In memoria delle vittime del terrorismo dell’Italia repubblicana
Si celebra la giornata nazionale istituita nel 2007
lunedì 9 maggio 2022
12.15
Si celebra oggi la giornata nazionale in memoria delle vittime del terrorismo dell'Italia repubblicana .La data è stata scelta perché ricade nel giorno in cui fu ucciso Aldo Moro(nato a Maglie il 23 settembre 1916), presidente della Democrazia cristiana. Il 9 maggio del 1978, il corpo del politico fu deposto dentro il bagagliaio di una Renault 4 rubata che fu fatta ritrovare dai terroristi a Roma in via Caetani, non distante dalle sedi dei partiti politici Democrazia Cristiana e Partito Comunista. In occasione del 44° anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona in via Caetani, sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo dello statista italiano. La ricorrenza del 9 maggio, istituita da una legge del 2007, unisce al ricordo di chi ha subito eventi drammatici, il sostegno morale e la vicinanza delle istituzioni e dei cittadini alle famiglie. Anche la Polizia di Stato ha pagato un altissimo tributo di sangue per gli scontri e i vili attacchi compiuti da gruppi eversivi che hanno tentato in tutti i modi di minare lo Stato democratico. Sono 62 i poliziotti uccisi dai terroristi, 62 vittime, 62 storie diverse che raccontano l'estremo sacrificio di agenti caduti nell'esercizio della loro funzione: garantire la sicurezza ai cittadini. Tra gli episodi più noti si ricordano Emanuele Petri, l'ultimo in termini temporali, ucciso in servizio nel 2003 su di un treno durante una normale operazione di controllo documenti e identificazione di due viaggiatori poi rivelatisi essere terroristi delle Nuove brigate rosse; oppure la scorta dell'onorevole Moro, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, trucidati insieme a due carabinieri nell'agguato che portò al rapimento del presidente della Democrazia cristiana in via Fani il 16 marzo del 1978. Ci sono però anche altre storie, meno note ai più, storie di eroismo e di coraggio. Ad esempio quella del maresciallo Sergio Bazzega; nel 1976 fece irruzione in casa di un brigatista che aprì istantaneamente il fuoco sugli agenti uccidendo sul colpo il vicequestore Vittorio Padovani. Bazzega, trovando sulla propria linea di tiro i genitori del criminale non sparò e di questo approfittò il brigatista facendo fuoco contro il sottufficiale di Polizia, ferendolo mortalmente. Poi, quella del brigadiere Luigi Carluccio, uno dei migliori artificieri della questura di Milano, nel luglio 1981 era stato chiamato a Como per disinnescare una serie di ordigni lasciati nella notte davanti diversi esercizi commerciali della città dal gruppo terroristico delle Brigate operaie. Carluccio riuscì a neutralizzarli tutti, tranne l'ultimo che esplose uccidendolo. Storie di poliziotti, di uomini a cui oggi si rende il doveroso omaggio per mantenerne sempre vivo il loro ricordo.