Il giorno più bello del Cav. Raffaele Lembo !
Proficua capacità imprenditoriale dimostrata in 40 anni di onorato lavoro. Esempio di attaccamento al suo paese
sabato 5 novembre 2011
18.05
"Ho lavorato e vissuto una vita modesta , il danaro mi fu mezzo di lavoro, non di benessere, né di godimento; mentre non ho pensato a costruirmi una casa lascio alla mia Canosa sacra un'opera degna della sua storia millenaria".(Raffaele Lembo)
Raffaele Lembo, (nato a Canosa di Puglia il 21/10/1868 ed ivi deceduto in data 14/10/1938), generoso e infaticabile imprenditore, insignito del titolo di "Cavaliere del Lavoro" da Benito Mussolini, fulgido esempio di attaccamento al suo paese e di filantropia profusa nella cittadinanza canosina e cerignolana, dove gli fu dedicata una piazza "Largo Raffaele Lembo", l'attuale piazza Giuseppe Di Vittorio. Nel 1894, sposò Adelina Ricciardelli di Caserta, da cui ebbe un figlio Raffaele che morì in tenera età, seguito da sua madre qualche anno dopo. In seconde nozze sposò Giuseppina Miccoli e non ebbe figli.
Nel primo trentennio del novecento Raffaele Lembo ha contribuito fattivamente allo sviluppo dell'agricoltura e degli allevamenti di animali da pascolo, dell'industria e del commercio a Canosa di Puglia e nei comuni limitrofi come Cerignola, San Ferdinando, Barletta, Lavello e Ripacandida. Tra le sue attività si ricordano:
- la gestione a Cerignola del"Molino a cilindri e Pastificio", affidata alla società di sua costituzione denominata "S.C.E.L.T.A.", acronimo di "Sempre Contenti E Lieti Tiriamo Avanti", divenuto successivamente "Molino e Pastificio Tamma";
- l' esportazione di vini "Exportation de Vins et Raisins de Pouille" in tutta l'Italia, tra i suoi clienti annoverava i famosi Martini, Ferrari, Gancia , nel nord Europa, a New York e in Brasile;
- una distilleria per la produzione di acquavite, assicurando gli operai contro gli infortuni, tra i primi a farlo a Canosa e dintorni ;
- l'estrazione, la lavorazione e la commercializzazione del tufo;
- la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica per gli stabilimenti vitivinicoli e oleari, per le abitazioni private e la pubblica illuminazione, che in quegli anni veniva alimentata a gas.
Inoltre ha rivestito la carica di vice presidente della "Cooperativa Agraria" fondata dal Cav. Avv. Nicola Rossi a cui convenivano per la lavorazione e commercializzazione dei prodotti delle coltivazioni locali.
"Nell' intento di rendere più ospitale e ridente la mia vetusta città natale, e per far soprattutto cosa grata a questa nostra gente laboriosa, credetti di sollevarne lo spirito e portarlo verso l'amore dell'arte e del progresso; e così mi accinsi alla costruzione di un teatro". (Raffaele Lembo)
Proficua capacità imprenditoriale dimostrata in 40 anni di onorato lavoro e soprattutto ardito impegno rivolto alla crescita culturale del paese avendo a cuore il benessere dei suoi concittadini. A testimonianza del suo grande amore per la terra natia ci sono le sue opere tra le quali la costruzione del Cafè-Chantant, denominato "Gambrinus" e poi la grande scommessa fatta in una sala da barba, luogo d'incontro e approcci culturali dei facoltosi dell'epoca, di costruire un teatro che desse lustro alla città di Canosa e potesse competere con le vicine Cerignola, che aveva già il suo teatro Mercadante, e Barletta con il teatro Curci e l'altro il teatro Di Lillo, in fase progettuale ad opera dell'architetto Arturo Boccassini, al quale fu affidato anche quello del nostro Teatro Politeama costruito nel biennio 1923- 25. Il cav. Raffaele Lembo spese tutte le sue ricchezze arrivando persino a indebitarsi per la costruzione e le rifiniture esterne ed interne del Teatro per certi aspetti simile al famoso Teatro Petruzzelli di Bari. Poi a causa di una siccità durata tre anni (1926-28) la situazione finanziaria precipitò e non riuscendo a tamponare i debiti accumulati, i suoi creditori avanzarono istanza di fallimento che non fu revocata nemmeno dopo l'accorato appello a Benito Mussolini: "nell' intento di rendere più ospitale e ridente la mia vetusta città natale, e per far soprattutto cosa grata a questa nostra gente laboriosa, credetti di sollevarne lo spirito e portarlo verso l'amore dell'arte e del progresso; e così mi accinsi alla costruzione di un teatro".
Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita. (Eduardo De Filippo)
Raffaele Lembo ebbe l'onore dell'inaugurazione del Teatro avvenuta in data 18 dicembre 1926 con la rappresentazione dell'operetta "Scugnizza", eseguita dalla compagnia di Gino Gianni. In data 2 aprile 1927, Raffaele Lembo riuscì ad avere in anteprima, grazie alle sue conoscenze, il film a colori "Cyrano di Bergerac ", il più grande successo dell'epoca, primo Premio Medaglia d'oro all'Esposizione cinematografica di Torino. Nel teatro Lembo si è esibito anche il canosino Enzo De Muro Lomanto, tenore di grazia, che in alcune famose romanze diede prova della sua non comune voce, riscuotendo notevole successo nel 1941, quando ritornò per l'ultima volta a Canosa proponendo la Tosca di Giacomo Puccini.
Il compito del teatro è ricreare la gente. (Bertolt Brecht)
La dichiarazione dello stato di fallimento ed il suo patrimonio venduto all'asta, tra lo sconcerto e il disgusto delle cittadinanze di Canosa, Barletta, S. Ferdinando e Cerignola hanno segnato la vita di Raffaele Lembo, il quale per salvare l'onorabilità della famiglia si imputò le responsabilità del dissesto finanziario. Le sue nobili intenzioni di donare il Teatro al Comune di Canosa, risultano negli scambi epistolari con le Autorità dell'epoca, compresi quelli inviati al Duce, tra le quali si ricordano le tre suppliche quella del 13 giugno 1931, dell'8 novembre dello stesso anno e la terza in data 28 gennaio 1932 mentre quella del 2 febbraio 1932, fu inviata, per conoscenza, anche al Sottosegretario degli Interni On. Leandro Arpinati. Nell'opuscolo "Il mio appello al Duce", stampato dalla Tipografia Editrice Canfora & C. di Bari, sono raccolte le lettere che documentano la continuità e la fermezza delle sue intenzioni regali: "Ho lavorato, vissuto una vita modesta , il danaro mi fu mezzo di lavoro, non di benessere, né di godimento; mentre non ho pensato a costruirmi una casa lascio alla mia Canosa sacra un'opera degna della sua storia millenaria".
Le sue spoglie sono custodite nel cimitero di Canosa di Puglia (BT) presso la cappella della famiglia Garribba suoi parenti ed estimatori. La città di Canosa di Puglia(BT) ha intitolato il proprio Teatro Comunale a "Raffaele Lembo", suo primo fondatore e gestore.
Il reportage è stato curato da Bartolo Carbone e Canosaweb sostenitori della Cultura LIBERA.
Raffaele Lembo, (nato a Canosa di Puglia il 21/10/1868 ed ivi deceduto in data 14/10/1938), generoso e infaticabile imprenditore, insignito del titolo di "Cavaliere del Lavoro" da Benito Mussolini, fulgido esempio di attaccamento al suo paese e di filantropia profusa nella cittadinanza canosina e cerignolana, dove gli fu dedicata una piazza "Largo Raffaele Lembo", l'attuale piazza Giuseppe Di Vittorio. Nel 1894, sposò Adelina Ricciardelli di Caserta, da cui ebbe un figlio Raffaele che morì in tenera età, seguito da sua madre qualche anno dopo. In seconde nozze sposò Giuseppina Miccoli e non ebbe figli.
Nel primo trentennio del novecento Raffaele Lembo ha contribuito fattivamente allo sviluppo dell'agricoltura e degli allevamenti di animali da pascolo, dell'industria e del commercio a Canosa di Puglia e nei comuni limitrofi come Cerignola, San Ferdinando, Barletta, Lavello e Ripacandida. Tra le sue attività si ricordano:
- la gestione a Cerignola del"Molino a cilindri e Pastificio", affidata alla società di sua costituzione denominata "S.C.E.L.T.A.", acronimo di "Sempre Contenti E Lieti Tiriamo Avanti", divenuto successivamente "Molino e Pastificio Tamma";
- l' esportazione di vini "Exportation de Vins et Raisins de Pouille" in tutta l'Italia, tra i suoi clienti annoverava i famosi Martini, Ferrari, Gancia , nel nord Europa, a New York e in Brasile;
- una distilleria per la produzione di acquavite, assicurando gli operai contro gli infortuni, tra i primi a farlo a Canosa e dintorni ;
- l'estrazione, la lavorazione e la commercializzazione del tufo;
- la costruzione di un impianto per la produzione di energia elettrica per gli stabilimenti vitivinicoli e oleari, per le abitazioni private e la pubblica illuminazione, che in quegli anni veniva alimentata a gas.
