Il Cammino di Santiago a Canosa
I viandanti di Barletta sulla via Francigena
domenica 20 ottobre 2019
21.40
A poche ore dall'approvazione all'unanimità del tratto da Roma a Santa Maria di Leuca della Via Francigena da parte dell'Assemblea Generale Europea delle Vie Francigene, riunitasi a Bari, è giunta quest'oggi a Canosa di Puglia(BT) una delegazione dell'Associazione Amici del Cammino di Santiago della Sezione Barletta, guidata dal Presidente Nicola Antonucci dopo aver percorso a piedi i tratturi da Barletta, a Canne, la tappa di ristoro presso la sede della loco Pro Loco e raggiungere poi Minervino Murge, lungo un percorso di 40 km circa. Si tratta del sesto pellegrinaggio degli Amici di Barletta preceduto dalla celebrazione della Santa Messa di ieri con la benedizione dell'opera pittorica dell'artista Teresa Piccolo, barlettana, che raffigura l'Arcangelo Michele. La partenza da Barletta ha avuto origine dell'antica Chiesa di San Giacomo, che evoca la via e il cammino di Santiago (San Giacomo) de Compostela, con cui abbiamo riscoperto le comuni radici sabiniane tra Canosa e Barletta, già suggellate dal Parroco di Barletta Don Savino Lattanzio. Dal buio dell'alba di una domenica di sole sono giunti dal tratturo interno di Canne a Via Agli Avelli, accolti dal Presidente della Pro Loco Elia Marro, diligente nei preparativi e nella condivisione della sosta, patrocinata anche dal Comune di Canosa.
Ci siamo soffermati presso la Croce Missionaria del 1960 al bivio del Camposanto, dove è approdato anche il Crocifisso portato in mano dai viandanti, in una domenica che celebra la Giornata Mondiale Missionaria con Papa Francesco. Alcuni pellegrini sono giunti anche da Manfredonia. Era presenti all'accoglienza tra gli altri, il consigliere comunale Massimo Lovino, Sabino Mazzarella che ha curato un servizio fotografico e una pattuglia della Polizia Locale per la sicurezza ai viandanti provenienti da Canne ripercorrendo Via Canne (oggi Matteotti) per giungere al Palazzo di Città e alla sede della Pro Loco di Canosa per una sosta ed un ristoro curato dalle donne del Consiglio Direttivo. Riscoprendo le comuni radici sabiniane del Vescovo "viandante" anche Lui verso la Grotta dell'Arcangelo sul Gargano nel VI secolo e edificatore, nondum episcopus (non ancora Vescovo) a Barletta del tempio aperto ai Viatores (viandanti) di qualsiasi cultura e religione, abbiamo presentato la Via Francigena a Canosa con le impronte lasciate dai pellegrini sul portale marmoreo della Cattedrale di San Sabino e sulle pietre sacre della Chiesa di Santa Caterina, che riporta l'incisione indelebile della Triplice Cinta dei Templari.
Poi i viandanti hanno ripreso a camminare verso Minervino per raggiungere la Grotta di San Michele, "spelunca" benedettina che legava Canosa e Minervino, come abbiamo riscoperto con la pergamena di Montecassino. Condividiamo e uniamoci a questo cammino religioso, laico, sacro sulla via Francigena. Sentirsi viandanti a piedi ci aiuta a prendere coscienza di una vita che scorre in fretta, in macchina, perdendo i passi del cuore. Percorrere a piedi le vie di campagna ci fa riscoprire i silenzi, le voci della natura, i colori, i profumi, i paesaggi, le storie, gli aspetti del creato e dell'ambiente da tutelare. Capita anche di incontrare gente sconosciuta e di salutarla con la voce dei nostri padri: "salve!". Salve! Salute a Voi Amici del Cammino di Barletta sulla Via Francigena, Franchigena, Francisca o Romea: parte di un fascio di vie, dette anche vie romee, che dall'Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano nel Sud Europa fino a Roma e di qui proseguivano verso la Puglia, dove vi erano i porti d'imbarco per la Terrasanta, meta dei pellegrini e dei crociati. La storia continua e si tramanda e rivive nei passi affaticati, sudati, ma che lasciano l'impronta sulle vie della civiltà e dell'umanità.
Maestro Peppino Di Nunno
Ci siamo soffermati presso la Croce Missionaria del 1960 al bivio del Camposanto, dove è approdato anche il Crocifisso portato in mano dai viandanti, in una domenica che celebra la Giornata Mondiale Missionaria con Papa Francesco. Alcuni pellegrini sono giunti anche da Manfredonia. Era presenti all'accoglienza tra gli altri, il consigliere comunale Massimo Lovino, Sabino Mazzarella che ha curato un servizio fotografico e una pattuglia della Polizia Locale per la sicurezza ai viandanti provenienti da Canne ripercorrendo Via Canne (oggi Matteotti) per giungere al Palazzo di Città e alla sede della Pro Loco di Canosa per una sosta ed un ristoro curato dalle donne del Consiglio Direttivo. Riscoprendo le comuni radici sabiniane del Vescovo "viandante" anche Lui verso la Grotta dell'Arcangelo sul Gargano nel VI secolo e edificatore, nondum episcopus (non ancora Vescovo) a Barletta del tempio aperto ai Viatores (viandanti) di qualsiasi cultura e religione, abbiamo presentato la Via Francigena a Canosa con le impronte lasciate dai pellegrini sul portale marmoreo della Cattedrale di San Sabino e sulle pietre sacre della Chiesa di Santa Caterina, che riporta l'incisione indelebile della Triplice Cinta dei Templari.
Poi i viandanti hanno ripreso a camminare verso Minervino per raggiungere la Grotta di San Michele, "spelunca" benedettina che legava Canosa e Minervino, come abbiamo riscoperto con la pergamena di Montecassino. Condividiamo e uniamoci a questo cammino religioso, laico, sacro sulla via Francigena. Sentirsi viandanti a piedi ci aiuta a prendere coscienza di una vita che scorre in fretta, in macchina, perdendo i passi del cuore. Percorrere a piedi le vie di campagna ci fa riscoprire i silenzi, le voci della natura, i colori, i profumi, i paesaggi, le storie, gli aspetti del creato e dell'ambiente da tutelare. Capita anche di incontrare gente sconosciuta e di salutarla con la voce dei nostri padri: "salve!". Salve! Salute a Voi Amici del Cammino di Barletta sulla Via Francigena, Franchigena, Francisca o Romea: parte di un fascio di vie, dette anche vie romee, che dall'Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano nel Sud Europa fino a Roma e di qui proseguivano verso la Puglia, dove vi erano i porti d'imbarco per la Terrasanta, meta dei pellegrini e dei crociati. La storia continua e si tramanda e rivive nei passi affaticati, sudati, ma che lasciano l'impronta sulle vie della civiltà e dell'umanità.
Maestro Peppino Di Nunno