Il dialetto canosino approda all’Università di Torino
Un alloro accademico di Marzia Festa. Un patrimonio umano, socio-culturale e linguistico di Canosa
giovedì 10 gennaio 2013
15.58
Figlia di un'emigrante canosina, Giulia Formiglia cresciuta di fronte alla Madonnina della via di Andria ed emigrata a Torino, coniugata con il sig. Fulvio, Marzia Festa è ritornata nell'estate del 2012 a Canosa di Puglia con i genitori per lo studio del dialetto canosino, nella riscoperta delle radici linguistiche di generazioni a confronto intervistate.
Sono le interviste citate nell'Appendice di 130 pagine della Tesi di laurea, che costituisce il laboratorio linguistico sul campo canosino, in cui è stato rivolto di persona un questionario di venti domande sul dialetto, confrontato alla lingua italiana.
Sono 54 interviste rivolte a otto maschi e otto femmine per tre livelli di generazioni individuate oltre i sessanta anni, tra i trenta e i sessanta anni e sotto i trenta anni, da una nonna di 87 anni ad una ragazza di dodici.
È un patrimonio umano, socio-culturale e linguistico di Canosa di Puglia, oggetto di studio nella tesi di laurea sostenuta il 22 novembre 2012 con brillante votazione, presso l'Università degli Studi di Torino alla Facoltà di Lettere e Filosofia, nel Corso di laurea di Lettere Moderne.
La Dissertazione Finale porta il titolo: Il dialetto canosino: generazioni a confronto, con il docente relatore, dott.ssa Raffaella Scarpa di origini pugliesi, che con competenza intellettuale ha ben individuato nel dialetto canosino la stratificazione linguistica di civiltà ed epoche storiche.
Nell'Introduzione della Tesi la laureanda ha esordito nella sottolineatura che "negli ultimi anni sono stati molto rivalutati i dialetti italiani, con le loro tradizioni. I dialetti infatti, portano con sé, usi, costumi e identità dei diversi centri italiani".
La tesi è suddivisa in tre capitoli, che meritano lo studio nelle Scuole di Canosa.
Il primo capitolo riporta la presentazione di Canosa dal punto di vista storico, studiando le origini delle parole del patrimonio linguistico vernacolare con l'influsso greco, latino, spagnolo, francese. Il secondo capitolo analizza il dialetto in relazione alla società, con lo studio dei contesti comunicativi degli intervistati, dalla famiglia, alla scuola, al lavoro, all'oratorio. Nel capitolo suddetto vengono anche studiate le connotazioni affettive del dialetto, che come lingua popolare parlata, è impregnata e intessuta di emozioni e umanità.
Il terzo capitolo riporta un confronto generazionale a livello linguistico, tra parole nuove e parole perse nell'italianizzazione del dialetto.
Oltra le fonti della bibliografia, la tesi riporta nella Sitografia, anche alcune pubblicazioni presenti nel sito www.canosaweb.it riferite al prof. Thomas Stehl e al maestro Peppino Di Nunno, di cui si sente "allieva taurina", come scrive nella dedica della copia della Tesi di Laurea.
Nelle conclusioni di questo ardito studio sociolinguistico, non attinto da Internet, ma dalla viva voce del popolo canosino, la laureanda apprezza la volontà dei giovani, come lei, di esprimersi ancora in dialetto, la volontà delle Scuole di evocarlo nelle drammatizzazioni culturali, la volontà di "manifestazioni, premi, recite, libri e poesie" che danno voce ancora al dialetto canosino.
Nelle interviste emerge un pensiero cantato in dialetto: "Da na rocchij de timbe, vach truanne na storij…", ma Marzia nella tesi ci ha raccontato tante storie dell'anima popolare canosina, così significativa e rappresentativa nella Daunia, nella Puglia e nell'Italia meridionale.
A Torino sono giunti tanti emigranti canosini; dopo la "peregrinatio" di San Sabino; dal Ponte Romano sul fiume Ofanto è giunta anche la voce del dialetto canosino, fregiata di alloro all'Università.
Siamo eredi e custodi del nostro patrimonio culturale e linguistico, compreso il nostro dialetto canosino approdato a Torino.
Complimenti dott.ssa Marzia"! e grazie dai Canosini per queste ricerche storiche e linguistiche di una raffinata figura femminile che rende bello il dialetto, di una giovane studiosa che rende accademico il dialetto.
Auguri! Jà nu prisce ke Canàuse!
Personalmente ho il piacere di indirizzare a Marzia una dedica in dialetto:
A Marzia
A una figlia della gens Julia,
taurina nelle radici dell'Apulia,
all'italica amica Marzia Festa,
di veste regale come la dea Vesta,
che all'alloro di Torino si appresta
con il dialetto canosino in testa.
Marzia evocata dal poeta fiorentino ,
Marzajòle detta in dialetto canosino
quane se mangève pène e premedòle
e all'appite tutte scévene a la scòle
sparagnanne e luénne da la gòle
metténn o pizze e addà ce vòle.