Inoltre ha rivestito la carica di vice presidente della "Cooperativa Agraria" fondata dal Cav. Avv. Nicola Rossi a cui convenivano per la lavorazione e commercializzazione dei prodotti delle coltivazioni locali.
"Nell' intento di rendere più ospitale e ridente la mia vetusta città natale, e per far soprattutto cosa grata a questa nostra gente laboriosa, credetti di sollevarne lo spirito e portarlo verso l'amore dell'arte e del progresso; e così mi accinsi alla costruzione di un teatro". (Raffaele Lembo)
Proficua capacità imprenditoriale dimostrata in 40 anni di onorato lavoro e soprattutto ardito impegno rivolto alla crescita culturale del paese avendo a cuore il benessere dei suoi concittadini. A testimonianza del suo grande amore per la terra natia ci sono le sue opere tra le quali la costruzione del Cafè-Chantant, denominato "Gambrinus" e poi la grande scommessa fatta in una sala da barba, luogo d'incontro e approcci culturali dei facoltosi dell'epoca, di costruire un teatro che desse lustro alla città di Canosa e potesse competere con le vicine Cerignola, che aveva già il suo teatro Mercadante, e Barletta con il teatro Curci e l'altro il teatro Di Lillo, in fase progettuale ad opera dell'architetto Arturo Boccassini, al quale fu affidato anche quello del nostro Teatro Politeama costruito nel biennio 1923- 25. Il cav. Raffaele Lembo spese tutte le sue ricchezze arrivando persino a indebitarsi per la costruzione e le rifiniture esterne ed interne del Teatro per certi aspetti simile al famoso Teatro Petruzzelli di Bari. Poi a causa di una siccità durata tre anni (1926-28) la situazione finanziaria precipitò e non riuscendo a tamponare i debiti accumulati, i suoi creditori avanzarono istanza di fallimento che non fu revocata nemmeno dopo l'accorato appello a Benito Mussolini: "nell' intento di rendere più ospitale e ridente la mia vetusta città natale, e per far soprattutto cosa grata a questa nostra gente laboriosa, credetti di sollevarne lo spirito e portarlo verso l'amore dell'arte e del progresso; e così mi accinsi alla costruzione di un teatro".
Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita. (Eduardo De Filippo)
Raffaele Lembo ebbe l'onore dell'inaugurazione del Teatro avvenuta in data 18 dicembre 1926 con la rappresentazione dell'operetta "Scugnizza", eseguita dalla compagnia di Gino Gianni. In data 2 aprile 1927, Raffaele Lembo riuscì ad avere in anteprima, grazie alle sue conoscenze, il film a colori "Cyrano di Bergerac ", il più grande successo dell'epoca, primo Premio Medaglia d'oro all'Esposizione cinematografica di Torino. Nel teatro Lembo si è esibito anche il canosino Enzo De Muro Lomanto, tenore di grazia, che in alcune famose romanze diede prova della sua non comune voce, riscuotendo notevole successo nel 1941, quando ritornò per l'ultima volta a Canosa proponendo la Tosca di Giacomo Puccini.
Il compito del teatro è ricreare la gente. (Bertolt Brecht)
La dichiarazione dello stato di fallimento ed il suo patrimonio venduto all'asta, tra lo sconcerto e il disgusto delle cittadinanze di Canosa, Barletta, S. Ferdinando e Cerignola hanno segnato la vita di Raffaele Lembo, il quale per salvare l'onorabilità della famiglia si imputò le responsabilità del dissesto finanziario. Le sue nobili intenzioni di donare il Teatro al Comune di Canosa, risultano negli scambi epistolari con le Autorità dell'epoca, compresi quelli inviati al Duce, tra le quali si ricordano le tre suppliche quella del 13 giugno 1931, dell'8 novembre dello stesso anno e la terza in data 28 gennaio 1932 mentre quella del 2 febbraio 1932, fu inviata, per conoscenza, anche al Sottosegretario degli Interni On. Leandro Arpinati. Nell'opuscolo "Il mio appello al Duce", stampato dalla Tipografia Editrice Canfora & C. di Bari, sono raccolte le lettere che documentano la continuità e la fermezza delle sue intenzioni regali: "Ho lavorato, vissuto una vita modesta , il danaro mi fu mezzo di lavoro, non di benessere, né di godimento; mentre non ho pensato a costruirmi una casa lascio alla mia Canosa sacra un'opera degna della sua storia millenaria".
Le sue spoglie sono custodite nel cimitero di Canosa di Puglia (BT) presso la cappella della famiglia Garribba suoi parenti ed estimatori. La città di Canosa di Puglia(BT) ha intitolato il proprio Teatro Comunale a "Raffaele Lembo", suo primo fondatore e gestore.
Il reportage è stato curato da Bartolo Carbone e Canosaweb sostenitori della Cultura LIBERA.