“Il volto di un canosino antico”

Sarà presentato giovedì 6 febbraio alle ore 17 al Centro Servizi Culturali

lunedì 3 febbraio 2014 15.41
A cura di Francesca Lombardi
Ha preso forma il volto di un uomo vissuto a Canosa nel III secolo avanti Cristo. Si tratta di un progetto di ricostruzione manuale in 3D di un cranio ritrovato in una tomba dell'area archeologica del Battistero di San Giovanni, realizzato dal Laboratorio di Antropologia del dipartimento di Biologia e dal Cismus, Centro di Servizi per la Museologia Scientifica, entrambi dell'Università degli Studi di Bari. "Il volto di un canosino antico" sarà presentato a Canosa, giovedì 6 febbraio alle ore 17 al Centro Servizi Culturali (via Parini 46).

"Quest'incontro - ha spiegato Sabino Facciolongo, assessore alla Cultura - è un'altra bella occasione per fare cultura nella nostra città, grazie all'interessante esperimento effettuato dall'Università degli Studi di Bari che, partendo da un cranio del III secolo avanti Cristo, è arrivata alla ricostruzione manuale in 3 D di un nostro antenato dell'epoca. L'operazione, effettuata con criteri scientifici, dopo una presentazione a Bari, approda a Canosa, dove viene proposta ai nostri concittadini, segno del fatto che la storia passata non è qualcosa di diverso e lontano da noi, ma parte del nostro stesso presente, come dimostra la straordinaria somiglianza della riproduzione effettuata, al volto di alcuni canosini di oggi. Un altro motivo per essere fieri della nostra storia e di usarla come veicolo e volano per riconquistare la nostra identità".

Al convegno, dopo i saluti del sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia interverrà la docente di "Archeologia e storia dell'arte greca e romana" e "Archeologia delle Province romane" della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari, Raffaella Cassano, che parlerà delle "indagini archeologiche nell'area del Battistero San Giovanni". Si soffermerà invece sulla "tafonomia e profilo biologico dell'individuo BSG 1041 della tomba preromana del Battistero di San Giovanni" Sandro Sublimi Saponetti del Dipartimento di Biologia dell'Università di Bari. Seguiranno gli interventi di Ruggero Francescangeli e Marco Petruzzelli dell'Università di Bari, che discuteranno delle "tecnologie in 3D applicate ai beni Culturali" e della "prototipazione di resti biologici antichi". Infine, saranno illustrare le "tecniche forensi di ricostruzione facciale", focalizzando l'attenzione su "un caso di studio", da Mariateresa Cappiello e Francesco Stallone dell'Università di Bari.

Il progetto si è concentrato su una ricca sepoltura, individuata appunto sotto il Battistero di San Giovanni, nell'ambito di un intervento archeologico curato da Raffaella Cassano e Giuseppe Mastrocinque dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro". La tomba, che risale al periodo compreso tra la fine del IV e il III secolo avanti Cristo e rientra in un vasto nucleo funerario esteso a ridosso delle mura della città pre-romana, era destinata a tre defunti, tutti di sesso maschile, deposti su un supporto deperibile, forse un letto in legno che ha lasciato poche tracce. In questo gruppo l'individuo di cui si è sperimentata la ricostruzione svolgeva un ruolo eminente, perché è separato dagli altri due, è l'unico a disporre di un cuscino in pietra.

La struttura funeraria, che viene dismessa per la costruzione di una prestigiosa domus in uso tra il I secolo avanti Cristo e il II secolo dopo Cristo e torna ad essere utilizzata come sepoltura in età tardoantica, poco prima della costruzione del Battistero, offre uno sguardo privilegiato sul ricco palinsesto storico di questo importante settore della città. La ricostruzione del volto, secondo il Protocollo di Manchester, è partita da un calco in resina del cranio del soggetto in studio realizzato, a partire dal reperto originale, tramite acquisizione scanner laser 3D e mediante un sistema di proto-tipazione rapida. Sul modello cranico sono state apposte le parti molli del volto, dando rilievo alla muscolatura mimica facciale, previa determinazione degli spessori nei punti craniometrici, secondo la tecnica di facial recon-struction impiegata nell'Antropologia Forense.

"Più si riesce a guardare indietro - ha dichiarato il sindaco Ernesto La Salvia - , più avanti si riuscirà a vedere, come diceva Winston Churchill. E solo chi può permettersi di avere una storia ben più antica di 2300 anni può affrontare il futuro temprato dalle difficoltà. La sfida di questa Città è continuare a condividere la caparbietà di genti che hanno deciso di vivere su questa terra ininterrottamente per oltre 2500 anni. Ma come tutte le storie, i documenti certificanti questa continua presenza umana sono oggetti spesso di assoluta bellezza ma "senza volto", senza la percezione diretta di chi fosse il proprietario: senza cuore; Icone di esseri nebulosi, di uomini antichi solo immaginabili. Ma ecco il miracolo: ciò che cambia la percezione delle cose obbligandoci a fare la conoscenza come uomini moderni del concittadino di ieri. Ed il passato diventa presente per la ricostruzione scientifica del viso di un canosino di 23 secoli fa: e lo stupore è grande quando lo riconosciamo simile a noi, quando terra e genetica si fondono dal passato per proiettarsi verso il futuro riattualizzandosi oggi. Bentornato tra noi! Canusium è cambiata ma ancora qui, trasformata ma viva, affannata ma determinata, madre longeva di figli attaccati ad essa, che si passano il testimone della storia onorando il passato per costruire il futuro".


Il volto di un canosino anticoUniversità degli Studi di Bari