Orruète a Torino San Zavòine Poveridde
ò purtète u dialette da sàupe o Castidde
da Canàuse ke le pène a fidde a fidde
cu fùke russe e la fanòve o Bammenidde ,
ke li strascenète de grène e li cuppetidde,
ke fèfe, cicere e faséule jind'o pegnatidde
ke le mire abbasce a la grotte du vascidde ,
ke fòike, jiéue e precoke jind'o panaridde,
du nu pajòse andòike de tanda Kandaridde
nète sàup'a l'Óffete 'n mézze a le cannidde ,
scavète abbasce a na grotte do Munecacidde .
maestro Peppino Di Nunno
Sono le interviste citate nell'Appendice di 130 pagine della Tesi di laurea, che costituisce il laboratorio linguistico sul campo canosino, in cui è stato rivolto di persona un questionario di venti domande sul dialetto, confrontato alla lingua italiana.
Sono 54 interviste rivolte a otto maschi e otto femmine per tre livelli di generazioni individuate oltre i sessanta anni, tra i trenta e i sessanta anni e sotto i trenta anni, da una nonna di 87 anni ad una ragazza di dodici.
È un patrimonio umano, socio-culturale e linguistico di Canosa di Puglia, oggetto di studio nella tesi di laurea sostenuta il 22 novembre 2012 con brillante votazione, presso l'Università degli Studi di Torino alla Facoltà di Lettere e Filosofia, nel Corso di laurea di Lettere Moderne.
La Dissertazione Finale porta il titolo: Il dialetto canosino: generazioni a confronto, con il docente relatore, dott.ssa Raffaella Scarpa di origini pugliesi, che con competenza intellettuale ha ben individuato nel dialetto canosino la stratificazione linguistica di civiltà ed epoche storiche.
Nell'Introduzione della Tesi la laureanda ha esordito nella sottolineatura che "negli ultimi anni sono stati molto rivalutati i dialetti italiani, con le loro tradizioni. I dialetti infatti, portano con sé, usi, costumi e identità dei diversi centri italiani".
La tesi è suddivisa in tre capitoli, che meritano lo studio nelle Scuole di Canosa.
Il primo capitolo riporta la presentazione di Canosa dal punto di vista storico, studiando le origini delle parole del patrimonio linguistico vernacolare con l'influsso greco, latino, spagnolo, francese. Il secondo capitolo analizza il dialetto in relazione alla società, con lo studio dei contesti comunicativi degli intervistati, dalla famiglia, alla scuola, al lavoro, all'oratorio. Nel capitolo suddetto vengono anche studiate le connotazioni affettive del dialetto, che come lingua popolare parlata, è impregnata e intessuta di emozioni e umanità.
Il terzo capitolo riporta un confronto generazionale a livello linguistico, tra parole nuove e parole perse nell'italianizzazione del dialetto.
Oltra le fonti della bibliografia, la tesi riporta nella Sitografia, anche alcune pubblicazioni presenti nel sito www.canosaweb.it riferite al prof. Thomas Stehl e al maestro Peppino Di Nunno, di cui si sente "allieva taurina", come scrive nella dedica della copia della Tesi di Laurea.
Nelle conclusioni di questo ardito studio sociolinguistico, non attinto da Internet, ma dalla viva voce del popolo canosino, la laureanda apprezza la volontà dei giovani, come lei, di esprimersi ancora in dialetto, la volontà delle Scuole di evocarlo nelle drammatizzazioni culturali, la volontà di "manifestazioni, premi, recite, libri e poesie" che danno voce ancora al dialetto canosino.
Nelle interviste emerge un pensiero cantato in dialetto: "Da na rocchij de timbe, vach truanne na storij…", ma Marzia nella tesi ci ha raccontato tante storie dell'anima popolare canosina, così significativa e rappresentativa nella Daunia, nella Puglia e nell'Italia meridionale.
A Torino sono giunti tanti emigranti canosini; dopo la "peregrinatio" di San Sabino; dal Ponte Romano sul fiume Ofanto è giunta anche la voce del dialetto canosino, fregiata di alloro all'Università.
Siamo eredi e custodi del nostro patrimonio culturale e linguistico, compreso il nostro dialetto canosino approdato a Torino.
Complimenti dott.ssa Marzia"! e grazie dai Canosini per queste ricerche storiche e linguistiche di una raffinata figura femminile che rende bello il dialetto, di una giovane studiosa che rende accademico il dialetto.
Auguri! Jà nu prisce ke Canàuse!
Personalmente ho il piacere di indirizzare a Marzia una dedica in dialetto:
A Marzia
A una figlia della gens Julia,
taurina nelle radici dell'Apulia,
all'italica amica Marzia Festa,
di veste regale come la dea Vesta,
che all'alloro di Torino si appresta
con il dialetto canosino in testa.
Marzia evocata dal poeta fiorentino ,
Marzajòle detta in dialetto canosino
quane se mangève pène e premedòle
e all'appite tutte scévene a la scòle
sparagnanne e luénne da la gòle
metténn o pizze e addà ce vòle.
Orruète a Torino San Zavòine Poveridde
ò purtète u dialette da sàupe o Castidde
da Canàuse ke le pène a fidde a fidde
cu fùke russe e la fanòve o Bammenidde ,
ke li strascenète de grène e li cuppetidde,
ke fèfe, cicere e faséule jind'o pegnatidde
ke le mire abbasce a la grotte du vascidde ,
ke fòike, jiéue e precoke jind'o panaridde,
du nu pajòse andòike de tanda Kandaridde
nète sàup'a l'Óffete 'n mézze a le cannidde ,
scavète abbasce a na grotte do Munecacidde .
maestro Peppino Di Nunno