Il “cultum rusticanum” della Madonna di Costantinopoli a Canosa di Puglia
Era l’alba del 1° martedì di Marzo dell’anno 733. Giunse nel porto di Bari l'antica icona bizantina della Madre di Dio, proveniente da Costantinopoli
lunedì 4 marzo 2013
11.16
Era l'alba del 1° martedì di Marzo dell'anno 733, quando giunse nel porto di Bari l'antica icona bizantina della Madre di Dio, proveniente da Costantinopoli, per sfuggire all'editto iconoclasta.
Secondo la tradizione una tempesta fece approdare la nave, diretta al Pontefice verso Roma, nel porto di Bari con due monaci basiliani e alcuni soldati baresi.
Nacque a Bari il culto orientale della Madonna dell'Odegitria, di Colei che indica (gr. egheter=guida) la via (gr. odòs= via)., con l'iconografia della mano della Madre che indica Gesù, la Via da seguire.
Visitammo negli anni 90 con i bambini della Scuola Elementare Enzo De Muro Lomanto la Cripta della Cattedrale dell'Odegitria, Patrona di Bari, con la foto di gruppo in Piazza Odegitria sul sagrato della Cattedrale, che peraltro custodisce la venerazione a San Sabino, raffigurato nei marmi pregevoli della facciata.
La stessa icona attuale, del 1500, fu incoronata da Papa Giovanni Paolo II a Bari nella domenica del 26 febbraio del 1984, in un pomeriggio ventoso cui eravamo presenti con Sabino D'Elia e con l'emittente locale televisiva di Canosa-Centro di Franco D'Elia.
Quel culto approdato a Bari, si diffuse in tutta la Puglia, come nell'abbazia di Pulsano, e si innestò nella Chiesa agreste di Santa Maria di Costantinopoli a Canosa di Puglia.
Durante il degrado architettonico della Chiesa l'immagine fu portata e venerata nella Cattedrale San Sabino, nell'attuale Cappella di Sant'Antonio, come attesta la lapide documentale del 1821, IN HONOREM SANCTÆ MARIÆ E COSTANTINOPOLI.
La Chiesa fu riedificata a cura dell'Arcidiacono Benedetto Forina (1835-1912), le cui spoglie riposano nella Cappella funeraria gentilizia, attigua alla Chiesa. Fu così promosso un "cultum rusticanum", un culto agreste, campagnolo, innestato nella civiltà contadina di Canosa, che come comunità civile e religiosa, si ritrovava sul verde terreno della Chiesa, di cui si stanno perdendo le radici e le tradizioni, che danno identità e coesione al popolo.
Peraltro la Chiesa nell'Anno del Giubileo era inserita come Santuario mariano nel pellegrinaggio di fede.
L'edificio sacro custodisce alla venerazione l'immagine del 1932 di Sant'Elena, Madre dell'Imperatore Costantino e una statua lignea di San Benedetto, con il dito alla labbra ad evocare la regola benedettina del Silenzio, interpretata dal linguaggio popolare in dialetto del 900 con la frase: "San Beneditte, mange le castagne e statte citte!".
Certo era bello mangiare le castagne, ma fare festa nel quartiere, che diventava casa cittadina all'aperto, risorsa spirituale e agrituristica.
Ancora oggi, con i giardini pubblici, è una bella passeggiata ecologica, che potrebbe essere ristoro per l'agricoltura, il corpo e lo spirito, fagocitato dal consumismo e dal denaro.
Rinnoviamo questo culto, pur nella carenza di sacerdoti e laici, in una Chiesa che ci porta in campagna, nel cultum rusticanum, negli elementi primordiali del sole e dell'aria aperta, verso l'Oriente, verso la "Città di Costantino" (Costantinopoli), di cui si evoca la memoria quest'anno 2013, a distanza di 18 secoli dall'editto del 313 d.C. che riconobbe la libertà di fede dei Cristianesimo.
Nell'Anno della Fede rileggiamo nella storia e nella devozione la libertà del Cristianesimo, che anche a Canosa ha conosciuto il sangue dei martiri.
Proponiamo che Maria SS,. di Costantinopoli, da Canosa, venga eletta Patrona della nuova Provincia della BT, nelle radici cristiane del culto orientale.
Come a Costantinopoli, oggi Istanbul, come a Bari e anche a Canosa di Puglia nel "cultum rusticanum" si rinnova nel primo martedì di Marzo, la devozione a Maria SS. dell'Odegitria, detta di Costantinopoli.
Un semplice foglio sull'ingresso della Parrocchia del Rosario, cui appartiene la "Chiesa rurale di Costantinopoli" riporta il programma della liturgia guidata con fervida preghiera dal Parroco don Saverio Memeo, con il Santo Rosario recitato alle ore 20,00 del giorno precedente, lunedì 4 marzo, con la Santa Messa del giorno della Festa alle ore 11,30 e con la Processione di quartiere alle ore 18,00.
Sarebbe auspicabile che ci fosse stato un manifesto diffuso a tutte le Parrocchie e alla città, che un tempo era convocata intorno alla Chiesa rurale.
Proponiamo di intitolare il piazzale verde della Chiesa, Piazzale Odegitria e di elaborare un opuscolo dal titolo "L'Odegitria a Canosa di Puglia".
Seguiamo questa VIA (odòs) agreste a Canosa verso la Chiesa di Costantinopoli, anche con il Gonfalone del Comune, ad attestare le tradizioni dei nostri antenati " E MAIORIBUS TRADITUM".
