Incontro tra Presidente Ventola e Presidente Regione Vendola
Tema della Sanità nella Bat. Ho posto l'accento soprattutto sulle ricadute sui pazienti
martedì 29 gennaio 2013
16.56
Dopo le tante sollecitazioni e gli approfondimenti sui diversi tavoli, il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Francesco Ventola, ha voluto incontrare personalmente il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola per testimoniargli la realtà sanitaria del territorio e sincerarsi della sua consapevolezza su quanto sta accadendo e, peggio, su quanto potrà ancora succedere con la messa a regime delle decisioni regionali.
«Ho posto l'accento soprattutto sulle ricadute sui pazienti, a partire dalle fasce sociali più deboli e, non ultime, le gravi responsabilità cui si sta andando incontro, per chi decide e per chi opera» ha commentato, a margine dell'incontro, il Presidente Ventola.
Infatti, con il parere favorevole nella Commissione "Assistenza Sanitaria, Servizi Sociali" (25 gennaio scorso) dei Consiglieri regionali di maggioranza (Marino, Laddomada, Matarrelli, Caracciolo, De Gennaro, Pellegrino e Pastore) si è conclusa l'approvazione del regolamento, approvato dalla Giunta Regionale il 27 dicembre scorso, sul Piano di rientro e sul riordino della rete ospedaliera pugliese.
«E' nota la contrarietà espressa dai Cittadini e dalle Istituzioni del nostro territorio - ha continuato il Presidente Ventola - per le discriminazioni subite dalla nostra Asl, per le modalità e per i tempi in cui tanto è avvenuto; programmazione, consultazione, condivisione e processualità, parole tanto significative e care, sono d'un tratto diventate prive di importanza. Del resto, si ritrova anche in queste situazioni di consolidata penalizzazione la voglia di autodeterminazione e di tutela che ha indotto tutte le Comunità dei dieci Comuni interessati a costituire la Provincia Bat: non continuare ad essere periferia in ogni occasione facendo, invece, fronte comune all'interno di una Provincia che possa far sentire la sua voce come è già accaduto ad esempio per la tutela ambientale del territorio».
Numeri alla mano, il Presidente della Provincia prosegue: «se è vero che nelle ultime decisioni sulla sanità l'indice posti letto per abitante si è ridotto meno rispetto ad altre Asl della Regione, è anche vero che insostenibile è stata ed è la chiusura degli ospedali di Minervino e Spinazzola, già precedentemente decisa, in mancanza di una adeguata organizzazione dei servizi. Quanto ai presìdi di Trani e Canosa, la chiusura di unità operative fondamentali ed il declassamento a plessi rispettivamente di Andria e Bisceglie ora decisi, hanno creato una situazione di disagio di concittadini ed operatori che definire preoccupante è poco, in relazione alla domanda di salute ed alla offerta di servizi già precedentemente inadeguata; la stessa gestione dei pazienti diventerà sempre più difficile.
In materia si è sempre detto che c'era bisogno di deospedalizzare, di ridurre, cioè, il ricorso ai ricoveri in ospedale (in tal senso si giustifica il decreto del Ministro Balduzzi). Ma proprio la notevole distanza dei nostri dati sui posti letto rispetto a quelli previsti - siamo quasi al 50% in meno (1,7 posti letto per acuti anziché 3,0 previsti dal Decreto) -, dimostra la inconfutabilità delle nostre tante rimostranze. Per le decisioni di questi giorni, se ne sono resi responsabili la Giunta Regionale, coloro che hanno votato favorevolmente in terza Commissione ed ora il Direttore Generale della nostra Asl Bat chiamato a darne concreta attuazione».
Ma nel corso dell'incontro odierno, il Presidente della Provincia non ha lesinato proposte, direttamente indirizzare al Governatore pugliese. «Al di là delle considerazioni politiche e delle decisioni sulle quali si potrà tornare in futuro, il declassamento dei plessi di Trani e Canosa può e deve diventare uno strumento flessibile per utilizzare al meglio attrezzature e spazi dove allocare unità operative omogenee e/o funzionali, svolgere attività pertinenti allo stato dei luoghi, in compatibilità con la domanda di assistenza sanitaria e di sicurezza sociale. Del resto, se dismessi, tali plessi potrebbero costituire seri problemi di abbandono con tutto quello che ne consegue.
Alla presenza del Direttore responsabile dell'area Programmazione e Assistenza Territoriale dell'Ares (Agenzia Regionale Sanitaria pugliese), Vincenzo Pomo, che ha confermato la condizione di sofferenza degli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie, ho evidenziato che la situazione logistica e degli spazi disponibili non consente di far fronte alle richieste di ricovero e di esami diagnostici le cui lunghe liste di attesa già oggi sono indicibili. Nelle condizioni attuali, non avrebbe molto senso chiedersi quale sia il grado di sicurezza sociale quanto a prevenzione, diagnosi e cura delle malattie. Pertanto, al Presidente Vendola ed al rappresentante tecnico presente ho proposto di utilizzare al meglio i plessi di Trani e Canosa, mantenendo un adeguato livello di prestazioni, il più possibile vicino a quelle pre-piano del 2010. Ricevuto l'avvallo diretto del Governatore regionale - era assente l'Assessore Attollini per ragioni strettamente personali -, in questa fase diventa quanto mai importante il ruolo della parte tecnica - dell'Ares e della Direzione Generale della nostra Asl, nel farsi carico di tradurre concretamente questo indirizzo politico. Il Presidente Vendola - ha poi concluso Ventola - mi ha chiesto di tenerlo aggiornato sugli sviluppi degli adempimenti concordati rispetto ai quali vigilerò personalmente».
