di pietra del rivestimento ". Con la seconda Determina, la n.225 del 20 dicembre 2018 intitolata:"Ponte Romano sul fiume Ofanto. Intervento di urgenza per la conservazione e la tutela.",si dava il via libera all'intervento, e tra l'altro si dice che :"I lavori inerenti la pila n.3 consisteranno nella messa in sicurezza mediante stesura di una rete metallica atta ad impedire lo scivolamento dei conci e la perdita progressiva del manufatto, insieme ad opere di diserbo,rimandando l'intervento di recupero ad un successivo finanziamento ". A guardar bene c'è una grossa contraddizione nei due provvedimenti . Da un lato si invocano "lavori urgenti,interventi di urgenza" nello stesso tempo, per la pila n. 3 si rimanda "l'intervento di recupero ad un successivo finanziamento". S'invoca l'urgenza dei lavori e contemporaneamente si rimanda una parte di essi ad un futuro indeterminato! Chiediamo ai competenti organi,quando può essere efficace il parziale restauro,per la conservazione dell'intera struttura ? C'è un piano finanziario per il completamento del restauro ? E neanche il diserbo delle piante infestanti presenti sulla strutture è stato completato. Quel restauro incompleto non tutela e non conserva il Ponte. Le risorse impegnate in quest'opera rappresenta uno sperpero di pubblico denaro. Una tipica storia italiana. Quando la Sezione della Corte dei Conti Regionale accenderà un faro su queste opere incompiute ?
Mario Riccardo Limitone-Presidente ITALIA NOSTRA Sezione di Canosa di Puglia
In compenso abbiamo trovato 2 Determinazioni Regionali relative al progetto. Nella prima Determina, la n.144 del 20 agosto 2018 intitolata "Lavori urgenti di sfalcio delle erbe infestanti per la conservazione delle strutture murarie del Ponte Romano", e vi si legge che :" l'intervento consiste nella rimozione della vegetazione che si è insediata sulla struttura del Ponte romano [….] al fine di consentire i successivi interventi di restauro dello stesso, così come richiesti dalla competente Soprintendenza.[…]La vegetazione insediata sulle strutture del manufatto:" inficia la stabilità delle strutture ( avendo già provocato la caduta di numerosi conci di pietra del rivestimento ". Con la seconda Determina, la n.225 del 20 dicembre 2018 intitolata:"Ponte Romano sul fiume Ofanto. Intervento di urgenza per la conservazione e la tutela.",si dava il via libera all'intervento, e tra l'altro si dice che :"I lavori inerenti la pila n.3 consisteranno nella messa in sicurezza mediante stesura di una rete metallica atta ad impedire lo scivolamento dei conci e la perdita progressiva del manufatto, insieme ad opere di diserbo,rimandando l'intervento di recupero ad un successivo finanziamento ". A guardar bene c'è una grossa contraddizione nei due provvedimenti . Da un lato si invocano "lavori urgenti,interventi di urgenza" nello stesso tempo, per la pila n. 3 si rimanda "l'intervento di recupero ad un successivo finanziamento". S'invoca l'urgenza dei lavori e contemporaneamente si rimanda una parte di essi ad un futuro indeterminato! Chiediamo ai competenti organi,quando può essere efficace il parziale restauro,per la conservazione dell'intera struttura ? C'è un piano finanziario per il completamento del restauro ? E neanche il diserbo delle piante infestanti presenti sulla strutture è stato completato. Quel restauro incompleto non tutela e non conserva il Ponte. Le risorse impegnate in quest'opera rappresenta uno sperpero di pubblico denaro. Una tipica storia italiana. Quando la Sezione della Corte dei Conti Regionale accenderà un faro su queste opere incompiute ?
Mario Riccardo Limitone-Presidente ITALIA NOSTRA Sezione di Canosa di Puglia