Il “fenomeno orecchiette” di Arco Basso a Bari
La disamina di Savino Montaruli, rappresentante sindacale di UniPuglia,
sabato 23 novembre 2024
23.06
L'incontro dello scorso 21 novembre al Comune di Bari ha fatto registrare anche la presenza, tra gli altri, del Rappresentante sindacale di UniPuglia, Savino Montaruli, regolarmente invitato in mattinata dall'Assessore Petruzzelli, il quale con il suo contributo di esperienza, di idee e soprattutto di analisi e comprensione del fenomeno "orecchiette" strettamente legato a quello di attrattività turistica, ha approfondito da più punti di vista una delicatissima vicenda che, secondo l'esponente sindacale, va ben oltre la semplicistica regolarizzazione di qualcosa che, evidentemente, non è stata compresa fino in fondo. Una relazione a braccio durata quasi 30 minuti quella di Montaruli che, nella splendida Sala Giunta del comune di Bari, ha ricevuto non solo la condivisione ma anche il senso profondo di un ragionamento articolato apprezzato sia dall'Assessore Pietro Petruzzelli che da parte dell'attento ed esperto Direttore Generale Davide Pellegrino che ha coordinato i lavori della riunione con le Associazioni di Categoria presenti al tavolo.
Al termine dell'incontro a Palazzo di Città è stato lo stesso Montaruli ad informare chi lo ha contattato, dichiarando: "si sta rischiando di perdere di vista quello che in realtà rappresenta oggi il cosiddetto "fenomeno orecchiette" di Arco Basso, a Bari. Pensare di poter "semplicemente" conciliare il tutto attraverso la semplicistica, ed impraticabile, regolarizzazione igienico-sanitaria, amministrativa e fiscale di quella situazione potrebbe risultare non solo controproducente e dannoso ma persino innescare un conflitto sociale di grande portata, visto che non tutte le esperte e valorose pastaie partono dalla stessa condizione. Mi spiego meglio: qui non si tratta di trasformare in negozi o in ristoranti casalinghi quelle che sono diventate ormai icone identitarie di un centro storico portato ai massimi livelli di visibilità e di attrattiva, nazionale e mondiale. No, sarebbe un'altra azione populistica e senza risultati. Ciò che invece si dovrebbe fare è considerare questo momento di riflessione e di enorme visibilità per arrivare ad un Progetto che coinvolga direttamente tutte le risorse umane che hanno creato, dal nulla, questo che è diventato uno dei maggiori punti di attrattiva di Bari, città dell'accoglienza. Quelle che, a volte anche non in maniera elegante, si continuano a definire pastaie, sono delle artiste di strada che hanno fatto molto di più degli "strateghi della comunicazione e del marketing", senza spendere un solo euro di denaro pubblico. Questo è il Valore da salvaguardare e per poterlo fare non servono solamente i tecnici, serve soprattutto quel Progetto Turistico che renda merito e gratifichi, anche economicamente, queste donne di Arco Basso che devono restare esattamente dove sono a fare quello che fanno e per cui sono apprezzate. La vendita dei prodotti, che siano di produzione propria piuttosto che di altra provenienza, ovviamente tracciata e certificata, diventa fattore secondario ed in ogni caso quell'azione "dimostrativa" delle donne di Bari vecchia porterebbe sicuro vantaggio all'intera filiera del prodotto "orecchietta barese" e non "semplicemente" alle orecchiette di Arco Basso. Questo concetto di volano per un intero comparto che se ne avvantaggerebbe nel suo complesso necessita di sicuro approfondimento, come ho esplicitato in riunione trovando la condivisione dei presenti. Partendo dalle numerose e spesso inutilizzate risorse pubbliche di fondi regionali e strutturali, passando per tante altre forme di finanziamento anche comunali, si deve guardare ben oltre quello che viene ancora oggi trattato solamente o prevalentemente come un tema "amministrativo" e non politico e di Visione. Il comune di Bari ha approvato oltre due anni fa, con il mio grandissimo disappunto e contrarietà, un Documento Strategico del Commercio che non ha visto alcuna compartecipazione