Il M5S solleva dubbi sui costi della riforma Delrio
Senatori e deputati pugliesi 5 Stelle chiedono chiarezza su quanto "costino i capricci di Renzi"
venerdì 10 ottobre 2014
15.37
Senatori e deputati pugliesi 5 Stelle chiedono chiarezza su quanto "costino i capricci di Renzi" e denunciano: "una riforma che peserà interamente sulle casse di Comuni e Regione?"
Un pasticcio. La riforma Delrio rischia di complicare le sorti economiche di enti regionali e comunali. "Fin dal Governo Letta, quando ancora Delrio era il Ministro degli Affari Regionali e autore di questa riforma, abbiamo lanciato l'allarme - dichiarano i deputati Giuseppe D'Ambrosio, Diego De Lorenzis, Giuseppe Brescia, Emanuele Scagliusi, Giuseppe L'Abbate, Francesco Cariello e i senatori Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi, Daniela Donno e Lello Ciampolillo - Ma il quadro è diventato ancora più complesso con l'avvento di Renzi". Sul tavolo ci sono 10 miliardi di debiti che gli enti provinciali italiani hanno accumulato, per non parlare della mancata chiarezza sulla ripartizione delle funzioni e sul futuro dei dipendenti.
"La fretta di fare una riforma-spot per gli italiani ha prodotto questo risultato - dichiarano i parlamentari pugliesi pentastellati - Ora si andrà nuovamente a votare per le province, ma voteranno solo sindaci e consiglieri comunali, lasciando fuori i cittadini". Il rischio è quello di eleggere presidenti della provincia che non sanno nemmeno cosa potranno fare, né con quali risorse. "Il Movimento 5 Stelle si è opposto in ogni consesso a questa riforma, sia per la ferma convinzione che gli enti provinciali siano inutili, sia per semplice buonsenso - concludono i parlamentari pugliesi M5S - non si può essere seri e al tempo stesso pensare che questa riforma possa semplificare gli enti locali. È vero il contrario: così sarà il caos".
Un pasticcio. La riforma Delrio rischia di complicare le sorti economiche di enti regionali e comunali. "Fin dal Governo Letta, quando ancora Delrio era il Ministro degli Affari Regionali e autore di questa riforma, abbiamo lanciato l'allarme - dichiarano i deputati Giuseppe D'Ambrosio, Diego De Lorenzis, Giuseppe Brescia, Emanuele Scagliusi, Giuseppe L'Abbate, Francesco Cariello e i senatori Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi, Daniela Donno e Lello Ciampolillo - Ma il quadro è diventato ancora più complesso con l'avvento di Renzi". Sul tavolo ci sono 10 miliardi di debiti che gli enti provinciali italiani hanno accumulato, per non parlare della mancata chiarezza sulla ripartizione delle funzioni e sul futuro dei dipendenti.
"La fretta di fare una riforma-spot per gli italiani ha prodotto questo risultato - dichiarano i parlamentari pugliesi pentastellati - Ora si andrà nuovamente a votare per le province, ma voteranno solo sindaci e consiglieri comunali, lasciando fuori i cittadini". Il rischio è quello di eleggere presidenti della provincia che non sanno nemmeno cosa potranno fare, né con quali risorse. "Il Movimento 5 Stelle si è opposto in ogni consesso a questa riforma, sia per la ferma convinzione che gli enti provinciali siano inutili, sia per semplice buonsenso - concludono i parlamentari pugliesi M5S - non si può essere seri e al tempo stesso pensare che questa riforma possa semplificare gli enti locali. È vero il contrario: così sarà il caos".