Il piccolo commercio muore in Puglia

Un declino progressivo del quale le amministrazioni comunali neppure si rendono conto.

martedì 25 marzo 2025 21.39
Mentre l'Europa matrigna continua a parlare di Direttiva Bolkestein; di risorse esauribili e di massimi sistemi, il piccolo commercio muore. Mentre il destino di centinaia di migliaia di ambulanti e delle loro famiglie, oltre ad un indotto di dimensioni enormi, è messo nelle mani di politicanti e burocrati che non si sono mai svegliati alle 4 di mattina per andare a lavorare, muore la storia; muore la cultura, la tradizione e l'economia anche della nostra Regione Puglia. L'analisi è amara ed è affidata ai rappresentanti di CasAmbulanti dal cui ufficio regionale di coordinamento dichiarano: "nelle province di Taranto e di Brindisi la situazione è pesantissima – dichiara Salvatore Martina e i mercati stanno vivendo il loro peggior momento storico di incertezza e di crisi. Un declino progressivo del quale le amministrazioni comunali neppure si rendono conto. Nonostante le nostre sollecitazioni nessuna iniziativa di salvaguardia e tutela viene intrapresa. I mercati sono semivuoti, dispersivi e ormai a macchia di leopardo, con incassi che sono andati giù anche per oltre il 60% e flussi di avventori diminuiti di oltre il 50% anche a causa delle aree mercatali ubicate ai margini delle città".

Al rappresentante CasAmbulanti di Taranto e Brindisi fa eco Francesco Fitto di CasAmbulanti Salento che aggiunge: "l'area salentina trova un po' di ristoro grazie alla stagione estiva ma la crisi si sente, eccome. Grazie alle ottime relazioni che, nel tempo, siamo stati in grado di instaurare con le amministrazioni locali riusciamo a contenere le conseguenze di un momento storico davvero pazzesco. Fino a qualche anno fa non avremmo mai pensato, nonostante comunque le difficoltà di allora, di arrivare a questo punto. Sicuramente non perdiamo la speranza né lo spirito di abnegazione ma davvero continuare a fare questo mestiere è diventato eroico".

Mentre, il Presidente CasAmbulanti Italia, Savino Montaruli aggiunge: "i numeri delle chiusure di aziende negli ultimi dieci anni sono incredibili. Centinaia di migliaia di esercizi di vicinato in meno e decine di migliaia di aziende ambulanti che hanno abbandonato i mercati lasciando oltre il 35% di posteggi vuoti e non assegnati. Altro che Bolkestein! Da un lato, dunque, una crisi storica ed identitaria; dall'altro però un dibattito sociale sul futuro delle città e la desertificazione commerciale quale preoccupante fenomeno diffuso. Le grandi catene e i centri commerciali sono in crisi e il rapporto umano è gradualmente sostituito da quello informatico con il commercio on line che ha superato qualunque previsione in termini di vendite assorbendo buona parte dei consumi. Un disastro collettivo che deve puntare l'attenzione proprio sul valore dei mercati al centro delle città. I mercati, dunque, quale ancora di salvezza per evitare di compromettere definitivamente socialità e relazioni umane. Una sfida di enorme portata che tutti siamo chiamati ad accettare. Ne va della sopravvivenza della nostra storia, - conclude Montaruli - della nostra cultura, della nostra economia in città sempre più spopolate ed in un paese sempre più a rischio."