«Ho posto l'accento soprattutto sulle ricadute sui pazienti, a partire dalle fasce sociali più deboli e, non ultime, le gravi responsabilità cui si sta andando incontro, per chi decide e per chi opera» ha commentato, a margine dell'incontro, il Presidente Ventola.
Infatti, con il parere favorevole nella Commissione "Assistenza Sanitaria, Servizi Sociali" (25 gennaio scorso) dei Consiglieri regionali di maggioranza (Marino, Laddomada, Matarrelli, Caracciolo, De Gennaro, Pellegrino e Pastore) si è conclusa l'approvazione del regolamento, approvato dalla Giunta Regionale il 27 dicembre scorso, sul Piano di rientro e sul riordino della rete ospedaliera pugliese.
«E' nota la contrarietà espressa dai Cittadini e dalle Istituzioni del nostro territorio - ha continuato il Presidente Ventola - per le discriminazioni subite dalla nostra Asl, per le modalità e per i tempi in cui tanto è avvenuto; programmazione, consultazione, condivisione e processualità, parole tanto significative e care, sono d'un tratto diventate prive di importanza. Del resto, si ritrova anche in queste situazioni di consolidata penalizzazione la voglia di autodeterminazione e di tutela che ha indotto tutte le Comunità dei dieci Comuni interessati a costituire la Provincia Bat: non continuare ad essere periferia in ogni occasione facendo, invece, fronte comune all'interno di una Provincia che possa far sentire la sua voce come è già accaduto ad esempio per la tutela ambientale del territorio».
Numeri alla mano, il Presidente della Provincia prosegue: «se è vero che nelle ultime decisioni sulla sanità l'indice posti letto per abitante si è ridotto meno rispetto ad altre Asl della Regione, è anche vero che insostenibile è stata ed è la chiusura degli ospedali di Minervino e Spinazzola, già precedentemente decisa, in mancanza di una adeguata organizzazione dei servizi. Quanto ai presìdi di Trani e Canosa, la chiusura di unità operative fondamentali ed il declassamento a plessi rispettivamente di Andria e Bisceglie ora decisi, hanno creato una situazione di disagio di concittadini ed operatori che definire preoccupante è poco, in relazione alla domanda di salute ed alla offerta di servizi già precedentemente inadeguata; la stessa gestione dei pazienti diventerà sempre più difficile.
In materia si è sempre detto che c'era bisogno di deospedalizzare, di ridurre, cioè, il ricorso ai ricoveri in ospedale (in tal senso si giustifica il decreto del Ministro Balduzzi). Ma proprio la notevole distanza dei nostri dati sui posti letto rispetto a quelli previsti - siamo quasi al 50% in meno (1,7 posti letto per acuti anziché 3,0 previsti dal Decreto) -, dimostra la inconfutabilità delle nostre tante rimostranze. Per le decisioni di questi giorni, se ne sono resi responsabili la Giunta Regionale, coloro che hanno votato favorevolmente in terza Commissione ed ora il Direttore Generale della nostra Asl Bat chiamato a darne concreta attuazione».
Ma nel corso dell'incontro odierno, il Presidente della Provincia non ha lesinato proposte, direttamente indirizzare al Governatore pugliese. «Al di là delle considerazioni politiche e delle decisioni sulle quali si potrà tornare in futuro, il declassamento dei plessi di Trani e Canosa può e deve diventare uno strumento flessibile per utilizzare al meglio attrezzature e spazi dove allocare unità operative omogenee e/o funzionali, svolgere attività pertinenti allo stato dei luoghi, in compatibilità con la domanda di assistenza sanitaria e di sicurezza sociale. Del resto, se dismessi, tali plessi potrebbero costituire seri problemi di abbandono con tutto quello che ne consegue.
Alla presenza del Direttore responsabile dell'area Programmazione e Assistenza Territoriale dell'Ares (Agenzia Regionale Sanitaria pugliese), Vincenzo Pomo, che ha confermato la condizione di sofferenza degli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie, ho evidenziato che la situazione logistica e degli spazi disponibili non consente di far fronte alle richieste di ricovero e di esami diagnostici le cui lunghe liste di attesa già oggi sono indicibili. Nelle condizioni attuali, non avrebbe molto senso chiedersi quale sia il grado di sicurezza sociale quanto a prevenzione, diagnosi e cura delle malattie. Pertanto, al Presidente Vendola ed al rappresentante tecnico presente ho proposto di utilizzare al meglio i plessi di Trani e Canosa, mantenendo un adeguato livello di prestazioni, il più possibile vicino a quelle pre-piano del 2010. Ricevuto l'avvallo diretto del Governatore regionale - era assente l'Assessore Attollini per ragioni strettamente personali -, in questa fase diventa quanto mai importante il ruolo della parte tecnica - dell'Ares e della Direzione Generale della nostra Asl, nel farsi carico di tradurre concretamente questo indirizzo politico. Il Presidente Vendola - ha poi concluso Ventola - mi ha chiesto di tenerlo aggiornato sugli sviluppi degli adempimenti concordati rispetto ai quali vigilerò personalmente».