Il pomodoro italiano una delle eccellenze a livello mondiale
La Camera approva le misure di sostegno
giovedì 3 agosto 2017
17.40
Dopo l'introduzione, seppur in maniera sperimentale, dell'obbligo di indicare nell'etichetta del latte e dei prodotti derivati commercializzati in Italia la duplice menzione del Paese di mungitura e quello di condizionamento o trasformazione e dopo aver previsto analoga sperimentazione per la filiera della pasta, la Commissione Agricoltura della Camera spinge per estendere questa possibilità anche al settore del pomodoro. Proprio alla luce delle criticità che investono questo comparto si rende necessaria la valorizzazione della filiera del pomodoro da industria, che si contraddistingue per i profili di qualità e genuinità che sono alla base delle produzioni derivate e configurano il pomodoro italiano come una delle eccellenze a livello mondiale. In questo settore, nel nostro Paese, operano oltre 8.000 imprenditori agricoli che coltivano circa 72.000 ettari nonché 120 industrie con oltre 10.000 occupati ed un valore della produzione superiore a 6 miliardi di euro l'anno.
"Il pomodoro italiano rappresenta il 55% di quello europeo e per questo è fondamentale garantire una informazione completa e la massima trasparenza nei confronti dei consumatori ed una più efficace difesa della qualità e distintività del prodotto nazionale - dichiara il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura - Fin dal 2006, per la sola passata di pomodoro è stato introdotto l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine della materia prima utilizzata, a testimonianza del fatto che anche per i derivati di pomodoro la piena tracciabilità delle produzioni è un imprescindibile elemento di competitività e distintività".
La risoluzione unitaria approvata dalla Commissione Agricoltura di Montecitorio, inoltre, impegna il Governo "a farsi parte attiva perché sia esteso a livello comunitario l'obbligo di utilizzare esclusivamente pomodoro fresco per la produzione di passata, così come avviene in Italia, a convocare con la massima sollecitudine un tavolo di confronto con tutti i soggetti della filiera del pomodoro da industria, con l'obiettivo di adottare i provvedimenti necessari al fine di assumere iniziative volte ad estendere anche a questo settore produttivo l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di produzione ovvero l'origine della materia prima già introdotto, ai sensi del regolamento (UE) n. 1169/2011, per il latte e i prodotti lattiero-caseari, ed in corso di adozione per la filiera grano pasta, al fine di salvaguardare e valorizzare un comparto importante dell'agroalimentare nazionale, posto che i prodotti che ne derivano esprimono una qualità molto superiore rispetto ad analoghi prodotti esteri e con il loro indotto offrono preziose ed indispensabili opportunità occupazionali". Nonché "ad intraprendere le occorrenti iniziative per fare fronte alle crescenti problematiche che attraversano il sistema della produzione e della trasformazione del pomodoro da industria del Centro-Sud Italia e, in tale ambito, a favorire la costituzione ed il riconoscimento di un'organizzazione interprofessionale per il relativo settore Centro-meridionale".
"Il pomodoro italiano rappresenta il 55% di quello europeo e per questo è fondamentale garantire una informazione completa e la massima trasparenza nei confronti dei consumatori ed una più efficace difesa della qualità e distintività del prodotto nazionale - dichiara il deputato pugliese Giuseppe L'Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura - Fin dal 2006, per la sola passata di pomodoro è stato introdotto l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine della materia prima utilizzata, a testimonianza del fatto che anche per i derivati di pomodoro la piena tracciabilità delle produzioni è un imprescindibile elemento di competitività e distintività".
La risoluzione unitaria approvata dalla Commissione Agricoltura di Montecitorio, inoltre, impegna il Governo "a farsi parte attiva perché sia esteso a livello comunitario l'obbligo di utilizzare esclusivamente pomodoro fresco per la produzione di passata, così come avviene in Italia, a convocare con la massima sollecitudine un tavolo di confronto con tutti i soggetti della filiera del pomodoro da industria, con l'obiettivo di adottare i provvedimenti necessari al fine di assumere iniziative volte ad estendere anche a questo settore produttivo l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di produzione ovvero l'origine della materia prima già introdotto, ai sensi del regolamento (UE) n. 1169/2011, per il latte e i prodotti lattiero-caseari, ed in corso di adozione per la filiera grano pasta, al fine di salvaguardare e valorizzare un comparto importante dell'agroalimentare nazionale, posto che i prodotti che ne derivano esprimono una qualità molto superiore rispetto ad analoghi prodotti esteri e con il loro indotto offrono preziose ed indispensabili opportunità occupazionali". Nonché "ad intraprendere le occorrenti iniziative per fare fronte alle crescenti problematiche che attraversano il sistema della produzione e della trasformazione del pomodoro da industria del Centro-Sud Italia e, in tale ambito, a favorire la costituzione ed il riconoscimento di un'organizzazione interprofessionale per il relativo settore Centro-meridionale".