né alcun intervento propositivo da chi pure vive e si arricchisce di denaro pubblico. Nella Sala Dalfino restai da solo a protestare contro quello spreco di denaro pubblico e contro quel D.S.C. inaccettabile che sta ancora oggi producendo danni enormi al piccolo commercio, anche a causa della mancata regolamentazione di moltissimi aspetti amministrativi che stanno mettendo in profonda crisi interi settori. In quel consiglio comunale l'allora Sindaco Antonio Decaro, rivolgendosi direttamente al sottoscritto presente in aula, riconobbe tutte quelle distorsioni e pur facendo approvare alcuni emendamenti da me suggeriti, che hanno evitato ulteriori danni, assunse pubblicamente l'impegno a rivedere quel Documento a distanza di sei mesi; cosa mai più avvenuta. Quel Documento strategico – prosegue Montaruli – avrebbe dovuto rappresentare e contenere tutti questi aspetti di cambiamento e di innovazione. Invece è rimasto un libricino contenente semplicemente la riproduzione di norme regionali già scritte, senza Visione e senza guardare alla Città ed al futuro della sua imprenditoria sofferente ed agonizzante. In tutti quei "Progetti" ed in quegli investimenti pubblici chi ha mai pensato al fenomeno orecchiette che, nel frattempo, cresceva e diventava motore turistico della città? Dov'erano coloro che oggi assurgerebbero a risolutori di carta ma che rischiano seriamente di distruggere anche questo momento di enorme visibilità per la città? Anche la contrapposizione che vedrebbe sulle barricate i "commercianti" della zona rischia di diventare un boomerang. Qualora le scelte di questi giorni dovessero risultare fallimentari e portare alla distruzione del fenomeno di Arco Basso, qualcuno di quei soggetti dovrebbe far comprendere a chi protesta che, grazie a quei flussi di turisti catturati da quel luogo storico, si è sviluppato un indotto positivo anche per il commercio di vicinato circostante e che qualora l'attrattiva delle orecchiette dovesse terminare, a causa di scelte disastrose, si sappia che ne soffrirebbe anche tutto l'indotto, perché se le orecchiette non le vendono le pastaie di Arco Basso, non è detto che i turisti le comprerebbero altrove. Non è per nulla scontato ma chi ragiona nel nome della propaganda personale e del populismo sfrenato queste cose non le dice, o non le pensa o peggio non le ammette. Vi risparmio tutto il resto che troverete nella registrazione del mio intervento durante la riunione al comune di Bari" – conclude Montaruli che con l'UniPuglia ha partecipato alla riunione in Sala Giunta con i colleghi di Confesercenti, Confcommercio, CNA e Confartigianato.
Al termine dell'incontro a Palazzo di Città è stato lo stesso Montaruli ad informare chi lo ha contattato, dichiarando: "si sta rischiando di perdere di vista quello che in realtà rappresenta oggi il cosiddetto "fenomeno orecchiette" di Arco Basso, a Bari. Pensare di poter "semplicemente" conciliare il tutto attraverso la semplicistica, ed impraticabile, regolarizzazione igienico-sanitaria, amministrativa e fiscale di quella situazione potrebbe risultare non solo controproducente e dannoso ma persino innescare un conflitto sociale di grande portata, visto che non tutte le esperte e valorose pastaie partono dalla stessa condizione. Mi spiego meglio: qui non si tratta di trasformare in negozi o in ristoranti casalinghi quelle che sono diventate ormai icone identitarie di un centro storico portato ai massimi livelli di visibilità e di attrattiva, nazionale e mondiale. No, sarebbe un'altra azione populistica e senza risultati. Ciò che invece si dovrebbe fare è considerare questo momento di riflessione e di enorme visibilità per arrivare ad un Progetto che coinvolga direttamente tutte le risorse umane che hanno creato, dal nulla, questo che è diventato uno dei maggiori punti di attrattiva di Bari, città dell'accoglienza. Quelle che, a volte anche non in maniera elegante, si continuano a definire pastaie, sono delle artiste di strada che hanno fatto molto di più degli "strateghi della comunicazione e