Il nuovo Contratto Provinciale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti
Muraglia: "Il rinnovo va letto in una chiave innovativa"
venerdì 30 luglio 2021
16.10
Dopo oltre 18 mesi di trattive è stato sottoscritto il nuovo Contratto Provinciale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti di Bari e BAT che scadrà il 31.12. 2023, rendendo di fatto strutturale l'impianto economico e normativo previsto dalla precedente "fase sperimentale" senza alcun vincolo a carico delle aziende agricole assuntrici di manodopera. Lo rende noto la Coldiretti Bari - BAT nel sottolineare che il rinnovo ha rappresentato un passo difficile e coraggioso in tempo di crisi causati dall'emergenza Covid sull'economia e sul lavoro. "Il rinnovo del contratto di lavoro va letto in una chiave innovativa, perché oltre a fissare parametri chiari e applicabili, apre ad un percorso di trasparenza dei rapporti tra imprese agricole e lavoratori nelle due province di Bari e BAT. E' stata approvata una piattaforma utile a favorire una migliore stabilizzazione occupazionale. Lo sforzo profuso in sede di trattativa al fine di creare i necessari spazi di rinnovamento e semplificazione, oltre ad aver avuto esito positivo, risulta favorevole ad un allineamento alle effettive necessità delle imprese e dei lavoratori. Sono state in parte disciolte le criticità insidiose, per creare un clima più favorevole sia per gli imprenditori agricoli che per gli operai", spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Bari e BAT.
Si tratta anche della conferma – sottolinea la Coldiretti Bari e BAT– della dinamicità del settore agricolo e del ruolo che può svolgere a sostegno della ripresa. E' stato concordato un aumento del 2% (a fronte del 4% inizialmente richiesto), da applicarsi in due tranche nel 2021 e nel 2022, con la conferma al contempo dei livelli di classificazione come previsti dal contratto scaduto e della declaratoria delle mansioni ad essi riferibili, con la sola modifica del parametro retributivo di rifermento per le mansioni inquadrate nella Area 3 Livello 2 che passa dal 122 (ex fase sperimentale) al 124, da applicarsi però in termini definitivi e strutturali, senza condizioni e parametri particolari da rispettare per le aziende. "In uno scenario reso sfavorevole dal Covid, crisi di mercato, accordi internazionali negativi per le produzioni pugliesi, clima impazzito con bruschi cambiamenti delle condizioni meteorologhe, il mondo economico e lavorativo nel suo complesso – aggiunge il presidente Muraglia - va accompagnato da azioni concrete e utili al sistema Puglia. Le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori e di condizioni di mercato del lavoro che siano realmente sostenibili. Gli operai agricoli hanno bisogno di lavoro certo, salari realmente e correttamente retribuiti a condizioni eque".
In ordine ai risultati del negoziato si è giunti, dunque, ad un accordo ben bilanciato, sia perché l'aumento retributivo si attesta su livelli sostenibili per le imprese agricole in questo periodo di difficile congiuntura economica e di crisi dei singoli comparti produttivi, sia perché guarda alla realtà delle organizzazioni dei lavori aziendali, con le relative figure professionali occorrenti per lo svolgimento delle pratiche colturali per produzioni di qualità. A testimonianza della grande attenzione degli imprenditori agricoli al welfare aziendale ai tempi del Covid, sono stati stringenti – insiste Coldiretti Bari e BAT - i protocolli adottati dalle aziende agricole con un aggravio dei costi per la cartellonistica interna, i termo scanner, i trasporti con la riduzione a tratta del numero di operai condotti nei campi, la formazione, oltre al ridimensionamento degli spazi di lavorazione nelle aziende agroalimentari per garantire le distanze di sicurezza. Un impegno sul fronte della sicurezza a cui gli imprenditori agricoli hanno adempiuto con enorme senso di responsabilità – conclude Coldiretti - rispetto agli oltre 100mila operai agricoli impiegati nelle campagne pugliesi.
Si tratta anche della conferma – sottolinea la Coldiretti Bari e BAT– della dinamicità del settore agricolo e del ruolo che può svolgere a sostegno della ripresa. E' stato concordato un aumento del 2% (a fronte del 4% inizialmente richiesto), da applicarsi in due tranche nel 2021 e nel 2022, con la conferma al contempo dei livelli di classificazione come previsti dal contratto scaduto e della declaratoria delle mansioni ad essi riferibili, con la sola modifica del parametro retributivo di rifermento per le mansioni inquadrate nella Area 3 Livello 2 che passa dal 122 (ex fase sperimentale) al 124, da applicarsi però in termini definitivi e strutturali, senza condizioni e parametri particolari da rispettare per le aziende. "In uno scenario reso sfavorevole dal Covid, crisi di mercato, accordi internazionali negativi per le produzioni pugliesi, clima impazzito con bruschi cambiamenti delle condizioni meteorologhe, il mondo economico e lavorativo nel suo complesso – aggiunge il presidente Muraglia - va accompagnato da azioni concrete e utili al sistema Puglia. Le imprese agricole hanno bisogno dei lavoratori e di condizioni di mercato del lavoro che siano realmente sostenibili. Gli operai agricoli hanno bisogno di lavoro certo, salari realmente e correttamente retribuiti a condizioni eque".
In ordine ai risultati del negoziato si è giunti, dunque, ad un accordo ben bilanciato, sia perché l'aumento retributivo si attesta su livelli sostenibili per le imprese agricole in questo periodo di difficile congiuntura economica e di crisi dei singoli comparti produttivi, sia perché guarda alla realtà delle organizzazioni dei lavori aziendali, con le relative figure professionali occorrenti per lo svolgimento delle pratiche colturali per produzioni di qualità. A testimonianza della grande attenzione degli imprenditori agricoli al welfare aziendale ai tempi del Covid, sono stati stringenti – insiste Coldiretti Bari e BAT - i protocolli adottati dalle aziende agricole con un aggravio dei costi per la cartellonistica interna, i termo scanner, i trasporti con la riduzione a tratta del numero di operai condotti nei campi, la formazione, oltre al ridimensionamento degli spazi di lavorazione nelle aziende agroalimentari per garantire le distanze di sicurezza. Un impegno sul fronte della sicurezza a cui gli imprenditori agricoli hanno adempiuto con enorme senso di responsabilità – conclude Coldiretti - rispetto agli oltre 100mila operai agricoli impiegati nelle campagne pugliesi.