Forse il Latino sconosciuto ci allontana dalla lettura, ma è spesso la disaffezione dalla storia ad allontanarci dalla nostra identità, e la storia del Cristianesimo, dei Santi, delle tradizioni popolari merita di essere conosciuta, vissuta a beneficio della vita e della società.
Buona festa!
maestro Peppino Di Nunno
Canosa 4 marzo 2013
Secondo la tradizione una tempesta fece approdare la nave, diretta al Pontefice verso Roma, nel porto di Bari con due monaci basiliani e alcuni soldati baresi.
Nacque a Bari il culto orientale della Madonna dell'Odegitria, di Colei che indica (gr. egheter=guida) la via (gr. odòs= via)., con l'iconografia della mano della Madre che indica Gesù, la Via da seguire.
Visitammo negli anni 90 con i bambini della Scuola Elementare Enzo De Muro Lomanto la Cripta della Cattedrale dell'Odegitria, Patrona di Bari, con la foto di gruppo in Piazza Odegitria sul sagrato della Cattedrale, che peraltro custodisce la venerazione a San Sabino, raffigurato nei marmi pregevoli della facciata.
La stessa icona attuale, del 1500, fu incoronata da Papa Giovanni Paolo II a Bari nella domenica del 26 febbraio del 1984, in un pomeriggio ventoso cui eravamo presenti con Sabino D'Elia e con l'emittente locale televisiva di Canosa-Centro di Franco D'Elia.
Quel culto approdato a Bari, si diffuse in tutta la Puglia, come nell'abbazia di Pulsano, e si innestò nella Chiesa agreste di Santa Maria di Costantinopoli a Canosa di Puglia.
Durante il degrado architettonico della Chiesa l'immagine fu portata e venerata nella Cattedrale San Sabino, nell'attuale Cappella di Sant'Antonio, come attesta la lapide documentale del 1821, IN HONOREM SANCTÆ MARIÆ E COSTANTINOPOLI.
La Chiesa fu riedificata a cura dell'Arcidiacono Benedetto Forina (1835-1912), le cui spoglie riposano nella Cappella funeraria gentilizia, attigua alla Chiesa. Fu così promosso un "cultum rusticanum", un culto agreste, campagnolo, innestato nella civiltà contadina di Canosa, che come comunità civile e religiosa, si ritrovava sul verde terreno della Chiesa, di cui si stanno perdendo le radici e le tradizioni, che danno identità e coesione al popolo.
Peraltro la Chiesa nell'Anno del Giubileo era inserita come Santuario mariano nel pellegrinaggio di fede.
L'edificio sacro custodisce alla venerazione l'immagine del 1932 di Sant'Elena, Madre dell'Imperatore Costantino e una statua lignea di San Benedetto, con il dito alla labbra ad evocare la regola benedettina del Silenzio, interpretata dal linguaggio popolare in dialetto del 900 con la frase: "San Beneditte, mange le castagne e statte citte!".
Certo era bello mangiare le castagne, ma fare festa nel quartiere, che diventava casa cittadina all'aperto, risorsa spirituale e agrituristica.
Ancora oggi, con i giardini pubblici, è una bella passeggiata ecologica, che potrebbe essere ristoro per l'agricoltura, il corpo e lo spirito, fagocitato dal consumismo e dal denaro.
Rinnoviamo questo culto, pur nella carenza di sacerdoti e laici, in una Chiesa che ci porta in campagna, nel cultum rusticanum, negli elementi primordiali del sole e dell'aria aperta, verso l'Oriente, verso la "Città di Costantino" (Costantinopoli), di cui si evoca la memoria quest'anno 2013, a distanza di 18 secoli dall'editto del 313 d.C. che riconobbe la libertà di fede dei Cristianesimo.
Nell'Anno della Fede rileggiamo nella storia e nella devozione la libertà del Cristianesimo, che anche a Canosa ha conosciuto il sangue dei martiri.
Proponiamo che Maria SS,. di Costantinopoli, da Canosa, venga eletta Patrona della nuova Provincia della BT, nelle radici cristiane del culto orientale.
Come a Costantinopoli, oggi Istanbul, come a Bari e anche a Canosa di Puglia nel "cultum rusticanum" si rinnova nel primo martedì di Marzo, la devozione a Maria SS. dell'Odegitria, detta di Costantinopoli.
Un semplice foglio sull'ingresso della Parrocchia del Rosario, cui appartiene la "Chiesa rurale di Costantinopoli" riporta il programma della liturgia guidata con fervida preghiera dal Parroco don Saverio Memeo, con il Santo Rosario recitato alle ore 20,00 del giorno precedente, lunedì 4 marzo, con la Santa Messa del giorno della Festa alle ore 11,30 e con la Processione di quartiere alle ore 18,00.
Sarebbe auspicabile che ci fosse stato un manifesto diffuso a tutte le Parrocchie e alla città, che un tempo era convocata intorno alla Chiesa rurale.
Proponiamo di intitolare il piazzale verde della Chiesa, Piazzale Odegitria e di elaborare un opuscolo dal titolo "L'Odegitria a Canosa di Puglia".
Seguiamo questa VIA (odòs) agreste a Canosa verso la Chiesa di Costantinopoli, anche con il Gonfalone del Comune, ad attestare le tradizioni dei nostri antenati " E MAIORIBUS TRADITUM".
Forse il Latino sconosciuto ci allontana dalla lettura, ma è spesso la disaffezione dalla storia ad allontanarci dalla nostra identità, e la storia del Cristianesimo, dei Santi, delle tradizioni popolari merita di essere conosciuta, vissuta a beneficio della vita e della società.
Buona festa!
maestro Peppino Di Nunno
Canosa 4 marzo 2013