Il controllo della tubercolosi: ruolo e responsabilità
Il convegno ha lo scopo di favorire il confronto tra specialisti. Domani 24 marzo alle 9 nella sala rossa del Castello di Barletta
domenica 25 marzo 2012
10.54
IL CONTROLLO DELLA TUBERCOLOSI: RUOLO E RESPONSABILITA' DEGLI OPERATORI SANITARI
Domani 24 marzo alle 9 nella sala rossa del Castello di Barletta si è terrà la prima edizione del convegno "Il controllo della tubercolosi: ruolo e responsabilità degli operatori sanitari" organizzato dal dottor Franco Dadduzio, direttore dell'unità operativa di Pneumotisiologia territoriale della Asl Bt. Il convegno sarà replicato il 28 aprile nella sala convegni dell'ospedale San Nicola Pellegrino di Trani e il 5 maggio nell'auditorium S. Andrea Apostolo in corso Europa Unita ad Andria.
Il convegno ha lo scopo di favorire il confronto tra specialisti di diverse discipline che, a vario titolo, intervengono nei percorsi diagnostico-terapeutici e preventivi di questa malattia: pneumologi, igienisti, infettivologi, specialisti in Medicina del lavoro, radiologi, microbiologi, medici di laboratorio. Nel nostro territorio si stima una incidenza di 6-7 nuovi casi di tubercolosi ogni anno su 1000.000 abitanti, in linea con i dati nazionali. La Asl Bt ha recentemente redatto delle linee guida aziendali per la sorveglianza e il controllo di questa malattia, al fine di uniformare i percorsi diagnostici e terapeutici su tutto il territorio della provincia Bt e tutelare oltre che la salute e la sicurezza dei pazienti anche quella degli operatori. I controlli sono partiti dai reparti considerati a maggiore rischio e sono tutt'ora in corso. Lo screening viene effettuato utilizzando moderni strumenti diagnostici in grado non solo di escludere la presenza di malattie tubercolare, ma anche quella "latente", cioè non in grado di dare contagio a terzi ma teoricamente capace di produrre una malattia nel corso della vita dei lavoratori. A oggi l'utilizzo di questi strumenti ad elevata sensibilità e specificità ha permesso di confermare diciassette casi di infezione latente tra operatori.
Per tutti sono stati effettuati approfondimenti che hanno permesso di escludere qualunque rischio per la salute di terzi e si è provvisto alla necessaria offerta diagnostica e preventiva per gli operatori a rischio. Il convegno mira a diffondere queste linee guida per renderle ancora più operative attraverso il coinvolgimento di tutti gli operatori sanitari, che rappresentano una categoria a rischio di contrarre ma anche di diffondere la malattia, come è già successo in altre regioni.
Andria, 23 marzo 2012
Domani 24 marzo alle 9 nella sala rossa del Castello di Barletta si è terrà la prima edizione del convegno "Il controllo della tubercolosi: ruolo e responsabilità degli operatori sanitari" organizzato dal dottor Franco Dadduzio, direttore dell'unità operativa di Pneumotisiologia territoriale della Asl Bt. Il convegno sarà replicato il 28 aprile nella sala convegni dell'ospedale San Nicola Pellegrino di Trani e il 5 maggio nell'auditorium S. Andrea Apostolo in corso Europa Unita ad Andria.
Il convegno ha lo scopo di favorire il confronto tra specialisti di diverse discipline che, a vario titolo, intervengono nei percorsi diagnostico-terapeutici e preventivi di questa malattia: pneumologi, igienisti, infettivologi, specialisti in Medicina del lavoro, radiologi, microbiologi, medici di laboratorio. Nel nostro territorio si stima una incidenza di 6-7 nuovi casi di tubercolosi ogni anno su 1000.000 abitanti, in linea con i dati nazionali. La Asl Bt ha recentemente redatto delle linee guida aziendali per la sorveglianza e il controllo di questa malattia, al fine di uniformare i percorsi diagnostici e terapeutici su tutto il territorio della provincia Bt e tutelare oltre che la salute e la sicurezza dei pazienti anche quella degli operatori. I controlli sono partiti dai reparti considerati a maggiore rischio e sono tutt'ora in corso. Lo screening viene effettuato utilizzando moderni strumenti diagnostici in grado non solo di escludere la presenza di malattie tubercolare, ma anche quella "latente", cioè non in grado di dare contagio a terzi ma teoricamente capace di produrre una malattia nel corso della vita dei lavoratori. A oggi l'utilizzo di questi strumenti ad elevata sensibilità e specificità ha permesso di confermare diciassette casi di infezione latente tra operatori.
Per tutti sono stati effettuati approfondimenti che hanno permesso di escludere qualunque rischio per la salute di terzi e si è provvisto alla necessaria offerta diagnostica e preventiva per gli operatori a rischio. Il convegno mira a diffondere queste linee guida per renderle ancora più operative attraverso il coinvolgimento di tutti gli operatori sanitari, che rappresentano una categoria a rischio di contrarre ma anche di diffondere la malattia, come è già successo in altre regioni.
Andria, 23 marzo 2012