Il lavoro di essere Donna va riconosciuto ogni giorno
Il pensiero espresso dalla consigliera di Parità della Regione Puglia Lella Ruccia
venerdì 8 marzo 2024
12.01
"Essere Donna rimane il lavoro principale di chi sia nata o di chi liberamente si identifichi nell'altra metà del cielo" è il pensiero espresso in occasione della Giornata internazionale della Donna dalla consigliera di Parità della Regione Puglia Lella Ruccia, condiviso dalle consigliere territoriali nel coordinamento istituito dall'Ufficio della consigliera regionale. "E' un lavoro faticoso, non retribuito, non riconosciuto, fatto passare per dovere d'amore e per questo gratuito, nonostante il valore che le lotte per l'affermazione e riconoscimento dei Diritti come Persone rappresentino per l'emancipazione e il progresso dei diritti di tutti" prosegue la consigliera Ruccia. "Ciascuna nel proprio vissuto, che lo ammetta o no, è stata Antigone pronta a battersi per il torto subito o per la difesa di chi più debole aveva bisogno di solidarietà, sostegno, di chi aveva bisogno che ci fosse qualcuno ad alzare la testa contro la prevaricazione e sopraffazione, purtroppo sempre attuali e ancora oggi 8 marzo 2024 sempre più intollerabili, come pratiche di relazione quotidiana. Per questo l'8 marzo non può essere una festa! Per questo l'8marzo non può essere una giornata piena di luoghi comuni e parole vuote".
La consigliera Ruccia elenca gli ambiti in cui occorre ancora realizzare pienamente la parità di genere: "Rimane l'8 marzo fatto di bilanci e verifiche, ancora tutte con il segno negativo. La parità, che qualcuno ancora traduce in uguaglianza tradendo una certa superficialità, è ancora un labirinto: le Donne rimangono indietro, ostacolate da trappole e falsi riflessi che tradiscono una organizzazione ancora verticistica e competitiva senza un vero obiettivo di benessere comune, ma solo per alcuni sempre meno numerosi. Il lavoro per le Donne e delle Donne, ma anche per i giovani e diversi dal modello consumistico, diventa sempre di più un Lavoro VULNERABILE in cui si rimane in trappola per la facile obsolescenza delle competenze rispetto all'utilizzo di nuova tecnologia senza molti scrupoli, o segregate in ruoli senza poter fare carriera. Il Welfare continua ad essere un costo piuttosto che un investimento in infrastrutture sociali che si facciano carico del Welfare dovuto e preteso dalle Donne, sempre più intrappolate nelle scelte di vita /lavoro a cui manca il "villaggio" per crescere i figli. Lo spazio politico sempre mortificato da un linguaggio sessista e pieno di violenza verbale con quel " Stai Zitta", " vai a fare la calzetta" da parte di maschi incapaci di rispettare innanzitutto il ruolo istituzionale e di comunicazione "occupato" con tanta prepotenza. La violenza le molestie come prassi intrise di normalità, nei luoghi di lavoro, nei luoghi di partecipazione pubblica, salvo poi manifestare pentimento – tardivo però , chiedere scusa per gesti irreparabili, ribaltando la responsabilità del consenso sempre sulle Donne, intrappolate nella colpa di voler essere libere di scegliere.E se tutto questo non bastasse, è sufficiente alzare lo sguardo per vedere sulla linea dell'orizzonte guerre e rappresaglie, che fanno delle Donne e del loro corpo un campo di battaglia contro cui accanirsi con ferocia".
"E' necessario cambiare rotta – conclude la consigliera regionale di Parità, "non c'è tempo e come sempre spetta alle Donne farsi carico o di indicare il futuro, che va letto con lo sguardo delle Donne e secondo i canoni della Diversità di approccio. Serve maggiore presenza delle donne, nei luoghi, nelle idee, nei progetti. Serve che sia riconosciuto il valore del lavoro delle Donne. Serve che gli uomini si liberino di quel latente e immanente sessismo e condividano il valore del lavoro che le Donne costantemente fanno con i documenti, i rapporti, i dati raccolti secondo criteri meno omogenei, gli studi e le ricerche che parlano di politiche di genere e di diritti contro le discriminazioni e disuguaglianze, che parlano di Futuro, sicuramente più risolutivo che imporre un sistema e una organizzazione delle cose ormai in agonia, destinato a spegnersi. Le Donne hanno smesso di essere invisibili e hanno idee concrete da realizzare per il benessere di tutti, senza lasciare indietro nessuno. Questo l'augurio che le Donne fanno agli uomini l'8 marzo".
La consigliera Ruccia elenca gli ambiti in cui occorre ancora realizzare pienamente la parità di genere: "Rimane l'8 marzo fatto di bilanci e verifiche, ancora tutte con il segno negativo. La parità, che qualcuno ancora traduce in uguaglianza tradendo una certa superficialità, è ancora un labirinto: le Donne rimangono indietro, ostacolate da trappole e falsi riflessi che tradiscono una organizzazione ancora verticistica e competitiva senza un vero obiettivo di benessere comune, ma solo per alcuni sempre meno numerosi. Il lavoro per le Donne e delle Donne, ma anche per i giovani e diversi dal modello consumistico, diventa sempre di più un Lavoro VULNERABILE in cui si rimane in trappola per la facile obsolescenza delle competenze rispetto all'utilizzo di nuova tecnologia senza molti scrupoli, o segregate in ruoli senza poter fare carriera. Il Welfare continua ad essere un costo piuttosto che un investimento in infrastrutture sociali che si facciano carico del Welfare dovuto e preteso dalle Donne, sempre più intrappolate nelle scelte di vita /lavoro a cui manca il "villaggio" per crescere i figli. Lo spazio politico sempre mortificato da un linguaggio sessista e pieno di violenza verbale con quel " Stai Zitta", " vai a fare la calzetta" da parte di maschi incapaci di rispettare innanzitutto il ruolo istituzionale e di comunicazione "occupato" con tanta prepotenza. La violenza le molestie come prassi intrise di normalità, nei luoghi di lavoro, nei luoghi di partecipazione pubblica, salvo poi manifestare pentimento – tardivo però , chiedere scusa per gesti irreparabili, ribaltando la responsabilità del consenso sempre sulle Donne, intrappolate nella colpa di voler essere libere di scegliere.E se tutto questo non bastasse, è sufficiente alzare lo sguardo per vedere sulla linea dell'orizzonte guerre e rappresaglie, che fanno delle Donne e del loro corpo un campo di battaglia contro cui accanirsi con ferocia".
"E' necessario cambiare rotta – conclude la consigliera regionale di Parità, "non c'è tempo e come sempre spetta alle Donne farsi carico o di indicare il futuro, che va letto con lo sguardo delle Donne e secondo i canoni della Diversità di approccio. Serve maggiore presenza delle donne, nei luoghi, nelle idee, nei progetti. Serve che sia riconosciuto il valore del lavoro delle Donne. Serve che gli uomini si liberino di quel latente e immanente sessismo e condividano il valore del lavoro che le Donne costantemente fanno con i documenti, i rapporti, i dati raccolti secondo criteri meno omogenei, gli studi e le ricerche che parlano di politiche di genere e di diritti contro le discriminazioni e disuguaglianze, che parlano di Futuro, sicuramente più risolutivo che imporre un sistema e una organizzazione delle cose ormai in agonia, destinato a spegnersi. Le Donne hanno smesso di essere invisibili e hanno idee concrete da realizzare per il benessere di tutti, senza lasciare indietro nessuno. Questo l'augurio che le Donne fanno agli uomini l'8 marzo".