del marketing", senza spendere un solo euro di denaro pubblico. Questo è il Valore da salvaguardare e per poterlo fare non servono solamente i tecnici, serve soprattutto quel Progetto Turistico che renda merito e gratifichi, anche economicamente, queste donne di Arco Basso che devono restare esattamente dove sono a fare quello che fanno e per cui sono apprezzate. La vendita dei prodotti, che siano di produzione propria piuttosto che di altra provenienza, ovviamente tracciata e certificata, diventa fattore secondario ed in ogni caso quell'azione "dimostrativa" delle donne di Bari vecchia porterebbe sicuro vantaggio all'intera filiera del prodotto "orecchietta barese" e non "semplicemente" alle orecchiette di Arco Basso. Questo concetto di volano per un intero comparto che se ne avvantaggerebbe nel suo complesso necessita di sicuro approfondimento, come ho esplicitato in riunione trovando la condivisione dei presenti. Partendo dalle numerose e spesso inutilizzate risorse pubbliche di fondi regionali e strutturali, passando per tante altre forme di finanziamento anche comunali, si deve guardare ben oltre quello che viene ancora oggi trattato solamente o prevalentemente come un tema "amministrativo" e non politico e di Visione. Il comune di Bari ha approvato oltre due anni fa, con il mio grandissimo disappunto e contrarietà, un Documento Strategico del Commercio che non ha visto alcuna compartecipazione né alcun intervento propositivo da chi pure vive e si arricchisce di denaro pubblico. Nella Sala Dalfino restai da solo a protestare contro quello spreco di denaro pubblico e contro quel D.S.C. inaccettabile che sta ancora oggi producendo danni enormi al piccolo commercio, anche a causa della mancata regolamentazione di moltissimi aspetti amministrativi che stanno mettendo in profonda crisi interi settori. In quel consiglio comunale l'allora Sindaco Antonio Decaro, rivolgendosi direttamente al sottoscritto presente in aula, riconobbe tutte quelle distorsioni e pur facendo approvare alcuni emendamenti da me suggeriti, che hanno evitato ulteriori danni, assunse pubblicamente l'impegno a rivedere quel Documento a distanza di sei mesi; cosa mai più avvenuta. Quel Documento strategico – prosegue Montaruli – avrebbe dovuto rappresentare e contenere tutti questi aspetti di cambiamento e di innovazione. Invece è rimasto un libricino contenente semplicemente la riproduzione di norme regionali già scritte, senza Visione e senza guardare alla Città ed al futuro della sua imprenditoria sofferente ed agonizzante. In tutti quei "Progetti" ed in quegli investimenti pubblici chi ha mai pensato al fenomeno orecchiette che, nel frattempo, cresceva e diventava motore turistico della città? Dov'erano coloro che oggi assurgerebbero a risolutori di carta ma che rischiano seriamente di distruggere anche questo momento di enorme visibilità per la città? Anche la contrapposizione che vedrebbe sulle barricate i "commercianti" della zona rischia di diventare un boomerang. Qualora le scelte di questi giorni dovessero risultare fallimentari e portare alla distruzione del fenomeno di Arco Basso, qualcuno di quei soggetti dovrebbe far comprendere a chi protesta che, grazie a quei flussi di turisti catturati da quel luogo storico, si è sviluppato un indotto positivo anche per il commercio di vicinato circostante e che qualora l'attrattiva delle orecchiette dovesse terminare, a causa di scelte disastrose, si sappia che ne soffrirebbe anche tutto l'indotto, perché se le orecchiette non le vendono le pastaie di Arco Basso, non è detto che i turisti le comprerebbero altrove. Non è per nulla scontato ma chi ragiona nel nome della propaganda personale e del populismo sfrenato queste cose non le dice, o non le pensa o peggio non le ammette. Vi risparmio tutto il resto che troverete nella registrazione del mio intervento durante la riunione al comune di Bari" – conclude Montaruli che con l'UniPuglia ha partecipato alla riunione in Sala Giunta con i colleghi di Confesercenti, Confcommercio, CNA e Confartigianato.